VOLEVO I PANTALONI

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

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REGIA: Maurizio Ponzi

SOGGETTO: Dal romanzo omonimo di Lara Cardella

SCENEGGIATURA: Leo Benvenuti, Bruno Carbuglia, Piero De Bernardi, Roberto Ivan Orazio, Maurizio Ponzi

FOTOGRAFIA: Mario Calvesi

PRODUZIONE: Mario e Vittorio Cecchi Gori

INTERPRETI: Giulia Fossà, Lucia Bosé, Angela Molina, Luciano Catenacci, Pino Colizzi, Natasha Hovey

MUSICHE: Giacomo Bigazzi

DURATA: 89'

ORIGINE: Italia, 1990

DISTRIBUZIONE: Cecchi Gori Home Video

FORMATO VIDEO: widescreen 1.85:1 (16/9)

AUDIO: Dolby Digital 2.0 in italiano

SOTTOTITOLI: italiano per non udenti

EXTRA:

• Schede biografiche di Maurizio Ponzi, Giulia Fossà e Pino Colizzi

• Un best seller al cinema: Intervista a Maurizio Ponzi (14')

• Volevo questo film: Intervista a Giulia Fossà (16')

IL FILM

Un recupero interessante questo di Volevo i pantaloni, più per il fenomeno collegato al film che per la qualità intrinseca dello stesso. Siamo infatti di fronte a un tipico instant-movie, di quelli che negli anni della crisi più profonda che il cinema italiano abbia mai attraversato, tentava di smuovere l'immobilismo del pubblico attingendo da un caso letterario: alla base dell'operazione, lo si ricorderà facilmente, c'è infatti un libro di grande successo, che narrava le disavventure di una ragazza siciliana e dei suoi tentativi di ribellione rispetto a una società oppressiva, dove gli uomini esercitavano il potere sulle donne in ossequio a una consuetudine profondamente maschilista. Un testo che, nel passaggio al grande schermo, cerca, nelle intenzioni dichiarate del regista Maurizio Ponzi, di dare vita a un film che non si situi nel contemporaneo filone del neo-neo realismo di Marco Risi (Mary per sempre è di poco precedente), ma che stemperi la denuncia con un approccio più vicino al cinema popolare. Non a caso la presenza di Lucia Bosé nel cast favorisce un rimando allo splendido film di Giuseppe De Santis Non c'è pace tra gli ulivi, esplicitato da una foto dell'attrice ripresa dal set di quella pellicola, che viene mostrata alla protagonista.

All'epoca Volevo i pantaloni fu accolto con molta freddezza, sia da parte della critica che del pubblico, salvo poi ottenere un positivo riscontro in televisione: la cosa non stupisce, poiché, similmente a tanto cinema italiano dell'epoca, il taglio registico è proprio televisivo e il tono stesso della narrazione si adegua a una medietà più vicina ai gusti del nuovo pubblico casalingo che a quello delle sale: la mediazione con il cinema popolare, infatti, si traduce in una sistematica smorzatura di tutti i passaggi più forti della storia e così il film è insolitamente pudico, pur trattando temi tutt'altro che morbidi come il maschilismo, la violenza domestica, il desiderio di emancipazione. D'altronde che si possa coniugare un impatto forte e sanguigno con una notevole componente popolare lo insegna proprio il citato film di De Santis. Ponzi sceglie invece la strada del basso profilo, e se il risultato riesce quantomeno a non lasciare del tutto indifferenti, il merito va ricercarsi nel buon cast messo insieme per raccontare la vicenda: Giulia Fossà si dimostra infatti attrice sensibile, Angela Molina è capace di dare carattere al personaggio della zia Vannina, mentre il grande Pino Colizzi (voce storica del doppiaggio italiano, oltre che bravo attore tout-court) è credibile nei panni del cattivo zio molestatore.

IL DVD

Per la versione digitale del film ispirato al romanzo di Lara Cardella, Cecchi Gori opta per caratteristiche tecniche basilari, confezionando una edizione comunque degna di nota: l'audio italiano è in codifica 2.0, peraltro più che sufficiente considerando la natura per nulla spettacolare del film. L'immagine è invece in widescreen e il quadro si presenta privo di segni dovuti all'usura del tempo e la visione può dunque scorrere senza problemi. Il comparto extra, pur ridotto, è comunque gratificato da due bonus significativi, ovvero le interviste curate da Paolo Toccafondi e Tommaso Santi al regista Maurizio Ponzi e alla protagonista Giulia Fossà. Entrambe molto interessanti, le interviste aiutano a farsi un quadro abbastanza chiaro della situazione nella quale fu realizzato il film, delle aspettative che si nutrivano al momento della sua uscita, ma anche dell'approccio adottato, intenzionalmente più vicino al cinema popolare che a quello di denuncia. Ponzi è onesto nel rievocare i fatti e nel riconoscere le caratteristiche del suo film e spiega anche i cambiamenti operati rispetto al romanzo. A margine va rilevata la simpatica ed estemporanea incursione di Ruggero, il gatto del regista, la cui presenza "disturbatrice" dona un tocco di leggerezza al contributo. L'intervista alla Fossà fornisce ulteriori informazioni, ma ha soprattutto il merito di far emergere la volontà dell'attrice (che, nonostante non fosse siciliana ha recitato in dialetto e si è poi doppiata da sola) e la sua grande sensibilità di donna, capace, nel tempo, di passare attraverso vari ruoli e mansioni tra il mondo del cinema, quello della televisione e quello del giornalismo.

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