Dvd – "A spasso con Daisy", di Bruce Beresford

Commedia strappalacrime, ma non è un difetto. Regia di Bruce Beresford pregevole per l’efficacia comunicativa ed attori al massimo dei giri. Buona edizione di Minerva Distribuzione.

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Regia: Bruce Beresford
Soggetto e sceneggiatura: Alfred Uhry, basato sull’omonima commedia teatrale
Fotografia: Peter James
Montaggio: Mark Warner
Musiche: Hans Zimmer
Scenografia: Bruno Rubeo
Costumi: Elizabeth McBride
Produzione: Zanuck Company, Richard D. Zanuck, Lili Fini Zanuck
Interpreti: Morgan Freeman, Jessica Tandy, Dan Aykroyd, Patti Lupone, Esther Rolle,
Durata: 99’
Origine: Stati Uniti, 1989
Distribuzione video: Minerva Pictures
Formato video: 1.85:1
Audio: italiano Dolby Digital 5.1; inglese Dolby Digital 2.0; sottotitoli italiani
Extra: sinossi; scheda tecnica; schede biografiche e filmografiche di Bruce Beresford, schede filmografiche di Jessica Tandy, Morgan Freeman, Dan Aykroyd; making of; dietro le quinte.




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IL FILM
A quasi vent’anni di distanza, era il 1989, fa piacere rivederlo Driving Miss Daisy – A spasso con Daisy. Magari lo si riduceva alla classica commedia statunitense strappalacrime che contava molto sull’interpretazione degli attori. Sorpresa, invece. A spasso con Daisy è anche un film di grande regia e di eccellente lavoro della fotografia, della scenografia ed in particolar modo del montaggio, laddove è proprio l’articolazione del tempo filmico a lasciare basiti per intelligenza e grazia. Prendete un esempio qualunque, la prima scena in cui miss Daisy sbarella l’automobile, rischia l’incidente dentro il giardino della propria abitazione, ma salta giù dall’auto come una ragazzina. Tensione in pochi secondi, buon incipit che si risolve in uno stacco netto nella seconda scena dove il clima è di completa serenità. L’evento accaduto è già ridimensionato, è al suo giusto posto e il film può continuare a costruire quel mondo fantastico che è l’età anziana. Anche gli interni della casa sono descritti con percorsi sagaci della macchina da presa, con disposizione del set eccezionale, in grado di esprimere con efficacia lo spirito dei tempi, i rapporti umani, in una sola parola la storia del paese, gli Stati uniti dagli anni quaranta fino ai sessanta, anche se il riferimento a Martin Luther King appare un po’ posticcio, poco elegante, ma si salva, per la scelta di fare ascoltare il discorso di King, senza mai inquadrarlo per non sottolineare e portare la sequenza ad un livello narrativo che il film dopotutto non vuole, o meglio non ha interesse a descrivere più di tanto. Il vero nodo centrale è la vecchiaia. Siamo alla fine degli anni ottanta, dopo il fascino perverso delle palestre, del culturismo e degli anabolizzanti, degli yuppies di Stone. Eppure il cinema sforna in quegli anni due dei più toccanti film sulla terza età dell’intero novecento: Cocoon (1985, Ron Howard) e A spasso con Daisy (1989). Cocoon, nella sua ispirazione fantastica chiude il sogno perduto faustiano di un recupero della giovinezza con i suoi turgori anche sessuali. A spasso con Daisy è invece l’elogio della lucidità nella vecchiaia, la voglia, l’ostinazione legittima e indiscutibile di non ritirarsi dalla vita attiva, ma anche, più semplicemente, la storia di un’anziana che a poco a poco cede alla più pura solidarietà umana, ha il coraggio di guardare all’assurdità delle buone maniere e dell’apparenza e confessa al proprio autista che è lui il suo miglior amico, ed è questa anche la scena più emozionante del film, a prova che tutta l’architettura del film tende verso quest’unica sequenza, fatta di poche parole, semplici sguardi e mani che s’incontrano.



Il DVD

Buona edizione Minerva. La qualità video è accettabile, dal momento che rispetto alla precedente edizione del 2002 non è stato operato alcun cambiamento. Durante la visione è possibile cogliere dei leggeri sfasamenti cromatici alcuni dei quali molto evidenti che si posizionano al centro dell’inquadratura. Anche la gestione delle luci è abbastanza precaria. Non dimentichiamo che il film è stato girato con un piccolo budget. Nella prima scena sono perfettamente visibili i riflessi delle lampade utilizzate nel set. Per quanto riguarda l’audio, quello inglese. presenta un’ottima dinamica ed è uno spasso godersi il timbro in falsetto di Freeman e la fierezza vocale di Jessica Tandy che allora compiva ottant’anni. Extra buoni. Sia il making of che il dietro le quinte ricostruiscono la situazione produttiva, fanno riferimento al lavoro di Zanuck per riunire il cast tecnico artistico del film, con alcune scelte imprescindibili come quella di Freeman che aveva già interpretato il personaggio di Hoke Colburn nella commedia teatrale di Uhry.

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