Conversazioni Atomiche, di Felice Farina

Una commedia-documentario on the road che ha il nobile scopo di rendere più fruibile le nozioni di fisica, astrofisica e neurofisiologia facendo conoscere volti e luoghi della ricerca in Italia

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In una società moderna dai continui reflussi neoprimitivi tesi a corrodere ogni evidenza scientifica, Felice Farina gioca una carta controcorrente e propone una commedia-documentario che ha il nobile scopo di rendere più fruibile le nozioni di fisica, astrofisica e neurofisiologia facendo conoscere volti e luoghi della ricerca in Italia. Il tono è scherzoso sul modello Gregorettiano e alleggerito dai duetti dello stesso Farina con il fido aiutante Nicholas Di Valerio (autore della musica e coautore della sceneggiatura), moderni Don Chisciotte e Sancho Panza alle prese con i mulini a vento dei misteri dell’universo. Il comune denominatore è partire dal dato empirico e formulare ipotesi: solo questo metodo galileiano ha consentito di conseguire traguardi importanti nel campo delle Scienze.

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Si parte dall’istituto nazionale di Fisica Nucleare a Frascati dove è stato costruito il primo sincrotone (un acceleratore di particelle) per arrivare all’istituto di Neurofisiologia dell’Università di Milano dove il prof Marcello Massimini prova a misurare la coscienza.
Tutte le tappe del viaggio on the road sono costellate da aneddoti, scoperte fortunate, passioni infinite che hanno portato i diversi professori, scienziati, ricercatori a confrontarsi con anomalie e variazioni nelle osservazioni: le apparenti divergenze tra teoria della relatività e meccanica quantistica, la materia e l’antimateria, la “dark matter” e la ossessione della precisione nel misurare il tempo, il silenzio cosmico e la violazione del principio di esclusione di Pauli, i campi gravitazionali e il rumore sismico che ostacola la rilevazione, l’entanglement e la possibilità di una azione fantasma a distanza tra particelle. Quando sentiamo le frasi chiare e lucide di Adalberto Giazotto (scomparso nel 2017) sul suo interferometro Virgo o ascoltiamo i postulati filosofico-matematici di Giovanni Amelino Camelia, i problemi di fisica sembrano casi alla Sherlock Holmes da scrivere su di una lavagna col gessetto, enigmi multi-stratificati in cui ci si perde a trovare una soluzione.

La parte più riuscita è la salita dall’osservatorio astronomico di Monte Porzio (osservatorio “cieco” costruito da Mussolini per fare bella figura con Hitler in visita a Roma) verso i 2200 metri di Monte Imperatore in provincia de L’Aquila. Nel buio della notte e senza l’inquinamento luminoso della città, è più facile dare un nome alle stelle, separare le rosse (fredde/vecchie) dalle azzurre (calde/giovani), scoprire tra i corpi luminosi delle galassie i movimenti degli asteroidi. Il momento più toccante sono le parole del fisico Amelino Camelia che rivelano il senso di questo viaggio: quando ci confrontiamo con dei fenomeni fisici e proviamo a misurarli in realtà ci stiamo confrontando con qualcosa che sta al di fuori di noi; la certezza di questo qualcosa fuori dalla nostra coscienza è forse il significato della nostra esistenza. Divertentissimo l’aneddoto del fisico austriaco Bruno Touscheck che negli anni 50 ha un incidente in moto nei pressi di Vermicino e, ricoverato in ospedale, viene scambiato per un pazzo delirante rischiando l’elettroshock: per fortuna interviene il giovane neurofisiologo Valentino Von Braitenberg con una frase che può essere il manifesto ironico del film: ”Non è detto che il paziente deliri, potrebbe trattarsi di un fisico..”.

Girato con un piglio educativo quasi Rosselliniano, Conversazioni Atomiche ha il pregio di fare avvicinare al mondo della scienza con umiltà e intelligenza, mitiga le asperità contenutistiche con la sdrammatizzazione e il sorriso, e conferma il detto che “Quando l’umanità si sarà estinta la scienza sarà l’atto più nobile che ci lasceremo dietro…”.

Regia: Felice Farina
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà – Nina Film
Durata: 84′
Origine: Italia, 2018

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