Come ti divento bella, di Abby Kohn e Marc Silverstein

La comicità della Schumer è quanto mai necessaria, come una vomitata o un attacco di diarrea, per liberarsi dal virus della bellezza, psicosi dei nostri tempi.

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La bellezza è la vera psicosi. Sicuramente non l’unica ma è certamente una delle protagoniste del momento, un’affascinante deformazione che ammalia milioni di donne e ragazze. Una malattia che veicola un’altra serie di concetti diabolici: perfezione, purezza, simmetria, staticità. Forse il virus della bellezza si è approfittato del calo immunitario di certi anticorpi, valori reali per cui combattere o semplicemente la necessità di un pezzo di pane da mettere sotto i denti. Pane, sì. Carboidrati. La bellezza invece ha preso il sopravvento, è un bene prezioso che va posseduto a tutti i costi, manco fossimo tutte la Regina di Biancaneve. Quando ci guardiamo allo specchio ci disperiamo per ogni bozzo imperfetto, per ogni segno sulla pelle candida. Scopriamo presto di non essere conformi a questo canone ideale che ci vuole immobili, impeccabili, meravigliose. “You are pretty but non gorgeous. You are approachable” dice Tilda Swinton ad Amy Schumer in Un disastro di ragazza.

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Renée Bennet è da sempre insicura del suo aspetto fisico ma dopo una caduta e una botta in testa si risveglia convinta di essere magra e attraente, spiritosa e sexy. Da quel momento Renée diventa una donna di successo, sicura di sé.  Come ti divento bella, scritto e diretto da Abby Kohn e Marc Silverstein (sceneggiatori de La verità è che non gli piaci abbastanza e Single ma non troppo) ruota attorno al virus della bellezza e allo straordinario corpo comico di Amy Schumer, impacciata, disturbante, leggermente sovrappeso. Una bionda certo, ma non la classica dalle gambe sottili e chilometriche, il vitino di mosca e le ciglia lunghe e languide. Non quella che mozza il fiato, non nell’immediato almeno. Ad abbagliarci è la “missione” che la comica porta avanti a partire dal suo Inside Amy Shumer, che non è quella di mozzare il fiato ma di liberarlo da quel corpetto stretto in cui da sempre siamo costrette. Ridiamo sguaiatamente mentre guardiamo la Schumer, proviamo imbarazzo nei i suoi confronti, verso le sue disavventure. Perché anche noi abbiamo compiuto gesti deplorevoli, abbiamo perso il controllo della nostra eleganza, del nostro corpo, del nostro maledetto portamento. La Schumer ci libera ogni volta dalla famosa “scopa che sta lì”, dove proprio non dovrebbe stare. La sua comicità è quanto mai necessaria, come una vomitata o un attacco di diarrea. Via via, buttare via tutto. Lasciare andare.

Il messaggio, anche in Come ti divento bella, non è “quel che conta è essere belli dentro”, ma non mentire su quello che sei, dentro o fuori non importa. Siamo animali anche noi, emettiamo suoni quando mangiamo, espelliamo liquidi e solidi, inciampiamo spesso e volentieri. Forse cadendo più spesso potremmo finalmente liberarci di quel cartellino che ci sventola dal sedere e che ci classifica come oggetto sessuale a disposizione. Cosa che siamo, volendo, ma quando e come ci pare a noi. Perché si suda, il trucco cala e il rossetto si sbafa. Il corpo col tempo smette di stare tutto impettito col naso all’insù…davvero vogliamo affibbiargli tutto questo stress? In questo senso l’operazione compiuta dalla Schumer è fondamentale perché sgonfia le pubblicità, i videoclip e gli scatti alla moda. Anche le commedie rosa, quelle con cui siamo cresciute rovinandoci pasti e uscite serali. Uscite in cui poteva capitare, dopo aver bevuto un po’ troppo, di vomitare a getto sull’asfalto. Con i capelli appiccicati alla fronte, emettendo orribili suoni da Tyrannosaurus Rex.

Amy Schumer nel film dei due sceneggiatori poteva essere spinta ancora di più al limite. Come un dinosauro gigante e spaventoso, il suo è un corpo che va liberato da ogni freno, la sua bocca deve farfugliare e ingurgitare senza sosta. Come fanno tutta una serie di comiche, investite del sacro compito di smentire convenzioni che ci vogliono impacchettate e infiocchettate. Tutte siamo state almeno una volta con la testa nel bidet, il sedere sul water e la lucidità mentale chissà dove. Ricordate la disavventura della sorella di Sarah Silverman (vedi lo special Speck of Dust)? Non siamo teneri uccellini che aprono il beccuccio e sputano fuori boccioli di rosa. Anche noi quando abbiamo la febbre siamo verdi di nausea.
In Come ti divento bella si ride, tanto, e possiamo anche farci andar bene finali retorici e soliti sviluppi narrativi. Ma Amy la vogliamo total black come nel suo special comico The Leather Special. E che non si dica che non tutte le donne possono indossare la tutina di pelle.

 

Titolo originale: I Feel Pretty

Regia: Abby Kohn e Marc Silverstein

Interpreti: Amy Schumer, Michelle Williams, Emily Ratajkowski, Naomi Campbell, Tom Hopper, Lauren Hutton

Distribuzione: Lucky Red. Con Universal Pictures

Durata: 111′

Origine: Usa/Cina 2018

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