#Cannes2017 – Wonderstruck. Incontro con Todd Haynes e Julianne Moore

Il regista ed il cast hanno incontrato la stampa della manifestazione francese per presentare il film in concorso tratto dal romanzo di Brian Selznick, e prodotto da Amazon Studios

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Si è aperto oggi con Wonderstruck di Todd Haynes il concorso della 70esima edizione del Festival di Cannes. Il regista ed il suo cast (tra cui spiccano le attrici Julianne Moore e Michelle Williams) hanno portato alla manifestazione francese un film in cui due ragazzi, separati da una distanza temporale di 50 anni, inseguono un obbiettivo comune. La trama è in realtà la trasposizione di un innovativo romanzo di Brian Selznick (Hugo Cabret) che già nella sua forma originaria viaggiava su due binari linguistici molto diversi, come ha voluto spiegare durante l’incontro con la stampa: “Il difficile era riportare una doppia forma di bianco e nero e silenzio contrapposta a quella a colori e suoni. Il mio obiettivo era raccontare una storia muta con un linguaggio visivo. Abbiamo subito pensato che questo doveva essere un film per Todd Haynes”. Ed è proprio questa doppia forma ad aver incuriosito il regista che non ha esitato ad accettare il progetto: “La sceneggiatura era già straordinaria e già si intuiva sotto una grande passione per il cinema da parte dello sceneggiatore. Queste due storie erano già state intrecciate alla perfezione e per un regista trovare una scrittura di questo genere è una cosa irresistibile. E poi era qualcosa che non avevo mai fatto prima quella di entrare nell’immaginazione di un bambino. Anche se il vero punto cruciale del film è cercare il perché queste due storie riescono a convivere contemporaneamente”.

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Parte del film è girato nella lingua dei segni, una comunità a cui appartiene una delle protagoniste del film, interpretata dalla giovane Millicent Simmonds, e che è stata utile ad il regista per improntare tutto il senso del film stesso: “Questo film è un tributo a quello che si può fare con le proprie mani, su quello che ci si può costruire così come la lingua della protagonista. Ed è stato un modo anche per far imparare ai ragazzi sul set qualcosa di nuovo”. Per il regista è infatti la prima volta che si trova ad approcciare un cast di giovani: ”Lavorare con loro significa sempre giocare con l’immaginazione. E’ stata una vera sfida oltre che un onore avere anche un pubblico giovane. Per fare i casting con i bambini devi isolarli dalla loro vita, dai loro amici e dalla loro famiglia e fare scoprire anche a loro stessi chi realmente sono, è questa la parte centrale”.

Una novità non è stata invece la collaborazione con Julianne Moore, con cui condivide il set per la quarta volta e crede che non sia nemmeno l’ultima: “Il nostro rapporto è stata una vera e propria linea di congiunzione, sia per la mia vita personale che lavorativa. Eravamo giovanissimi la prima volta che ci siamo incontrati ma io sono rimasto sbalordito per aver trovato un’anima gemella creativa. Anche questa volta lei ha immaginato questo incredibile personaggio dalle pagine della sceneggiatura. E’ un privilegio poter ancora lavorare con lei e proporle delle sfide difficilissime ogni volta.”. “ In realtà non bisogna fare niente in un film di Todd Haynes. E’ lui che lo fa per te, sia dal punto di vista cinematografico che linguistico. Tutto ciò che l’attore deve fare è entrare nel suo mondo” ha risposto l’attrice che si è detta grata ancora una volta ad Haynes per averle proposto un ruolo così d’effetto: “Ho avuto una straordinaria occasione in questo film di poter interpretare due parti differenti, in due periodi storici differenti. Ho inoltre imparato un nuovo modo di comunicare ed una nuova lingua da usare. Come diceva il regista, noi abbiamo effettivamente usato il nostro corpo, le nostre mani, noi stessi senza parlare in inglese. Quello che ho imparato da questa esperienza è che una persona è un essere umano qualsiasi sia il suo modo di comunicare, questo è ciò di cui tratta tutto il processo incredibile del film. Per me è stato un dono questo ruolo”.

Anche in questa occasione non poteva mancare la provocazione sulla questione Netflix. Il pretesto è stata la collaborazione di Amazon nella produzione di Wonderstruck ma il regista ha sapientemente aggirato qualsiasi vena polemica: “Queste collaborazioni danno la possibilità ai registi indipendenti di trovare fondi per i propri film. Sono tutti grandi amanti del cinema, del grande schermo e garantiscono sempre piena libertà. E’ un discorso molto diverso da quello di Netflix”.

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