GLI EREDI DI KING KONG

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(Kaiju Soshingeki – trad: L'attacco di tutti i mostri)

REGIA: Ishiro Honda

SCENEGGIATURA: Kaoru Mabuchi, Ishiro Honda

PRODUZIONE: Tomoyuki Tanaka

INTERPRETI: Akira Kubo, Jun Tazaki, Andrew Hughes, Yukiko Kobayashi

MUSICHE: Akira Ifukube

SUPERVISIONE EFFETTI SPECIALI: Eiji Tsuburaya

DURATA: 88'

ORIGINE: Giappone, 1968

DISTRIBUZIONE: Password/Eagle

FORMATO VIDEO: widescreen 2.35:1 (la fascetta indica erroneamente 1.85:1)

AUDIO: Dolby Digital 5.1 e mono 1.0 in italiano; giapponese mono; inglese stereo

SOTTOTITOLI: italiano (obbligatori su inglese e giapponese)

EXTRA:

• Trailer originale giapponese

• Trailer americano

• Galleria fotografica

• Manifesti cinematografici

• Cover videogame

• Titoli di testa italiani

• Poster americano da collezione

IL FILM

Il nono capitolo della saga di Godzilla, uscito in Italia nel 1970, nelle intenzioni dei distributori d'epoca doveva inserirsi nel solco delle imitazioni di King Kong, più noto in Occidente e che di lì a pochi anni avrebbe goduto di un remake. E per questo trova una sua giustificazione il fatto che la prima edizione DVD degna di nota avvenga in coda all'uscita nelle sale del King Kong di Peter Jackson. Ma i riferimenti al gorilla gigante si esauriscono immediatamente, perché il film ha un suo carattere e una sua importanza ben definiti: realizzato dopo che la Toho aveva varato ben 20 kaiji eiga (film di mostri), Gli eredi di King Kong è infatti un film-bilancio, nel quale sfilano le creature più note del genere: da Godzilla al mostro volante Rodan, ai meno noti ma importanti Angilas e Mothra, qui in versione larva, mentre nel finale fa la sua comparsa anche il drago tricefalo King Ghidorah, storico "cattivo" della saga. All'inizio della storia queste creature sono state confinate in un luogo destinato a diventare topico per la serie, ovvero l'isola dei mostri di Ogasawara, ma le ritroviamo dopo pochi minuti intente a distruggere le maggiori città del mondo per conto degli invasori alieni di Kilaak. Come si può notare l'impianto cerca di seguire una formula più consolidata, optando per una sorta di auto-remake de L'invasione degli astromostri (1965), probabilmente il capolavoro della saga. La fonte d'ispirazione è la fantascienza americana anni Cinquanta e in particolare pellicole di grande impatto visivo come Cittadino dello spazio, ma a impreziosire il tutto c'è sempre la mano di Ishiro Honda, padre della serie e regista capace di coniugare una ironia giocosa con una certa severità di sguardo, evidente nelle attese cariche di tensione prima della devastazione e nelle tristi vedute del paesaggio conseguente il passaggio dei mostri. Le stesse creature non sono soltanto dei predatori, quanto delle vittime di una cultura disumana incarnata dai Kilaak,  esseri sintetici (il loro corpo è di metallo vivente) nei quali si estrinseca la metafora della riduzione degli uomini a robot sempre paventata dall'autore. Non a caso la reazione finale dei mostri, liberi dal condizionamento alieno, ha il sapore di una vendetta perpetrata dalla forza libera della natura ai danni degli oppressori tecnologici. Godibile e pieno d'azione, il film è diretto con eleganza e impreziosito dalla fumettistica fotografia di Taiichi Kankura e dalle musiche ritmate del maestro Akira Ifukube.

IL DVD

Il titolo in questione fa parte della collana "Monsters Collection – Kaiju Eiga" attraverso la quale la Password e il bravo produttore Lorenzo Von Lorch sembrano voler riportare a nuova vita quelle pellicole di mostri giapponesi finora bistrattate dalla distribuzione. Pertanto il DVD si connota come un'edizione che cerca di risultare completa e rispettosa del volere dei fans, il tutto a un prezzo molto competitivo. I menù animati sono gradevoli e perfettamente aderenti al tema, ma a stupire è una sezione di extra abbastanza ricercati, dove troviamo tre gallery con 21 foto, 5 manifesti e 2 cover del videogame, due trailer e una bella riproduzione del poster americano in formato 24×34 cm.

L'importanza dell'operazione spinge a una certa benevolenza su alcune pecche del prodotto, che sul versante video offre un master rispettoso del formato originale Tohoscope (la fascetta riporta un erroneo 1.85:1) e privo di graffi o spuntinature, ma presenta una definizione poco ottimale, che non rende totalmente giustizia ai colori pop prediletti dai realizzatori. Anche la fluidità presenta qualche problema e a tratti si avvertono alcuni scatti. La versione comunque è quella integrale di 88 minuti (contro gli 83 della vecchia vhs della Video Più Entertainment) e il master utilizzato è l'originale giapponese, mentre la dotazione audio è molto completa, anche se non si può cambiare la traccia al volo. Da segnalare meritoriamente il fatto che i sottotitoli correggono alcune imperfezioni del doppiaggio, oltre ad attivarsi automaticamente nelle sequenze inedite.

Nel complesso un'edizione volenterosa, che pur con i suoi limiti permette di dimenticare tanto la già citata videocassetta, scura e in Pan&Scan, quanto il precedente e inguardabile DVD della Mondo HE. In ogni caso speriamo vivamente che i prossimi titoli della serie possano godere di un trattamento ancora migliore.

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