Caravaggio – L’anima e il sangue. Incontro con Manuel Agnelli e il cast tecnico

Il documentario di Jesus Garces Lambert sarà in sala il 19, 20 e 21 febbraio distribuito da Nexo Digital. La voce degli Afterhours ci racconta il motivo che lo ha spinto a dare voce all’artista

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In sala il 19, 20 e 21 febbraio Caravaggio – L’anima e il sangue è il nuovo film d’arte distribuito da Nexo Digital e prodotto da Sky con Magnitudo Film. A introdurre la proiezione, Steve Della Casa, che ha precisato come il film sia un punto di vista estremamente documentato, capace di descrivere in modo filologicamente corretto chi era Caravaggio. È un esempio, inoltre, di spettacolarizzazione dell’arte, grazie alla tecnologia impiegata, come la risoluzione a 8K.

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La voce di Michelangelo Merisi da Caravaggio è di Manuel Agnelli, che ha aperto l’incontro di stamattina con la stampa romana spiegando i motivi che l’hanno spinto a interpretare l’io interiore dell’artista: Da una parte il fatto che sia una cosa diversa da ciò che faccio di solito, dall’altra il fatto di utilizzare la voce in un altro modo – e quindi in realtà non mi sono allontanato molto da ciò che faccio. Eviterei comunque di fare paragoni tra me e Caravaggio. Sottolineerei piuttosto come gli artisti per realizzare le loro opere si siano spesso serviti del potere. Da un certo periodo in poi questo è visto come disdicevole. E la qualità dell’arte ne ha risentito. Quindi capisco l’irrequietezza del Caravaggio nel dover soddisfare le commissioni. Mi incuriosisce poi il suo essere contraddittorio ed è questa la modernità più grande che lo riguarda; un elemento che oggi non ritrovo negli artisti. In quell’epoca molti sconfinavano in altri campi, c’era molta libertà. Adesso sembra che bisogna scegliere una sola dimensione e seguirla senza possibilità di svolta.

Il progetto e la direzione artistica sono di Cosetta Lagani (Musei Vaticani, Firenze e gli Uffizi, S. Pietro e le basiliche papali di Roma, Raffaello il principe delle Arti): Qui alla Casa del cinema si è da poco conclusa la rassegna di film sull’arte di Sky. Caravaggio continua il percorso iniziato nel 2013, che cerca di mettere la tecnologia più evoluta al servizio del patrimonio artistico, con l’obiettivo di creare un discorso emozionale, coinvolgente, cognitivo e universale. Universale perché questi film sono stati distribuiti nei cinema di tutto il mondo. La scelta del soggetto è stata abbastanza semplice, non esiste un artista così amato, contemporaneo e rock. Questo lo dimostrano tutte le iniziative a lui dedicate tra cui la mostra a Milano Dentro Caravaggio. E lo stesso vale per il cinema. Volevamo riuscire a realizzare qualcosa di mai raccontato, e in un modo innovativo: riprese in 8K e immagini grafiche che hanno trasformato un’esperienza visiva in un’esperienza tattile. E poi c’è il racconto dell’uomo. Abbiamo cercato di raccontare l’io caravaggesco in modo scioccante e rock sempre alla ricerca di quella verità perseguita dall’artista: per questo abbiamo scelto Emanuele Marigliano per esprimere i moti d’animo di Caravaggio. Non è

mariglianoun attore ma l’elettricista della nostra troupe a Napoli, il quale ha portato il suo vissuto senza filtri nel film. Volevamo rappresentare Caravaggio in modo attuale adottando un contesto contemporaneo e reale, pensando ad esempio alle suggestioni alla Bill Viola.

Il regista del documentario è Jesus Garces Lambert, che ha diretto documentari per Sky, History Channel, National Geographic, Artè France e BBC: Caravaggio non è un personaggio semplice da raccontare. Volevamo mostrarne non solo la vita ma anche i suoi stati d’animo. E questo per un regista è come una fabbrica di giocattoli, è divertente e hai molte opportunità. Il nostro intento era quindi di trasportare lo spettatore in un’epoca che paradossalmente è molto simile a oggi. La narrazione, a livello visivo e sonoro, è anch’essa contaminata di forme e generi: volevamo creare un’esperienza nuova, portando il pubblico dentro i quadri.

Tra gli storici dell’arte che hanno portato la loro testimonianza nel film c’è Claudio Strinati, qui in veste anche di consulente scientifico: Nel giudizio sul film vi prego di considerare che il Caravaggio ha agli occhi di tutti noi la fama di essere un personaggio ricchissimo di potenzialità narrative e questo è interessante. C’è una filmografia molto vasta su di lui, sia a livello di fiction che di documentario. Probabilmente questo film si iscrive bene nella tradizione dando al tempo stesso una svolta a Caravaggio perché, pur non contraddicendo i dati in nostro possesso, sviluppa la sua complessa psicologia in maniera nuova. L’operazione del film somiglia un po’ alla rappresentazione della figura di Batman che si è data nel cinema negli ultimi anni. Pensiamo al buio ad esempio, o alla fine dei genitori di entrambi i personaggi; alcune rappresentazioni poi come quella delle Sette opere di misericordia ricordano Gotham City e Caravaggio, come Batman, è come se volesse portare la luce nelle tenebre. Entrambi infine sono sostenuti da capacità artistiche: Caravaggio con la sua tecnica e la sua visione, Batman con tutte le armi e i dispositivi che progetta.

Una precisazione però va fatta, continua Strinati, per chi pensa che nei secoli successivi alla morte di Caravaggio, questi sia stato dimenticato. Una damnatio memoriae vera e propria non c’è mai stata, in realtà è stato un artista molto ridimensionato. Gravava su di lui un pregiudizio, almeno nel ‘600 e nella prima metà del ‘700: che Caravaggio non avesse mai fatto parte di una struttura ufficiale come un’accademia. Il suo essere un outsider ha fatto sì che per oltre un secolo dalla sua morte sia stato considerato uno importante, ma uno dei tanti. Viene rivalutato nella seconda metà del ‘700 dai pittori stessi, i neoclassici, e sulla spinta di questi c’è stato un movimento di pensiero degli storici nell’800 e un’esplosione nel ‘900 da parte di studiosi inglesi italiani e tedeschi.

CARAVAGGIOLaura Allievi, sceneggiatrice, ha spiegato come sia stata una sfida non semplice dare voce a Caravaggio. Ho avuto la fortuna di essere seguita dal professor Strinati, con il quale abbiamo voluto unire alla correttezza filologica quella emotiva. Mi sono poi ispirata alle fonti storiche e ai saggi di Roberto Longhi.

A livello emotivo, un ruolo importante è stato dato alle musiche, composte da Matteo Curallo: Il film dal punto di vista sonoro ha due dimensioni che finiscono per convergere. Ho scelto un linguaggio elettronico per quello che riguarda le evocazioni e un linguaggio più classico nelle digressioni artistiche, anche se non mancano le contaminazioni. Diciamo che rispetto ad altri film il personaggio di Caravaggio ci ha permesso maggiore libertà.

A concludere l’incontro, l’intervento di Franco Di Sarro, amministratore delegato di Nexo Digital: Abbiamo iniziato il nostro percorso sei anni fa con Leonardo Da Vinci. In quegli anni è nata la collaborazione con Sky e da lì abbiamo costruito insieme un pubblico di art lovers. Un rapporto con il pubblico che oggi si è concretizzato in circa 350 città d’Italia. Da lì infine la distribuzione anche all’estero, in circa 60 paesi e 3000 sale nel mondo.

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