Cenerentola, di Kenneth Branagh

cenerentolaHa i movimenti del musical. Anche se non lo è. Con la tempesta cromatica di George Sidney e la dimensione aerea di Stanley Donen. Forse, nel cinema del regista, questa è la versione Disney di Molto rumore per nulla, il migliore dei suoi film shakespeariani. Ed è ripartita un'altra carriera. Che regala insospettabili brividi, improvvise magie, derive mélo

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lily james e richard madden in cinderellaDegli strani girotondi. Come se la mdp improvvisamente volasse. Sopra il palazzo reale, nel bosco, attorno al corpo di Ella e il principe. Ha i movimenti del musical. Anche se non lo è. Ma Cenerentola regala insospettabili brividi, improvvise magie, derive mélo di un cinema che si porta dietro le tracce della fiaba ma che poi si trasforma in un fantasy dove tutto può cambiare: un corpo, un paesaggio, un oggetto.

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Ella vive felicemente con i genitori. Ma la madre all'improvviso muore. Il padre, un mercante, decide di risposarsi e accoglie in casa la matrigna con le sorellastre Anastasia e Genoveffa. La donna inizia a comandare e trasforma la ragazza in una serva coperta di cenere e stracci. Un giorno Ella incontra nel bosco quello che pensa essere la sua anima gemella. Non sa che è il Principe, che presto invita a corte tutte le ragazze del posto a un ballo. La ragazza pensa che sia arrivato il suo momento di riscatto. La matrigna però le proibisce di andarci strappandole il vestito per la festa. Inaspettatamente, quando tutte le cose sembrano essere contro di lei, arriva una mendicante che le cambia il destino.  

Da quando il cinema di Branagh si è liberato da quella sua letterarietà/teatralità, è diventato tutta un'altra cosa. Cenerentola si esalta  proprio su una favola già nota, si illumina come nella scena dei fuochi d'artificio, ha la tempesta cromatica di George Sidney e quella dimensione aerea di Stanley Donen.
Dove i personaggi non sembrano mai toccare terra, ma essere sempre sospesi a mezz'aria. Come delle creature animali che possono trasformarsi all'improvviso. Ella che ruota su se stessa nel momento in cui le viene cambiato il vestito diventa il segno di un cinema che si è fatto improvvisamente inventivo, con una metamorfosi persistente dove la mutazione avviene dentro la stessa inquadratura. Il tempo si è come fermato. Lì a mezzanotte. E il ritorno a casa con i cavalli che tornano topi mostrano un ritmo action e un piacere del gioco, quindi di filmare, che confermano come ora, il cinema di Branagh sappia controllare l'istante, fermarlo, sospenderlo per un tempo brevissimo che però nella testa potrebbe durare in eterno.
lily james e cate blanchett in cinderella
Stavolta gli attori non sono dipendenti dal testo. Anzi, Cenerentola ne esalta la plasticità e i contrasti. Per questo una superba Cate Blanchett, davvero una portentosa matrigna/strega, diventa l'ideale opposto di Lily James, purezza e sensualità più nascosta e più presente che va oltre le 'cinquanta sfumature di grigio' in una parte che inizialmente doveva andare a Emma Watson.

E in più entrano in gioco altri due elementi. Il primo è lo specchio. Presenza già determinante del cartoon Disney del 1950 che qui, ancora di più, mette in evidenza come l'immagine riflessa può non essere la stessa di quella percepita. Lo stesso gioco del cinema dove un corpo può diventare improvvisamente qualcos'altro. Senza make-up. La seconda è la morte. Attraversata e ricorrente. Dove però restano spettri che possono essere anche angeli. Ma la morte è anche quella del tempo proprio del cinema, della durata del film. Che non si può arrestare. Che può solo illusoriamente dilatatarsi. Il ballo di Ella col principe come quello tra Christina Ricci con il fantasmino ritornato improvvisamente bambino nel bellissimo Casper.


Forse, nel cinema di Branagh, Cenerentola è la versione Disney di Molto rumore per nulla, il migliore dei suoi film shakespeariani.
Dove non c'è lo più spazio teatrale limitato e sparisce la performance. Come in quel caso, anche qui c'è una festa di suoni, di colori impazziti che creano continui fuochi d'artificio. Si, probabilmente è un cineasta che va tenuto sotto controllo. La Disney, anche nella sottosezione Marvel (Thor) ha però improvvisamente fatto partire un'altra carriera. Che non annulla la precedente ma crea uno stacco netto. E sono le opere su commissione (qui è decisiva la sceneggiatura di Chris Weitz) non di un mestierante ma di un cineasta di talento che era diventato troppo narcisisticamente legato al suo cinema. Spogliato di questo, e mettendosi al servizio della storia, anche Cenerentola può essere più intensa di Shakespeare.

Titolo originale: Cinderella
Regia:
 Kenneth Branagh
Interpreti: Lily James, Hayley Atwell, Cate Blanchett, Richard Madden, Helena Bonham Carter, Stellan Skarsgård, Sophie McShera, Holliday Grainger, Derek Jacobi, Ben Chaplin, Nonso Anozie, Rob Brydon, Eloise Webb, Laurie Calvert
Origine: USA, 2014
Distribuzione: Disney
Durata: 112'

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