ELLE. Incontro con Paul Verhoeven

Il regista, arrivato oggi a Roma, ha presentato il film con Isabelle Huppert che approda nelle sale italiane il prossimo 23 Aprile. Verhoeven racconta anche del suo nuovo progetto Blessed virgins

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A Cannes era stato presentato in concorso gli ultimi giorni del festival riscontrando unanime consenso della critica, ora Elle di Paul Verhoeven debutterà anche nelle sale italiane dove sarà disponibile dal prossimo 23 Marzo. Il regista, arrivato oggi a Roma, ha spiegato il difficile percorso che il film ha dovuto attraversare per essere prodotto. La pellicola infatti, tratta dal romanzo di Philippe Djian edito in Italia come “Oh…”, tratta la storia di Michèle, una donna vittima di stupro che inizierà una strana relazione con il suo aggressore. Una vicenda ritenuta troppo controversa per il pubblico americano che, forse, ha penalizzato anche il film non facendolo rientrare nei candidati agli Academy per il miglior film straniero. “Quando la protagonista passa da vittima a complice del suo stupratore il tutto diventa più complesso e può essere frainteso. Questo non ci ha permesso di ottenere finanziamenti dall’America e non abbiamo trovato nessuna attrice che volesse interpretare la protagonista. Per questo la produzione del film è stata compromessa più volte e siamo dovuti tornare in Europa” ha raccontato il regista. La scelta della protagonista Isabelle Huppert è stata proprio condizionata da questa necessità anche se l’attrice francese (vincitrice del Golden Globe per il ruolo) si era già avvicinata al progetto molti anni fa: “Isabelle aveva già contattato lo scrittore del romanzo per chiedergli se era possibile realizzarne il film. Poi la produzione che ha acquisito i diritti ha chiesto a me di dirigerlo. In quel momento vivevo a Los Angeles ed avevo tutti collaboratori americani così ho pensato di girarlo lì. Quando mi sono cominciato a sentir dire ripetutamente di no dalle attrici e dai finanziatori, con il produttore ho deciso di andare a Parigi e, molto umilmente, ho chiesto a Isabelle di essere la protagonista. Lei ha accettato immediatamente non facendo nessuna resistenza per quello che c’era scritto in sceneggiatura. Non c’è stato bisogno di parlare di psicologia, di Freud, ha fatto semplicemente ciò che era descritto. Ad una come lei non serve accaparrarsi la simpatia del pubblico, come a me d’altronde”.

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Questa non è la prima volta Paul Verhoeven tratta storie di donne forti e tormentante, ma non sembra che questa sia una sua particolare scelta artistica: “Non ho un’attrazione particolare per queste vicende, mi vengono semplicemente proposte. Poi ai miei occhi la protagonista di questo film non sembra una donna così complicata. Come anche quella di Black Book era una donna normale che cercava di sopravvivere nel periodo dei campi di concentramento. Il carattere di Michèle è stato forgiato da quello che le è capitato da piccola e questo l’ha portata a rifiutare l’idea stessa di essere una vittima. Quando entra in contatto con il suo stupratore mette in atto quel detto che dice di amare il proprio nemico”. Anche se il fatto di scegliere per le sue sceneggiature soggetti al femminile non sembra essere del tutto voluto, il prossimo film del regista sarà di nuovo incentrato su due donne. In particolare avrà come centro della storia due suore di un monastero vicino Firenze i cui comportamenti durante il Medioevo hanno destato l’interesse di uno storico americano che ha pubblicato uno studio dal nome Immodest Acts – The Life of a Lesbian Nun in Renaissance Italy. Provvisoriamente questa nuova pellicola in realizzazione ha il titolo di Blessed Virgins e potrebbe essere un primo passo verso il biopic su Gesù che da anni Verhoeven dice di voler realizzare. Smentite le voci che lo volevano invece al lavoro su un film dedicato a Hitler che si è rivelato invece essere il progetto di un adattamento di un libro in cui la protagonista si trova sotto il regime durante l’ascesa del dittatore.

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