Corniche Kennedy, di Dominique Cabrera

Non è la dinamica adolescenziale ad avere importanza e tanto meno le sfumature gangster del film. Conta solo la pura giovinezza e tutto ciò che arriva da fuori è solo una scomoda interferenza.

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La Corniche Kennedy a Marsiglia è un tratto di strada che costeggia il mare, un lungo cornicione che divide l’asfalto dalle rocce. Durante l’estate un gruppo di ragazzi dei quartieri malfamati a nord della città, s’impadronisce del muro che delimita il mare e lo usa per sfidare la morte tuffandosi nell’acqua fresca. Un giorno Suzanne, ragazza della Marsiglia bene, entra a far parte del gruppo e stringe una forte amicizia con Marco e Mehdi.

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Tratto da un romanzo di Mylis de Kerengal, Corniche Kennedy potrebbe essere iscritto nel genere teen movie con sottili sfumature gangster. Ma incorniciare il film di Dominique Cabrera in un genere preciso sarebbe riduttivo e irrispettoso. Sebbene ai lati di una storia estiva fra adolescenti si stagli l’ambiente malfamato dei criminali, tutto il film è incentrato sulla pura giovinezza e ciò che s’intromette e disturba l’idillio dei ragazzi è solo una scomoda interferenza. Grigio appare il mondo di chi è più grande, che sia dalla parte della legge o da quella della criminalità, poco importa. Interferisce comunque con la vita intesa nel suo senso più pieno, al di là di quella bolla fatta di spruzzi e minuti  interminabili tutto è spento e smorto. Lo dice Medhi stesso ad Awa, commissario di polizia che gli consiglia, fra le altre cose, di smettere di tuffarsi. “Guardati piccola poliziotta è come se tu non fossi qui. Sei spenta, io scintillo.” Di quella parte di vita si sta parlando. Quella che scintilla in ogni caso, nella felicità più assoluta e nella tristezza più disperata.

Nonostante tutti gli sforzi della polizia siano diretti verso il malavitoso Abder, sono i bei giovani ad essere davvero imprendibili, a continuare a sfuggire, sfidando l’altezza e scivolando via dalle mani di chi quell’età non ce l’ha più e mai più ce l’avrà. Questa bellezza tangibile ma inafferrabile è perfettamente restituita dalla conturbante Lola Créton nei panni di Suzanne: colma di questa gioventù, l’attrice è quasi sempre silenziosa ma sprigiona dagli occhi scuri forza e ostinatezza, come se stesse continuamente urlando a chi guarda la sua età e la sua avvenenza.
Quando è estate Madame Bovary e Edipo Re diventano complessi, soprattutto se si possono dare le spalle nude al sole per tutto il giorno o se si può sfidare la morte che sembra lontana anni luce insieme alla povertà e al disagio dei quartieri malfamati. Il discorso politico e realistico s’inserisce alla perfezione in una dimensione prettamente poetica. Contano principalmente gli attimi che d’estate si allungano in eterno. E questo la regista algerina sembra ricordarlo bene.

 

Titolo originale: id.

Regia: Dominique Cabrera

Interpreti: Lola Créton, Kamel Kadri, Aïssa Maïga, Alan Demaria

Origine: Francia, 2016

Distribuzione: Kitchenfilm

Durata: 94′

 

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