"DA SODOMA A HOLLYWOOD"
Il Torino International Gay&Lesbian Film Festival celebra quest'anno la sua XXI edizione: 21 anni dedicati al grande cinema che esplora e costruisce l'immaginario queer. Dal 20 al 27 aprile 2006.
"DA SODOMA A HOLLYWOOD"
21° TORINO INTERNATIONAL GAY&LESBIAN FILM FESTIVAL
20 – 27 APRILE 2006
Il Torino International Gay&Lesbian Film Festival celebra quest'anno la sua XXI edizione: 21 anni dedicati al grande cinema che esplora e costruisce l'immaginario queer. Grazie a una curata selezione di film, anno dopo anno il Festival è divenuto una delle principali occasioni di dialogo e confronto per la comunità queer, come per il grande pubblico. Il Festival ha anche il merito di aver fatto conoscere in Italia registi come François Ozon, Gus Van Sant, Derek Jarman, Todd Haynes e, recentemente, Eytan Fox e Apichatpong Weerasethakul.
Non solo: il Festival ha anche fatto riscoprire autori e registi in parte dimenticati dal pubblico.
FILM D'APERTURA E FUORI CONCORSO
Il Festival si apre con l'anteprima italiana di Rent diretto da Chris Columbus, la versione cinematografica dell'omonima rock-opera in scena a Broadway – con grande successo di pubblico oltre che pluri-omaggiata (tra cui il premio Pulitzer) – è stata scritta da Jonathan Larson sulla falsa riga della Bohème di Puccini e racconta le storie di un gruppo di artisti dell'East Village a New York in lotta continua tra vita, amore, successo, povertà e aids.
I titoli fuori concorso sono: Le temps qui reste di François Ozon, dove "il tempo che resta" sono i pochi mesi di vita che rimangono a un giovane fotografo di moda, di grande successo, cui è stato diagnosticato un cancro senza speranza alcuna di trattamento medico. Tra gli interpreti figurano Jeanne Moreau e Valeria Bruni-Tedeschi, raggianti presenze femminili nel film che lo stesso Ozon (di cui ricordiamo i recenti 5×2 – Cinq fois deux, Swimming Pool e soprattutto Otto donne e un mistero), ha definito come seconda parte di una "trilogia sul dolore", di cui Sotto la sabbia (con Charlotte Rampling) sarebbe stata la prima.
Altro titolo è Happy Endings di Don Roos, già regista del fortunato The Opposite of Sex, che qui presenta un film in cui le più svariate storie di incontri casuali, opportunità mancate o brucianti segreti si incrociano e si intrecciano in un mosaico ironicamente costruito per chi pensava di sapere già tutto sull'amore e sugli amori… Nel cast Laura Dern (Cuore selvaggio, Jurassic Park).
Paul Vecchiali, che compirà 76 anni il giorno dopo la fine del festival, il 28 aprile, presenta il mediometraggio Bareback per parlare di questo fenomeno sempre più diffuso in alcune comunità gay negli Usa di sfidare l'aids facendo sesso senza alcuna protezione per "regalare" il virus al partner, mentre nei paesi europei spesso si fa uso di questo termine semplicemente per dire che si fa sesso non protetto. Di lui si era visto a Torino dieci anni fa, l'episodio Les larmes du sida (Lacrime dell'aids) del film a episodi sul malefico virus L'amour est à réinventer (L'amore è da reinventare).
Infine una storia trans: Breakfast on Pluto dell'inglese Neil Jordan (Crying Game, Michael Collins, The Botcher Boy) ci racconta la storia di vita di Patrick/Patricia "Kitten" Braden, figlio della più profonda provincia irlandese che farà una roboante carriera da star singer nel cabaret trans nella Londra degli anni 60 e 70.
CONCORSO INTERNAZIONALE
Come ogni anno quattro le sezioni competitive: Lungometraggi, Cortometraggi, Documentari e Video (medio e lungometraggi). Tutti i film in concorso saranno visionati da quattro giurie internazionali che assegneranno il Premio Ottavio Mai al miglior Lungometraggio e un premio per ognuna delle altre sezioni. Per ogni sezione competitiva è inoltre previsto un premio del pubblico.
Alcune anticipazioni: El calentito (Spagna) di Chus Gutierrez, ambientato negli anni 80 e ispirato al tentato golpe in parlamento del colonnello Antonio Tejero Molina con un cameo di Pedro Almodovar; Fremde Haut (Germania/Austria) di Angelina Maccarone narra la storia di una migrante iraniana in Germania che per ottenere l'asilo politico si finge uomo; l'indiano Sancharram di Ligy J. Pullappally, suggestivo "viaggio" del desiderio lesbico nel mondo dei matrimoni arrangiati, e Go West di Ahmed Imamovic, coproduzione Bosnia Erzegovina/Croazia, cameo e sostegno produttivo di Jeanne Moreau.
