Classe Z, di Guido Chiesa

Forte di una buona base Classe Z diverte e riesce nella sua semplicità, ma il risultato complessivo non rischia fino in fondo e rischia di tarpare le ali ai personaggi e alla consistenza del film

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Per gli studenti dell’ultimo anno del liceo Cartesio c’è una novità: gli alunni problematici e svogliati sono stati spostati nella sezione H, creata appositamente per loro. L’anno sembrerebbe passare tranquillamente, gli alunni posso fare quello che vogliono, i professori hanno deciso di lasciar perdere in partenza…fatta eccezione di uno: il giovane Andreoli, nuovo professore di Lettere, fiducioso nella potenza dell’insegnamento e cresciuto nell’adorazione del professor Keating de L’Attimo Fuggente.

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Classe Z di Guido Chiesa si muove nel familiare ambiente del liceo, contenitore reale di ottime storie e teatro di folli personaggi. Qui il regista decide di lasciare la storia in mano ai giovani attori, e lascia i grigi e troppo adulti professori dietro ai banchi della commissione scolastica e alle cattedre.
L’azione principale è quindi in mano agli studenti disastrosi e esuberanti della classe H: Ricky il buffone che con i suoi scherzi cerca infinite visualizzazioni su Youtube, Stella la fanatica della moda, Viola l’introversa solitaria, Julian il silenzioso, Yuri lo scorbutico e pluriripetente, Ugo l’erotomane e i due gemelli cinesi Chang e Yang che lungi dal socializzare con gli altri, spendono tutto il tempo fra di loro.

L’idea di Classe Z può non essere delle più originali, però i personaggi del film di Guido Chiesa riescono a non essere ridotti a vuoti stereotipi grazie a una recitazione giovane per lo più di buon livello e a una sceneggiatura ben scritta (dallo stesso regista con Alessandro Aronadio e Renato Sannio), lineare, mai noiosa ma dotata di un ottimo ritmo e credibilità. Ad esempio, la passione del professor Andreoli per l’universo del collegio Welton di Peter Weir, convince lo spettatore divertendolo, aiutato dal volto comico di Andrea Pisani che risulta purtroppo molto meno convincente nella parte drammatica che lo riguarda. Forte di una buona base il film di Guido Chiesa diverte grazie a una storia che pur avendo passaggi facili da prevedere riesce comunque a renderli gustosi, un’opera semplice che riesce a divertire e a intrattenere lo spettatore.

classezetaQuesto buon film, va detto, scivola però in alcuni momenti che minano la sua riuscita totale: un grande merito è quello di lasciare l’azione in mano ad attori giovani per lo più sconosciuti o esordienti senza il bisogno di avvalersi necessariamente di grandi nomi (basti pensare alla locandina del film). Ma una volta che in un certo senso si è scelto di rischiare (per motivi di budget certamente, ma non solo), perché non rischiare fino in fondo? Il film di Chiesa non riesce a mettere da parte quel blocco che frena molte storie del nostro cinema, che tarpa i personaggi, rischiando di portare tutto sullo stesso livello. In questo caso perché non rendere gli alunni perfidi fino in fondo, insistendo ancora di più (in chiave di commedia ovviamente) sulla dimensione della solitudine adolescenziale che finisce in seguito per accomunarli? Perché invece si sceglie spesso di caratterizzali inserendoli nel mondo dello sponsor Scuolazoo, finendo per rompere il distacco dalla realtà e rovinando in certi casi la coerenza estetica delle immagini?

Viene da pensare a Mean Girls, dove l’universo del film di Mark Waters era intessuto di personaggi interamente perfidi e quindi iconici, dotati di caratteristiche che rasentavano una ferocia quasi grottesca. Si tratta certamente di mondi molto differenti, di differenti modi di narrare e di licei in cui vigono diverse regole e diverse stratificazioni sociale, ma qualcosa di molto pop accomuna le due pellicole (molto di più rispetto al lontano compare italiano, La scuola). Ci sembra che quel che manca all’universo di Classe Z sia proprio quel tipo di forte sottolineatura, quella consistenza che viene ben accennata ma mai del tutto raggiunta.

 

Regia: Guido Chiesa
Interpreti: Andrea Pisani, Greta Menchi, Enrico Oetiker, Alice Pagani, Luca Filippi, Armando Quaranta, Francesco Russo, Alessandro Preziosi, Antonio Catania
Origine: Italia 2017
Distribuzione: Medusa
Durata: 92′

 

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