DRIVE IN Holy Motors: il making of del capolavoro di Leos Carax

Sul set di Holy Motors - La Samaritaine

Teaser, foto e poster del making of di Holy Motors, DRIVE IN Holy Motors, della filmmaker Tessa Louise-Salomé. Per rivivere ancora qualcuna delle emozioni provate dopo la visione del capolavoro di Leos Carax

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"Holy Motors non è un film sul cinema, o sugli attori. Ha preso forma subito, in poche settimane. Sono stato colpito dall'immagine di questa enorme limousine che trasporta un essere di vita in vita. Ho sentito che questa vecchia questione, 'raccontare una storia', poteva rinascere in un modo nuovo. Un film racconta una storia? No, racconta una vita. La storia di una vita? No, l'esperienza di essere vivi."

Leos Carax

 

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DRIVE IN Holy Motors: il making of del capolavoro di Leos CaraxEcco un teaser del making of di Holy Motors, che ci fa rivivere ancora qualcuna delle emozioni provate dopo la visione del capolavoro di Leos Carax, presentato a Cannes 65, poi in numerosi festival in tutto il mondo, finito nelle top ten 2012 e nel cuore di molti critici, miglior film dell'anno per i Cahiers du Cinéma.
La regista di DRIVE IN Holy Motors è la filmmaker Tessa Louise-Salomé, già assistente alla regia per Le petit lieutenant e fondatrice della società La Petite Maison Productions.

Nel documentario parlano i principali protagonisti dell'avventura Holy Motors: Édith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, lo straordinario Denis Lavant, attore totale che non a caso rifiuta l'idea delle suoi diversi ruoli come mimetismo:

"Non si tratta di scimmiottare un personaggio, ma di immergersi in un momento di umanità" e afferma di aver provato "giubilo, semplicemente il piacere di recitare": proprio come il suo Monsieur Oscar, che nel film giustifica la sua vita di radicali trasformazioni con la sublime risposta: "Je continue comme j'ai commencé. Pour la beauté du geste".

Lo stesso processo del mutamento nel diventare imprenditore, homeless, padre, killer, morente (il make up, il travestimento, l'indossare un nuovo personaggio, momenti che vediamo svelati all'interno dell'universo del film) è stato parte della sua esperienza: "Durante il processo di vedere me stesso trasformarsi in me stesso… ho usato quei momenti per esaminarmi e scoprire, durante quel processo, come queste trasformazioni si riverberavano su di me".

La scena ambientata nello spettrale ex magazzino La Samaritaine, quella in cui Monsieur Oscar e la donna misteriosa interpretata da Kylie Minogue tentano di "recuperare venti anni in venti minuti" è un ritorno sulla scena del delitto per Lavant, che era stato già lì in Les Amants du Pont-Neuf (1991), insieme a Juliette Binoche.

Sul set di Holy Motors - La SamaritaineInizialmente il personaggio della Minogue era stato scritto per la Binoche, ex compagna di Carax, come uno spettro o un ricordo di Les Amants; e al rifiuto di lei, è stato cambiato. In ogni caso, Carax ha dato un'altra motivazione per la scelta di girare tra quelle rovine: "Ho sempre amato questo luogo, ho seguito lo scandalo della sua chiusura, il licenziamento di centinaia di dipendenti. Ho sempre avuto il desiderio di andarci prima che lo trasformassero in un hotel di lusso, per filmare il guscio vuoto, come una nave fantasma incagliata lungo la Senna".

Anche il personaggio della vecchia homeless, che chiede l'elemosina sulla Senna, viene dall'osservazione diretta di Leos Carax e dal suo interesse per le persone ai margini della società e soprattutto i mendicanti.
"Un tempo pensavo di fare un documentario su uno di loro, o meglio, sul mondo che ci separa da loro" dice Carax, aggiungendo che alla fine ha optato per farne un personaggio di finzione: per quanto tentato dalla formula del documentario, ha sempre rinunciato "per il timore che realizzarne uno solo avrebbe richiesto tutta la mia vita".

