#Cannes2018 – Christopher Nolan presenta 2001: Odissea nello spazio

Il regista di Dunkirk ha tenuto una masterclass alla 71esima edizione cannense, per parlare del restauro dell’Odissea di Stanley Kubrick, presentata sulla Croisette per il 50esimo anniversario

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Christopher Nolan è un regista che non ha bisogno di grandi presentazioni, capace di rendere ogni sua pellicola un cult planetario destinato, superando anche le (tante) critiche grazie al (ben superiore) affetto dei suoi appassionati. Chiamato al Festival di Cannes 2018 per presentare l’edizione restaurata in 70mm di 2001: Odissea nello spazio, il regista si è prestato a due ore esaustive di masterclass. Ho scoperto il film di Stanley Kubrick all’età di 7 anni, durante una proiezione in 70 mm al Leicester Square Theatre di Londra, a cui mio padre mi aveva portato. Dal momento in cui è iniziato lo show, mi sono sentito coinvolto in un viaggio dal quale ancora fatto ritorno. Da lì capii che il cinema era capace di tutto”, dice Nolan parlando del film da lui presentato e dichiarando definitivamente il suo amore per il grande regista anglo-americano. Alle domande sul restauro del film di Kubrick e cosa c’è stato dietro a tale scelta, Nolan ha dichiarato: “Dopo le riprese di Dunkirk la scorsa estate, volevo collaborare con la Warner Bros su una versione 4K di uno dei miei film. È stato lavorando con diversi proiettori che ho scoperto due bobine del film Kubrick sulle quali la società stava lavorando. È così che ho avuto l’idea del restauro. Pensavo che la riscoperta del lavoro così come era presentata nelle sale ai tempi, sarebbe stato un bel regalo da offrire al pubblico. Quando ripristiniamo un film, spesso cambiamo i media e li digitalizziamo. Stavolta abbiamo deciso di conservare 2001: Odissea nello spazio nella sua condizione originale, in 70mm, e di riprodurre l’immagine come l’aveva immaginata Stanley”.

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Il regista inglese ha rivelato poi curiose informazioni sugli studi effettuati nel passato e sulla sua mancata presenza ad una scuola di cinema: Non ero io che non volevo fare una scuola di cinema, era lei a non volermi! Ho quindi iniziato gli studi letterari, che si sono rivelati molto utili soprattutto per discernere l’intenzione dell’autore nello scenario o capire l’origine delle metafore. Dopotutto, penso di non essere stato creato per la scuola di cinema”. Senza esimersi dal mostrare ulteriore stima per Stanley Kubrick, Nolan ha spiegato come approccia al lavoro da regista: “Stanley ha detto che il modo migliore per imparare a girare un film, è girarlo. È così che mi sono avvicinato al mio lavoro. Quello che consiglio ai giovani registi è di provare tutto. Permette di non essere alla mercé degli altri, ma piuttosto di essere loro pari”. Due “elementi” che hanno reso Christopher Nolan celebre e riconoscibile, sono la tecnologia IMAX e quello della colonna sonora nei suoi film. A tal proposito ha rivelato che: Ho prima sperimentato usando IMAX attraverso documentari che ho visto nei musei. L’ho trovato affascinante ed ero curioso di applicarlo nei miei film, per via delle dimensioni e della precisione dell’immagine. Ho usato le telecamere IMAX per alcune scene di The Dark Knight. Ma l’immagine è tre volte più grande, non potremmo girare più di 90 secondi per bobina. Tutte le riprese dipendevano da questa meccanica. Per Dunkirk invece, ho realizzato il mio sogno da adolescente ed ho filmato tutto in IMAX. Inoltre, ho sempre voluto sposare il lavoro del suono con il lavoro della musica. A Dunkirk, questo è successo proprio dalla fase di scrittura. Ho usato una legge di calcolo chiamata Shepherd’s Progress, che prevede la scrittura di note in modo che ci sia una progressione graduale e senza fine. Il team di Hans Zimmer è stato in grado di produrre tutta la colonna sonora del film rispettando questa progressione. Così si può sentire una specie di continuo ticchettio attraverso vari effetti reali come quelli dei motori delle barche o della corsa dei soldati. Di conseguenza, siamo riusciti a trasmettere un’intensità drammatica sia nella musica che nel suono”.

Per concludere la ricca masterclass, Nolan è stato ovviamente invitato a parlare della sua storica ed iconica trilogia del Cavaliere Oscuro: Ciò che distingue il mio approccio al personaggio di Batman da tutto ciò che era già stato creato, è la dimensione profondamente oscura della quale è intriso. Per quanto riguarda i cattivi, sono serviti a definire i film. Fare un sequel è rilevante solo se sei in grado di offrire una nuova dimensione, ed è per questo che le tre opere rientrano in generi diversi”.

 

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