Nella sezione documentari è interessante l'ampia presenza di film sul tema transgender, tra cui
Between the Lines di Thomas Wartmann sul "terzo gender" in India, le hijras molto diffuse nel subcontinente indiano.
Infine da segnalare il corto La China per la regia di Atonia San Juan, meglio nota come una delle attrici culto della corte almodovariana, qui esordiente dietro la cinepresa.
PANORAMA
Tre sezioni (fiction, doc e corti) non competitive fuori formato con la più recente e interessante produzione in pellicola e video.
RETROSPETTIVA: KEN RUSSELL – 50 ANNI DI CINEMA
Il Festival arriva alla sua XXI edizione con una retrospettiva dedicata ad uno dei più affermati registi britannici: Ken Russell. Iniziata nel 1956, dopo aver fatto il fotografo e il danzatore, la sua carriera ha oggi 50 anni e dimostra la stessa energia eclettica degli inizi. Il pubblico potrà apprezzare numerosi film e programmi televisivi (soprattutto alcuni dei più brillanti da lui realizzati negli anni 60 con grande attenzione al dettaglio e al contempo dispersivo nelle visioni più opulenti), tra cui gli imperdibili cult Donne in amore, I diavoli, L'altra faccia dell'amore, Tommy e Messia selvaggio.
OMAGGI
Un significativo omaggio sarà dedicato al regista francese Alain Guiraudie – nuovo talento cinematografico – presentando tutti i film da lui realizzati a partire dai primi anni 90. Il suo universo particolare e accattivante è tutto da "scoprire", dalla poesia stralunata emersa nei corti e mediometraggi (da Les héros sont immortels a Ce vieux rêve qui bouge), all'universo onirico del primo lungo Pas de repos pour les braves – ispirato a un suo romanzo mai pubblicato e candidato alla Caméra d'or a Cannes 2003 – fino al paesaggio filosofico, medievale post-atomico, del più recente Voici venu le temps (2005).
La regista statunitense Barbara Hammer sarà al centro del secondo omaggio: artefice di un cinema sperimentale e indipendente, attiva a New York, forgia da oltre trent'anni l'immaginario "altro" con corti e documentari, focalizzando sensualità, sessualità, potere e potenzialità femminili, non trascurando invenzioni formali e sperimentazione nel montaggio. Tra i titoli presenti, la trilogia della "storia lesbica femminista" che comprende il più noto Nitrate Kisses, Tender Fictions e History Lessons, tutti e tre collage affascinanti di materiali d'archivio e girato originale, e Resisting Paradise, inchiesta sulla resistenza femminile nel sud della Francia durante la seconda guerra mondiale.
Un terzo tributo sarà dedicato al regista di Hong Kong Yonfan (Colour Blossom) e alla sua trilogia, che comprende Bugis Street, Bishonen and Peony Pavillon. Il suo punto di vista, visionario e psichedelico, ci guida attraverso le folli passioni di non poche contraddizioni dell'Estremo oriente con storie e personaggi moderni e del passato.
MOVIE&MUSIC DIVAS:
Quest'anno si inaugura una nuova sezione che riprende il concetto di icona queer per omaggiare un'attrice con una carriera parallela da cantante o, viceversa, una cantante cimentatasi anche nel mondo del cinema. Quale inizio migliore di Cher, diva dai mille talenti che ha saputo inventare e reinventarsi continuamente una carriera che dura con successo da 4 decenni, senza eguali? Tra i film, Stregata dalla luna e un'antologia delle sue apparizioni musicali.
EUROPA MON AMOUR: transIstanbul
Europa Mon Amour allarga i suoi confini fino a includere la Turchia. Oriente e Occidente transitano e si influenzano divise da un lembo di mare. Le categorie occidentali risultano inadeguate e riduttive a descrivere la realtà turca. Eppure anche a Istanbul locali, associazioni e stili di vita si avvicinano sempre più a ciò che è riconoscibile in Europa. Con la proiezione di corti, documentari, lungometraggi e video d'artista si cercherà di rendere la complessità inclassificabile e viva di quel paese.
VOICE OVER
Sezione sperimentale con opere dello svizzero Marc Bauer, due nuovi Body Double di Brice Dellsperger, i corti in bianco e nero della francese Aurélia Barbet e altre scoperte digitali e non.
PORNO VISIONS
Quest'anno si focalizza il porno in chiave punk e transgender: da Mister Nude Punk America del francese Donatine Viesmann a TrannyFags – A Gender F*cking Porno dell'americana Morty Diamond passando ironicamente per Le Nicoeur del francese HervéòJoseph Lebrun, titolo dal gioco di parole intraducibile.
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