Domani, di Cyril Dion e Mélanie Laurent

Il documentario Domani di Mélanie Laurent e Cyril Dion va alla ricerca di piccole grandi soluzioni a problematiche che oggi come non mai interessano il mondo a tutto tondo

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Qual è la differenza tra complicato e complesso? Esattamente da qui partono i registi del documentario Domani. Diretto dall’attrice Mélanie Laurent, che nel suo bagaglio vanta due lungometraggi e due corti e dall’attivista/produttore e scrittore Cyril Dion, il progetto, nato nel 2011, ha richiesto un lungo travaglio, probabilmente alla ricerca dello stile giusto per la divulgazione delle tematiche. L’apertura del film, così come il seme stesso, è lo studio pubblicato nel 2012 sulla rivista Nature, la quale, con un certo catastrofismo, mette in guardia popolazioni e organi di governo sugli effetti a lungo termine dei cambiamenti climatici.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

A fronte di un prologo così allarmista, i due registi ci accompagnano in un cammino che tocca dieci paesi, ponendo quesiti e scovando come abilissimi segugi soluzioni possibili a problemi spesso non evidenti alla maggioranza. Il documentario è diviso in cinque capitoli: agricoltura, energia, economia, democrazia e istruzione ed ogni sezione si sobbarca lo sforzo di istruire e coinvolgere il pubblico; tenta di trasferire la facilità di certi piccoli gesti, l’importanza di essere la famosa goccia

2015_02_23_interview_cyril_dion_parle_du_film_demain_french_3nell’oceano di Gandhi, senza sentirsi così soli. Avendo gli argomenti una ricchezza e una estendibilità dialettica sovrumane, ci si sarebbe attesi un risultato diverso, magari un complesso villaggio di immagini straordinarie condite a dialoghi e chiacchierate alla portata di tutti. La maestria dei due registi, così come della troupe sempre a loro seguito, sta nell’essersi colorati di quelle immagini grandiose, di aver lasciato spazio geografico e riflessivo a menti per nulla didattiche, bensì disposte e interloquire anzitutto con loro stessi, con i loro demoni generati da una società edificata al contrario. La Laurent e Dion si defilano come spettatori, come gli alunni della scuola finlandese che ascoltano, mangiano e giocano con i loro insegnanti, avendo imparato che il concetto di autorità in Occidente non richiama per forza un deus ex machina, quanto un qualcuno disposto a stare al tuo passo, a guidarti come un Virgilio dantesco. Si tratta di una regia che giustamente ammicca verso i giovani, basti pensare alla camminata del gruppo sulle strisce pedonali stile Beatles, le riprese di viaggio che evidenziano la “normalità” che occorrerebbe a tutti per compiere imprese epiche come la loro. La travolgente colonna sonora di Fredrika Stahl culla violentemente l’inizio del film. Il brano World to come sigilla l’apertura come uno schiaffo di Golia raccontando l’esatto contrario della narrazione filmica, riuscendo però ad inserirsi come un antipodo perfetto al catastrofismo che affolla i notiziari. L’ottimismo oggigiorno è necessario, così come risollevare gli spiriti dal concetto che nulla potrà cambiare.tomorrow-2016-cyril-dion-mecc81lanie-laurent1

Sarà inevitabile per chiunque porsi certe domande dopo la visione. Abbiamo sempre pensato che il nostro sistema politico sia il più vicino alla perfezione, che l’agricoltura intensiva sia il mezzo unico per sostentare i bisogni e le necessità del popolo. Sarà realmente così? La grandezza di Domani sta nell’aver convogliato temi così esplosivi in un calderone di soffice ovatta. Il goal dei due autori appare come l’impossibilità di sottrarsi alla partecipazione, alla condivisione, soprattutto in un’era così dannatamente social. Loro parlano, cercano il confronto, ballano, ridono, si immergono nella grandezza del piccolo che vuol diventare gigante senza pestare i piedi agli altri. Se la Natura si muove in un sistema complesso, in interdipendenza, nella varietà di specie animali che dopo aver cacciato non pensano a vendere la propria preda per soddisfare l’economia oltre alla fame, perché non potremmo fare lo stesso? Il film non si prefigge il compito di illuminare come lo Spirito Santo, ma la magnificenza risiede davvero nell’intento, nel road movie alla ricerca di una universalità che non può e non deve riguardare la globalizzazione come unica salvezza.

 

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative