Elvis & Nixon, di Liza Johnson

Liza Johnson realizza una pellicola garbata che si accomoda tranquillamente in un contesto cinematografico solido, ben radicato nel gusto del pubblico generalista, con un Michael Shannon incredibile.

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Nella sua splendida reggia laggiù a Graceland, Il Re è molto preoccupato. La sua America, il suo regno, sta andando in rovina, tra figli dei fiori, rivoltosi e comunisti, tutti dietro a quel cialtrone di John Lennon e ai suoi deliri anti-americani. E’ arrivato il momento di scendere dal trono e tornare sul campo, con un nuovo incarico (vice-sceriffo di Shelby County non basta) per salvare la Nazione. C’è solo una persona che può capire le sue preoccupazioni e aiutarlo in questa missione segreta: il Pezzo Grosso, il Presidente. E’ pressoché questa la situazione che spinse, nel 1970, Elvis Presley, il re del rock, a insistere per essere ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Non sono stati mai resi noti i dettagli dell’incontro ma la fotografia della loro stretta di mano è uno dei documenti più richiesti all’Archivio di Stato. Era questione di tempo che qualcuno rendesse in fiction quest’assurdo “scontro tra titani” e Liza Johnson, dopo anni di progetti annunciati e false partenze (qualche tempo fa il film doveva essere interpretato da Danny Huston ed Eric Bana), ha raggiunto l’obiettivo.

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Nonostante il proclama “il film più rock dell’anno” (e non avere, per mere questioni legali, neanche un pezzo di Elvis in soundtrack…) Johnson realizza una pellicola garbata che si accomoda tranquillamente in un contesto cinematografico/politico solido, ben radicato nel gusto del pubblico generalista. Negli ultimi anni, infatti, la Casa Bianca e, in particolare, lo Studio Ovale sono usciti dalla vaga e incerta dimensione del retroscena giornalistico o della riservatezza istituzionale per farsi definitivamente palcoscenico narrativo. Da Rob Reiner che ricostruisce al dettaglio l’ufficio di POTUS ne Il presidente – Una storia d’amore, fino al profilo Twitter dello stesso Obama, passando alle serie tv West Wing, House of Cards e Scandal, la White House è entrata nell’immaginario comune, alla stregua di un appartamento newyorkese di una qualsiasi sit-com Fox.

Elvis e NixonAnche il personaggio di Nixon, dopo l’umanizzazione estrema fatta da Frank Langella per Ron Howard, è una maschera, ormai, rassicurante. La scelta di Kevin Spacey, poi, ne è una chiara conseguenza logica. Rinato dietro la ferocia di Frank Underwood, (con Elvis & Nixon diventa spiazzante il paragone, fatto in un episodio di House of Cards, di Underwood come “Nixon democratico”), Spacey si cimenta, divertendosi, in una lunga serie di tic e smorfie. Il suo Tricky Dick non cade mai nella caricatura, anche se l’ostentata interpretazione ne sfiora spesso i confini, ma si delinea come un buffo e sgradevole omino, più preoccupato dal giudizio delle figlie che dalle opportunità di scelte politiche.

kevin spacey michael shannon elvis & nixonElvis & Nixon, dunque, si mantiene in una divertente ma inoffensiva dimensione di commedia gradevole con leggere aspirazioni da satira politica (l’accentuato grottesco). L’intuizione geniale (o la fortuna sfacciata) della regista, però, è il ritrovarsi per le mani un Elvis cinematografico incredibile. Michael Shannon, attore sempre più impegnato in una carriera dagli esiti imprevedibili, pur essendo lontano anni luce da qualsiasi somiglianza fisica con Presley, dona la sua nevrosi, il suo latente isterismo e il suo ghigno a Elvis, infondendogli una folle vena malsana che ben riassume il suo delirio di potenza da (consapevole) mito vivente. E’ straniante vedere le donne innamorate e i fan accaniti sciogliersi sotto il poco rassicurante e spigoloso carisma di Shannon (peccato essersi persi la vertigine di sentirlo cantare). Pur partendo da un approccio ben lontano dall’ordinario metodo Actors Studio, l’attore di Chicago riesce a centrare perfettamente il personaggio, nel pieno del suo declino egocentrico e autodistruttivo. Shannon, abituato alla sofferenza della pura disperazione, pur dando sfogo alla sua stramba vena comica, trasforma la sua “imitazione” del Re in un viaggio lucido e disarmante nella psiche di un uomo perso, irrimediabilmente, nel suo immaginifico personaggio.

Titolo originale: id.

Regia: Liza Johnson

Interpreti: Michael Shannon, Kevin Spacey, Alex Pettyfer, Johnny Knoxville, Colin Hanks, Tracy Letts

Distribuzione: Videa

Durata: 86′

Origine: Usa 2016

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    Un commento

    • Lei fa il critico cinematografico io ho il dovere di difendere Elvis Presley da una serie di inesattezze aberranti e mortificanti. Scrivere che Elvis era già in declino egocentrico ed autodistruttivo significa non conoscere l’oggetto trattato. Ed è abbastanza grave, me lo permetta. Elvis nel dicembre del 1970 era ancora in grande forma, era al massimo della sua carriera. Se poi il personaggio da parte degli sceneggiatori è stato cosi impostato non so che dire. Più rispetto per Elvis.