La direttrice della fotografia Caroline Champetier (già collaboratrice di Godard, Jacquot, Doillon, di Carax per l'episodio Merde in Tôkyô! e coadiuvata in Holy Motors da Yves Cape, DP per Denis e Dumont) racconta che le trasformazioni di Mr. Oscar all'interno della limousine sono state riprese in studio, in un'automobile ricostruita, con le immagini della città proiettate sui finestrini.

Denis Lavant in in DRIVE IN Holy Motors: il making ofUna scelta dettata dalla richiesta di Carax di donare al film "un'atmosfera non del tutto realistica" e creare uno spazio immaginario che potesse rispondere alla sfrenata immaginazione di Mr. Oscar.

Carax ha una storia strana, fatta di impennate e cadute. Ancora sconosciuto, viene accolto dai dai Cahiers, ma la collaborazione è breve: come ricorda Serge Toubiana, "era là, silenzioso, intenso. Mi chiese se conoscevo il modo di ottenere finanziamenti per un cortometraggio. Gli proponemmo di collaborare ai Cahier. Scrisse qualcosa, difese Taverna paradiso di Sylvester Stallone, curò un reportage sul set di Sauve qui peut (la vie) di Godard. Mi propose immediatamente un articolo contro la linea dei Cahier. Lo trovai un po' prematuro e la cosa finì lì".

Viene celebrato come ragazzo prodigio (Boy Meets Girl nel 1984 e Mauvais Sang nel 1986), poi sfiduciato per il fallimento al botteghino di Les Amants, spesso frainteso (Pola X, adattamento geniale di Pierre ou les Ambiguïtés di Melville) se non addirittura ostacolato da un meccanismo produttivo che non ha più avuto fiducia in lui.

DRIVE IN Holy Motors: il making ofSemplicemente, afferma, la sfiducia del mercato nei suoi confronti non può minimanente eguagliare quella che lui nutre nei confronti del mercato; è vero, ammette, è stato per lungo tempo incapace di affrontare un film le cui regole fossero poste a priori nei termini di "è troppo costoso, è troppo complicato"; ma il marchio ingiusto del "regista megalomane che non sa contenersi nel budget" si è rivelato, alla fine, tristemente duraturo.

Lo stesso Holy Motors è stato reso possibile solo dall'ostinazione di quelli che Carax chiama alleati: come Albert Prévost, scomparso dopo le riprese. "Pur sapendo già di essere condannato, ha inseguito questo progetto per più di sei mesi, ricevendo un no da tutti i produttori di Parigi, fino al sì della Pierre Grise Productions. Grazie a lui è stato tutto possibile. Grazie a Lavant, fedele e fiducioso, a tutta la squadra, e a mia figlia, che ha capito che dovevo fare per forza questo film, accettando la lontananza".

Non sono modi di dire poetici o retorici: perchè Holy Motors, questo film magico, è davvero anche l'esito ribelle, e disperatamente innamorato, di una serie di dolori; come la morte – appena prima dell'inizio delle riprese – della compagna Yekaterina Golubeva, attrice musa di Bartas, Denis e Carax stesso.

Eva Mendes e Denis Lavant sul set di Holy Motors - making ofÈ stata lei a suggerirgli dai racconti di E.T.A. Hoffmann, l'idea di un uomo che scopre una porta nascosta, che dalla sua stanza da letto conduce in un teatro d'opera. Viene ricordata nel film non solo nella dedica finale ma in tutta la struggente aura di malinconia che circonda ciò che non può tornare mai più (la bimba che ci guarda dall'oblò, nella prima abitazione di Mr. Oscar, è sua figlia).

In una bella intervista rilasciata a Télérama, Carax ripercorre la storia atipica della sua carriera. Secondo lui sono indispensabili quattro elementi in concomitanza, per girare un film: "salute, complici, denaro, attori", e "spesso almeno due di questi quattro sono venuti a mancare". E leggere l'elenco dei suoi film mai girati, dagli anni ottanta fino ad oggi, fa venire l'acquolina in bocca, e un po' di nostalgia.

