#Cannes68 – Dégradé, di Tarzan e Arab Nasser

I due registi di Condom Lead tornano a Cannes alla Semaine. La quotidianità a Gaza viene vista da un salone di bellezza. Ma si muovono a fatica dentro uno spazio che non riescono a fare proprio.

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La quotidianità a Gaza vista dall’interno di un salone di bellezza. La guerra tra le fazioni palestinesi, e gli attacchi israeliani, filtrata da un luogo chiuso, il piano terra e il primo piano comunicanti, ma non abbastanza protetto da non subire le conseguenze di una rappresaglia o di un regolamento di conti. Come già Suha Arraf, pur con ben altro stile e intensità, autrice l’anno scorso del notevole Villa Touma, ambientato a Ramallah, anche i gemelli Tarzan e Arab Nasser esordiscono nel lungometraggio con un film concentrato in uno spazio ristretto, Dégradé, abitato solo da personaggi femminili (il riferimento immediato, ma appropriato solo nel pre-testo, va a Caramel della libanese Nadine Labaki), tredici donne di età e estrazioni sociali diverse obbligate a condividere quel piccolo ambiente, impossibilitate a uscire perché in strada è in atto una rappresaglia di Hamas contro una potente famiglia mafiosa la quale, per dimostrare il suo potere e la sua non sottomissione, ha rapito un leone dallo zoo (il fatto accadde veramente nel 2007 a Gaza).

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La strada, il palazzo di fronte, il mafioso con il leone al guinzaglio (interpretato da Tarzan Nasser), i bambini che giocano a pallone interrompono raramente l’unità di luogo di Dégradé. Uno spazio che i due registi, autori nel 2013 del celebrato cortometraggio Condom Lead, presentato a Cannes, non riescono a fare proprio, a maîtriser, dentro il quale si muovono a fatica, in cerca di una identità filmica che non si concretizza (e che il montaggio non aiuta a migliorare). Anche il lavoro sul fuori campo sonoro, sui bombardamenti, le sparatorie, le esplosioni, o sul buio che entra in scena nel momento in cui avviene un’interruzione di corrente elettrica, rimangono elementi poco elaborati. Mentre i personaggi (nel ruolo della divorziata cinica c’è la star Hiam Abbass), tra umorismo e dramma, non vanno oltre una superficiale caratterizzazione.

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