#Cannes2018 – Burning. Incontro con Lee Chang-dong e il cast

Burning si concentra sul mistero ma anche sulla rabbia e la violenza, sentimento comune al genere umano al di là della religione e della nazionalità, come spiega Chang-dong alla Croisette. Concorso

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Sono passati otto anni da Poetry, film per il quale il regista sud coreano Lee Chang-dong vinse il premio come miglior sceneggiatura alla 63° edizione del Festival di Cannes. Questa volta la storia dei tre ragazzi protagonisti di Burning non viene da una sceneggiatura originale bensì dal breve racconto di Murakami Haruki, Barn Burning, dal libro Men Without Women. Non è la prima volta che Lee Chang-dong adatta per il grande schermo un breve racconto (era successo già con Secret Sunshine, tratto dalla novella dello scrittore sud coreano Yi Chong-jun) ma è la prima che sceglie la penna di uno scrittore giapponese: “La prima volta che ho adattato una piccola storia era una piccola storia coreana, questa volta ho scelto una piccola storia giapponese…Ho scelto questa storia per il carattere misterioso che cela dietro le sue pagine. I misteri vanno sempre presi sul serio”.

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La storia di Burning gira intorno alla relazione fra tre ragazzi. Lee Jong-soo, lavoratore part time, incontra la giovane Hae-mi, di cui un tempo era vicino di casa.  La ragazza le chiede di occuparsi del suo gatto mentre lei è in viaggio verso l’Africa e al suo ritorno, Hae-mi porta con sé Ben, un ragazzo misterioso che coltiva un hobby segreto. Per il ruolo di Ben, Chang-dong ha voluto la star americana di origini coreane Steven Yeun, che ha raggiunto definitivamente il successo grazie alla serie The Walking Dead: “L’esperienza di lavorare con Lee Chang-dong mi ha dato più di quello che potevo immaginare. È stata un’occasione per imparare, per essere coraggioso, mi sono sentito molto libero mentre lavoravo con lui e con questi due splendidi attori. Devo dire che è stato un lavoro estremamente formativo.” Per l’attore americano coreano è stata una grandissima occasione anche lavorare in Corea: “È stato incredibile per me. Come coreano americano io mi sento disconnesso da tutti e tutto, sono costantemente un uomo senza paese. Però mentre in America il mio volto significa immediatamente qualcosa, ovvero asiatico e immigrato, in Corea io sono me stesso e basta. Appena qualcuno mi guarda pensa solo a me. Per questo è stato bellissimo lavorare a questo film, per questo parlavo del fatto di sentirsi liberi”.

Ma non è la libertà il tema principale di Burning, piuttosto la rabbia e la violenza, su cui il regista si è voluto concentrare particolarmente: “La rabbia e la violenza sono fenomeni universali, indipendenti dalla religione o dalla nazionalità. Tutti provano questi due sentimenti, in particolare i giovani di adesso che non conoscono neanche la risposta del perché sono arrabbiati. Un tempo la risposta si conosceva, ora loro non sanno neanche cosa fare per vivere. Non sanno dove dirigere la loro rabbia perché non ne conoscono la provenienza. In questo film il fuoco ha un ruolo importante e sicuramente è un simbolo ma io non voglio dare spiegazioni, voglio mantenere il mistero…Il film parla della società, dell’economia, ci sono moltissimi sottotesti ma sarebbe un errore spiegarli. Io voglio semplicemente fare cinema e voglio che gli spettatori godano delle immagini che stanno guardando e prendano quello che vogliono prendere. È anche un film sul mistero della vita, della natura, e il personaggio di Hae-mi, è quello che più incarna questo desiderio di sapere, di conoscere. La scena in cui lei danza per me rappresenta questa suo aspetto…Fra i due ragazzi invece c’è rivalità“. Nel ruolo di Lee Jong-soo l’attore Yo Ah-in, anche lui per la prima volta diretto da Chang-dong: “Ho sempre adorato i suoi film, per me lui è Dio…durante la lavorazione del film è stato molto autoritario, io spero solo di aver fatto del mio meglio.

Chang-dong ha anche raccontato alla stampa della Croisette quanto i due aspetti di Seul che compaiono, la parte ricca e turistica e la parte povera, siano due parti in contrasto con Hae-mi poiché rappresentano un po’ anche i due ragazzi. E anche se in Corea è stato difficile trovare i finanziamenti per un film così stratificato, che viaggia su più piani di comunicazione,  il produttore del film Lee Joo-dong ha concluso la conferenza stampa rassicurando: “Fortunatamente non sono solo nel mercato.

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