Leos Carax in DRIVE IN Holy Motors: il making ofNegli '80, un remake di Il grande caldo di Fritz Lang, con Johnny Hallyday e Nastassja Kinski; nei '90, troppi progetti per menzionarli tutti. I principali: Strong Girl, un film sulla musica, con Vanessa Paradis, Iggy Pop e David Bowie; Peter Ibbetson, un libero adattamento di un romanzo di George du Maurier, ambientato interamente nel mondo dei sogni, con Sharon Stone. Nei 2000: un libero adattamento di Dr Jekyll and Mr Hyde, ambientato nell'America post 11/9, con una donna come protagonista; Merde in USA, il seguito delle avventure di Monsieur Merde, con Denis Lavant che rapisce la modella Kate Moss (idea poi riadattata in Holy Motors nelle scene con Eva Mendes). E ancora, un libero adattamento di La bestia nella giungla di Henry James, ambientato nella Londra contemporanea.
 

Carax intende continuare a fare film perchè "il cinema è un'isola bellissima, con foreste oscure, radure soleggiate e un grande cimitero". Un luogo in cui "si arriva in segreto, da clandestini, dopo aver seminato i doganieri. E una volta che sei lì, la questione non è più se la vita è bella oppure no: la vedi infine, la vita stessa, davanti a te, come un paesaggio o un volto, scioccante e malefico". Un po' come un quadro di Böcklin, ma pervaso da una vita indomabile.

D'altronde, se deve citare un film e un regista, Carax cita Alfred Hitchcock: Vertigo. "Rivivere". E cita anche Jean-Luc Godard, certo, perchè "molti registi, me compreso, devono a lui la loro libertà. A volte ripenso a una lettera che mi scrisse dopo Les Amants du Pont-Neuf. Citava Illusions perdues di Honoré de Balzac: 'La gloire est le soleil des morts'."

DRIVE IN Holy Motors: il making of del capolavoro di Leos CaraxPiù che un film sul cinema, in Holy Motors Carax cerca di descrivere "l'esperienza di essere vivi nel mondo di internet. Le vite diverse che siamo in grado di vivere. Siamo tutti un po' affaticati e stanchi di di essere noi stessi a volte. La risposta è reinventarsi, ma come si fa a farlo, e qual è il costo?". Così in un'altra intervista, rilasciata al Guardian. E altrove descrive il mondo delle "reti sociali", del web, come "l'ultimo grado del consumismo, l'autoconsumismo cannibale": "il meno che si possa dire, è che questa non è una rete di resistenti". In Holy Motors, si diventa pubblicitari di se stessi, agenti anche dopo morti, invitando i passanti a visitare il proprio sito.

Ma in tutte le interviste, l'immagine che ricorre è quella dello spettatore: "Qualcuno che prende vita solo alla fine della lavorazione del film (facciamo i film per i morti, e sono i vivi a vederli). Uno sconosciuto, non so se uomo o donna, qualcuno che vedrà il film e mi illuminerà sulla sua ragione d'essere. Ho sempre cercato la sua ombra, è un'ossessione, quasi una certezza, come se avessi il suo viso dietro agli occhi o il suo nome sulla punta della lingua".

Leos Carax in Holy MotorsE al giornalista che gli chiede cosa farà se non potrà più girare, risponde: "Come faccio a saperlo? Forse vagherò per il mondo come Edipo cieco, gridando ovunque: 'Malédiction !… Moteur !… Action !'

[Il making of di 43 minuti DRIVE IN Holy Motors è incluso in alcune edizioni in DVD e Blu-Ray di Holy Motors: nel DVD e Blu-Ray francese della Potekmin Films, in vendita dal 6 novembre 2012, e nell'edizione USA (solo Blu-Ray) in uscita il 26 febbraio 2013.] Nella nostra gallery, le immagini dal making of, il poster e alcune foto dal set.

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