CHEZ NOUS – Incontro con Lucas Belvaux

A Roma il regista belga presenta il suo film sulle strategie dell’estrema destra francese, mostrando attraverso la storia di Pauline e della sua ascesa in politica il lato oscuro del Front National

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Il regista belga Lucas Belvaux con il suo Chez nous ha portato sul grande schermo la Francia contemporanea e la complessa situazione politica che sta vivendo alla vigilia delle elezioni. Nella sua narrazione Belvaux si concentra sulle strategie dell’estrema destra francese, mostrando attraverso la storia di Pauline e della sua ascesa in politica il lato oscuro del Front National.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Si dice che la scrittura, che si tratti di un romanzo o di un film, parta dall’urgenza di raccontare qualcosa. Qual è stata la sua urgenza in questo caso?
C’è sempre l’urgenza di parlare di politica e di quello che succede nel mondo, della sua complessità e dei suoi problemi, e secondo me è proprio questa la funzione che dovrebbe avere il cinema.

Come è riuscito a trasformare l’attualità politica francese in un film che non è un documentario, ma fiction, trasformando persone reali in personaggi?
Per me il principio fondamentale quando scrivo un film è partire da un personaggio o da una situazione. In alcuni film per esempio sono partito da fatti di cronaca molto precisi. Spesso si dice che per fare un buon film serva una buona storia, ma io non sono d’accordo. La storia non è il tema del film, ma serve per raccontare il tema, quindi la storia è il missile che fa esplodere il tema. Una storia è buona quando racconta qualcosa del mondo, della nostra società e che non basta a se stessa, se no sarebbe aneddotica. Quando si raccontano le storie ai bambini si racconta qualcosa per raccontare qualcos’altro, e questa è esattamente la mia visione. Quindi per raccontare la Francia di oggi avevo bisogno di un personaggio che fosse pronto a incontrare gli altri, anche persone normali, non necessariamente appartenenti alla sfera politica. E la fiction permette di raccontare l’attualità attraverso il racconto dell’umanità della gente comune, dei desideri, dei sentimenti più profondi, e questo permette allo spettatore di identificarsi nei personaggi, diventando quasi uno specchio per loro.

Tra i personaggi raccontati ce n’è anche uno un po’ controverso, che è quello che richiama Marine Le Pen, leader del Front National. Perché ha scelto di soffermarsi su questo personaggio e come si è approcciata a un ruolo così delicato l’attrice che l’ha interpretato?
Era importante parlare della realtà senza nascondersi, perché le persone potessero capire immediatamente di chi si parlava e di cosa si parlava. Volevo dare uno sguardo frontale e diretto sulla situazione. Il lavoro che abbiamo fatto con l’attrice si è concentrato sul lato politico del personaggio, non ci interessava la sua sfera privata. Ci interessava l’immagine politica che da di lei, che è estremamente controllata e dove nulla è lasciato al caso. 

Tuttavia proprio questo personaggio è stato ferocemente attaccato su Twitter da alcuni esponenti del Front National, sollevando un polverone attorno al film ancora prima della sua uscita nelle sale. Pensa che i social media possano influenzare realmente la gente, in particolare le nuove generazioni, e influenzare di conseguenza anche la politica?
L’estrema destra è diventata molto esperta nell’uso dei social media, provocando un capovolgimento della democrazia. Internet permette di dire qualunque cosa nel completo anonimato, e senza dubbio ha un’influenza molto forte sulla politica, perché tutti coloro che hanno delle idee estremiste trovano in internet molte persone che la pensano come loro e questo rafforza il loro pensiero. Internet è il mezzo più efficace di radicalizzazione esistente, e può portare facilmente alla paranoia. Senza dubbio è una possibilità stupefacente di apertura verso il mondo, permettendo di avere accesso a qualunque biblioteca, ai film, alla musica, ma in realtà le persone utilizzano internet per connettersi con chi la pensa come loro, rafforzando così le loro opinioni di partenza. L’estrema destra ha capito perfettamente questo meccanismo e ha deciso di sfruttarlo a suo vantaggio. Gli esponenti del Front National non fanno altro che inviare tweet durante i dibattiti e inondare internet di commenti e di messaggi, e così danno l’impressione che tutta la Francia la pensi come loro. Con il mio film hanno fatto lo stesso. Tutto è partito da cinque tweet contro il film inviati dai dirigenti del Front National, e in poche ore sono diventati centinaia, fino a trascinare la questione per due mesi. Il giorno dell’uscita del film, senza neanche andare in sala a vederlo, queste persone hanno creato centinaia di profili diversi per dare un voto basso al mio film e diffondere gli stessi commenti con cui lo avevano attaccato nei mesi precedenti.

Quindi pensa che il cinema possa servire a contrastare questa tendenza e a sensibilizzare coloro che sono meno attivi online?
Sì, penso che su breve termine possa permettere alle persone che non sono attive e militanti di avere una reazione, mentre su lungo termine penso che il cinema, così come il teatro e la letteratura sia un mezzo per creare cultura.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array