Diario di un maniaco perbene, di Michele Picchi

La vita di Lupo è appesa a un filo. Nel suo tram tram quotidiano gioca a tira e molla con il cappio che scende leggiadro e flessuoso dalla trave di legno del suo tetto. Tira e molla che fa il verso allo spastico alternarsi della sceneggiatura, tra trovate a brillanti e discese incredibilmente banali

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La vita di Lupo è appesa ad un filo. Una corda che scende leggiadra e flessuosa dalla trave di legno del tetto nel suo attico su Roma e che lo richiama a sè come il corpo di una donna. C'infila la testa, preso da una voglia strana e malinconica. Quella di farsi del bene, facendola finita. I suoi turbamenti sono relegati alla voce interiore cupa, chiusa all'ultimo piano, che percepisce solo lui, com'è ben nascosta all'altezza del derma.

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La vita fuori però entra senza sosta e preavviso dall'affaccio sulla città eterna e la sua potenza vince ogni resistenza autolesionista. Lupo la prende per mano e la passeggia per le strade, con spessi occhiali da sole, mentre indossa l'epidermide da giorno con cui si mostra agli altri sereno e flessibile. Nel suo tram tram quotidiano di lotta ad armi impari con il grigiore del subconscio, tira e molla con il cappio e l'idea di morte che si porta dietro, i raggi 'inaspettatamente', come in ogni favola moderna che si rispetti, prevalgono. Il loro proiettore è la donna, di qualsiasi età, estrazione sociale e con qualsiasi qualità, un minimo particolare che possa farla eccezionale ai suoi occhi di pittore con super attico, ma anche 9 mesi di astinenza da pennello e le compagne che puntualmente lo mollano ad ogni buona occasione. Apolide sempre e comunque, nettamente dotato di un'incapacità di fondo di adeguarsi al reale perchè 'ho necessità di stare solo e male per aguzzare l'intelligenza' si ripete come un mantra.

Nello stile surreale e favolistico che Picchi delinea, grazie alla prodigiosa fotografia di Duccio Cimatti, nessun finale catastrofico trova spazio per alimentarsi, ma un agevole e comodo abbraccio con la ragazza della porta accanto che salva la vita. Allora il tira e molla con il cappio è l'atto creativo finale che tramuta l'oggetto di morte in oggetto per la vita. Tira e molla che fa il verso allo spastico alternarsi della sceneggiatura, tra trovate a dir poco geniali e discese incredibilmente banali. Le prime s'imprimo sull'intero arco temporale come fulmini a ciel sereno, quello di uno sfondo tranquillo, in cui i monologhi disegnati in modo poco audace, adagiano la creazione su una spiaggia sicura, riuscendo comunque a ricavarne un posto al sole.

 

Titolo originale: Diario di un maniaco perbene
Regia: Michele Picchi
Interpreti: Giorgio Pasotti, Ninni Bruschetta, Danila Stalteri, Valentina Beotti, Valeria Ghignone, Tatiana Lepore, Angela Antonini
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Cydia in collaborazione con Mariposa Cinematografica
Durata: 87'

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