DVD – "MDC – Maschera di Cera", di Sergio Stivaletti

La partecipazione di Stivaletti alla trasmissione televisiva Frankenstein getta una luce tutta nuova su questa sua prima opera da regista, come riflessione sulla televisione/museo delle cere. In DVD dalla Millennium Storm

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Regia: Sergio Stivaletti

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Interpreti: Romina Mondello, Robert Hossein, Riccardo Serventi Longhi, Umberto Balli


Anno: 1997


Durata: 95'



Casa distribuzione: Millennium Storm


Formato video: 16/9 1.85:1


Formato Audio: Dolby Digital 5.1, Stereo, in italiano


 


IL FILM


 


All'uscita di questo film nelle sale, Sergio Stivaletti era noto principalmente come il responsabile degli effettacci truculenti dei film di Dario Argento, un vero e proprio Master of Horror che ci si immaginava rinchiuso nel suo buio laboratorio a costruire maschere mostruose e poltiglie rossastre da usare come sangue. L'immaginario in cui si muove questa sua opera prima da regista, MDC – Maschera di Cera, non è a conti fatti molto incompatibile con quella visione, e anzi molto facile sarebbe il parallelo tra l'arte di Stivaletti e quella del Prof. Boris del suo film, costruttore folle di statue di cera con cadavere incorporato che lavora in in uno studio dagli scaffali pieni di arti ricostruiti, protesi, e boccette di fluidi disgustosi – un Robert Hossein dal pizzetto e dalle movenze vincentpriceiane che ad un certo punto indossa una tunica nera per torturare la povera Romina Mondello incatenata in topless sul tavolo operatorio, e sembra di stare dalle parti di Il pozzo e il pendolo di Corman/Poe. Non si tratta dell'unica citazione presente all'interno del film, ispirato ai racconti di Gaston Leroux su questo Museo delle Cere con le statue vive in cui ha la sventura di finire a lavorare nei primi anni del Novecento la costumista Sonia (la Mondello): la zia cieca di Sonia e l'arma/protesi meccanica dell'assassino possono ricordare L'Occhio che Uccide di Powell. In realtà la partecipazione attivissima di Stivaletti e del suo staff alla trasmissione di quest'inverno di Italia 1 Frankenstein getta una luce tutta nuova su questa sua opera cinematografica (a cui, lo ricordiamo, ne è seguita una seconda due anni fa, I tre volti del terrore). La trasmissione mediaset condotta da Fabio Canino, una delle Iene della tv (giornalista d'assalto come l'Andrea del Messaggero di cui si invaghisce Sonia nel film), si basava proprio sulla bravura di Stivaletti di 'trasformare' il partecipante alla puntata nella persona che 'avrebbe voluto essere per un giorno' (ad esempio il padre di famiglia che Stivaletti 'traveste' da 'Cosa' dei Fantastici 4 per la gioia del figlioletto). La maggior parte dei 'concorrenti' di Frankenstein (tra cui la soubrette Federica Fontana abbruttita da Stivaletti, e un operatore sociale che voleva essere 'un ragazzo down per un giorno') ha partecipato al programma per scommessa, per dare una dimostrazione a qualcuno – e questo ci porta all'incipit di MDC, con la sequenza dell'uccisione dell'incauto Luca che per vincere 20 lire con gli amici si intrufola a passar la notte nell'inquietante Museo delle Cere. La giornata 'sotto copertura' di questi protagonisti di Frankenstein veniva filmata in una sorta di candid camera fatta di telecamere nascoste e microcamere installate negli occhiali o da qualche altra parte in testa ai partecipanti 'travestiti'. Curiosa analogia con lo stile con cui è girato  MDC, fatto soprattutto di lunghi pianosequenza molto spesso in soggettiva – e il Dottor Boris altro non si dimostra essere che un guardone, un voyeur (peeping tom), che spia il sesso sadomaso tra il suo assistente e una prostituta da uno spioncino nascosto in un quadro (come il fantomatico Conte all'inizio di un altro film sull'artificio, il Casanova di Fellini…), e successivamente anche le effusioni tra Sonia e Andrea il giornalista. Il fatto che molte di queste soggettive siano in digitale rossogialloverde, e la scelta da questo punto di vista molto accurata di un volto televisivo come Romina Mondello (perchè la fiction è rimasta l'unico posto in Italia dove si possono ancora vedere opere 'in costume'…e chissà in quanti avranno scritto di MDC "girato con stile televisivo"…) potrebbero facilitare questa lettura apocrifa di MDC come riflessione sulla televisione/museo delle cere – non tanto forzata e improbabile se pensiamo che proprio un anno prima di aver scritto il soggetto di questo film (insieme a Lucio Fulci che doveva esserne il regista, scomparso prima di iniziare a dirigerlo, a cui MDC è dedicato), Dario Argento che ne è anche il produttore aveva dato inizio alla sua teorizzazione dello sguardo post-televisivo (poi continuata sino ad oggi con Il Cartaio e Ti piace Hitchcock?) con La sindrome di Stendhal. Il cortocircuito diventa 'sublime' nella sequenza più efficace del film, in cui Sonia/Romina legata (di nuovo…) ad un tavolo di legno viene aggredita da un branco di maiali attirati dal sangue che le sgorga da una ferita sul braccio – proprio come uno di quei volti della tv alle prese con i recalcitranti animali a cui badare in qualche reality tipo La Fattoria.


 

IL DVD


 


La parte più interessante  di ogni puntata di Frankenstein era quella in cui veniva mostrato il lavoro in laboratorio di un artigiano dell'effetto speciale come Sergio Stivaletti: i calchi, gli studi, le invenzioni plastiche e visive. Ora che il suo nome e la sua bravura, grazie alla trasmissione televisiva di Fabio Canino, sono noti al grande pubblico italiano, a che serve inserire nel dvd di MDC – Maschera di Cera  per esempio un making of relativo ai trucchi più impressionanti, come quelli impiegati nella favolosa sequenza della trasformazione del corpo ancora in vita della povera prostituta Giorgina in statua? E infatti, il dvd messo in commercio dalla Millennium Storm è totalmente esente dagli extra, limitandosi a presentare il film in formato 16:9 anamorfico.


Per il resto c'è la tv.


 


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