Cinema Novo, di Eryk Rocha

In tour per le sale italiane il documentario dedicato alla generazione brasiliana dei Glauber Rocha, de Andrade, Nelson do Santos, Leon Hirszman, Ruy Guerra, Walter Lima Jr., Paulo Saraceni…

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Erano giovani (e) arrabbiati, Glauber Rocha, Joaquim Pedro de Andrade, Nelson Pereira do Santos, Leon Hirszman, Ruy Guerra, Walter Lima Jr., Paulo César Saraceni e tanti altri ancora e hanno dato vita a una delle correnti cinematografiche più determinanti di sempre. Il Cinema Novo brasiliano, sempre contro, sempre infuocato. Eryk Rocha (figlio di Glauber) ce lo racconta nel documentario dedicato proprio alla nuova onda che colpì il Brasile negli anni ‘60 dopo la lezione del Neorealismo italiano, gli echi della Nouvelle Vague francese e l’imprescindibile influenza del cinema sovietico. Cinema Novo, questo è il titolo dell’opera premiata come miglior documentario al festival di Cannes 2016 e da qualche giorno in tour nelle sale italiane, ripercorre i tumulti di un movimento di denuncia e mutazione per l’intero panorama cinematografico mondiale.
Il documentario raccoglie testimonianze degli stessi registi alternate ai frammenti dei loro film, parlando attraverso quelle immagini che volevano destare dal torpore della cultura dominante, della tirannia hollywoodiana e far sì che esistesse un cinema capace di dare vita alla rivoluzione.

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“Non ci piacevano i nostri film perché eravamo amici ma eravamo amici perché ci piacevano i nostri film”. Perché i registi di questo movimento condividevano la stessa ispirazione e lo stesso scopo, “un’idea in testa e una macchina da presa in mano” recitava il Manifesto. Attraverso il cinema la lotta e la denuncia prendevano forma e si scuotevano le coscienze, si parlava dei soprusi, dell’esasperazione degli emarginati, della fame dei contadini (Antonio das mortes di Glauber Rocha, forse il film più noto dell’intero periodo) ma cercando di mantenere la massima libertà espressiva. Ogni regista pronunciava la propria originalità pur crescendo con e negli altri, alimentando questo fuoco espressivo e trovando sempre più elementi in comune nonostante le differenze formali, afferma Gustavo Dahl.

Eryk Rocha fa scorrere i frammenti di un’epoca lasciando parlare le immagini, quel cinema, e affidandosi completamente al montaggio, vera forza di questo lavoro. Le interviste di repertorio dei registi scorrono sui fotogrammi che ci vengono proposti anonimamente al fine di colpire, interessare lo spettatore, quella di Rocha figlio non è una lezione didattica sulla storia del Cinema Novo brasiliano, piuttosto un’elegia che ha come scopo quello di scuotere ancora. Perché il discorso politico di quei registi, nonostante la fulminea fine del movimento, possa valere ancora oggi e se ne possa conservare lo spirito.

Le sale che proiettano il film (QUI per aggiornamenti)

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