"Diverso da chi?" di Umberto Carteni

diverso da chi di umberto cateni

Carteni cerca di muoversi con leggerezza su un territorio che è stato spesso calpestato con eccessiva pesantezza e tuttavia, nonostante l’apprezzabile tentativo di dar vita a un’interessante commedia sofisticata, la sua opera non riesce a trovare un registro espressivo costante che permetta di collegare organicamente tra loro le varie parti del discorso

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diverso da chi?La metafora del canottaggio apre l’opera prima del regista Umbero Carteni e introduce l’intesa e l’affiatamento che sono alla base della relazione sentimentale che lega Piero (Luca Argentero) a Remo (Filippo Nigro). Più avanti la stessa metafora tornerà a rimarcare la rottura di questo equilibrio iniziale quando Piero, candidato per la coalizione di centro-sinistra alle elezioni comunali della sua città, e intenzionato a farsi portavoce dei diritti degli omosessuali, precipiterà in un’irrefrenabile attrazione per Emma (Claudia Gerini), la “furia centrista”, divorziata ma legata ai valori tradizionali della famiglia, che gli viene affiancata in campagna elettorale con lo scopo di bilanciare le sue idee progressiste e scomode. L’infrangersi e il ricomporsi dell’ordine iniziale conducono così nel finale alla creazione di un ordine nuovo in cui l’omosessualità e l’eterosessualità perdono il loro valore discriminante così da rendere possibile una rivalutazione del concetto di “famiglia”.
Diverso da chi?  si apre con dei buoni propositi e, utilizzando l’attività politica del protagonista come punto di connessione tra una dimensione privata e una pubblica, tenta di proporre una lettura problematica del rapporto tra “normalità” e “diversità” sullo sfondo di una Trieste eletta a modello di città dell’Italia settentrionale.
La satira sembra essere il registro prescelto per raccontare la prima parte del film e, nonostante la ridondanza di moltissimi stereotipi sulla situazione politica italiana, l’architettura narrativa dell’opera non perde di fluidità e si regge sull’ottima caratterizzazione dei personaggi, anche di quelli secondari come Serafini (Giuseppe Cederna), Corazza (Antonio Catania) e soprattutto il sindaco Galeazzo (Francesco Pannofino), il cui agire politico, di marca esplicitamente leghista, viene narrato in modo preciso, sintetico e macchiettistico. Eppure strada facendo il film perde buona parte dei connotati iniziali e finisce per focalizzare (in modo eccessivo) l’attenzione sulla relazione tra Piero e Adele facendo perno sul tema del ribaltamento della “normalità”: Piero teme di rivelare al padre la propria relazione con Adele, tenta in tutti i modi di resistere all’attrazione nei suoi confronti, si dispera per essere riuscito (fisicamente) ad avere un rapporto sessuale con lei, e finisce per mettere a dura prova la propria identità.

Carteni cerca di muoversi con leggerezza su un territorio che è stato spesso calpestato con eccessiva pesantezza e tuttavia, nonostante l’apprezzabile tentativo di dar vita a un’interessante commedia sofisticata, la sua opera non riesce a trovare un registro espressivo costante che permetta di collegare organicamente tra loro le varie parti del discorso. Il ritmo della storia stenta a crescere nella parte centrale del film per poi calare vertiginosamente nel finale; ne consegue una paralisi dell’impianto narrativo che trasforma un soggetto denso di spunti interessanti in un film che non aggiunge né toglie molto all’attuale panorama del cinema italiano.

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Regia: Umberto Carteni
Interpreti: Claudia Gerini, Luca Argentero, Filippo Nigro, Francesco Pannofino, Giuseppe Cederna

Distribuzione: UIP
Durata: 100'

Origine: Italia, 2008

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