"Er Monnezza ci ha permesso di proseguire quel lavoro di rivisitazione dei grandi topos comici di trent'anni fa". Intervista ad Enrico Vanzina.

Lo sceneggiatore e produttore romano, dopo il successo de "Le Barzellette" e il rilancio, con "In Questo Mondo di Ladri", delle produzioni di Vittorio Cecchi Gori, ci racconta la coraggiosa scelta di riportare sul grande schermo l'antieroe romano, parolacciaro e proletario, per eccellenza: Er Monnezza.

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Il_ritorno_del_monnezza

Personaggio, di recente entrato addirittura nella prestigiosa enciclopedia Treccani, reso famoso dalla stupenda caratterizzazione di Tomas Milian nei fortunati film di Umberto Lenzi e di Sergio Corbucci. Nei panni di Rocky Giraldi, figlio dell'atipico maresciallo Nico, troviamo un Claudio Amendola mai così a suo agio, in un ruolo che lui stesso ha dichiarato essere quello che più ha atteso per tutta la vita, essendo stato suo padre, Ferruccio, il doppiatore storico di Milian.             

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Come mai lei e suo fratello Carlo avete deciso di riportare sul grande schermo questo antieroe per eccellenza? Come è iniziata la lavorazione del film, con quali idee avete affrontato al realizzazione dello script?


Carlo ed io non avevamo mai pensato di riproporre le avventure del Monnezza. Era un genere che non ci apparteneva. E' stato Vittorio Cecchi Gori, il produttore del film, a segnalarci il grande "boom" ottenuto dai film della serie nelle vendite in DVD. Esiste una nuova generazione di ragazzi che ha riscoperto quei film e li ama moltissimo. Così, confortati dall'esistenza di un pubblico potenziale, abbiamo accettato la sfida di rimettere in scena quel genere. D'altra parte, Carlo ed io avevamo già riproposto "Febbre da cavallo", altro cult degli anni 70. Monnezza ci ha permesso di proseguire quel lavoro di rivisitazione dei grandi topos comici di trent'anni fa.

E' vero che avreste voluto riportare sullo schermo anche Tomas Milian? Come sono stati i vostri rapporti con quest'attore negli anni '70/'80?

Abbiamo fatto sapere a Tomas che si stava riprendendo la serie con Claudio Amendola nei panni di suo figlio. Gli abbiamo chiesto se voleva apparire in una scena, al finale del film. Tomas ha rifiutato. E lo capisco. Oggi ha trent'anni di più e misurarsi con una  maschera così popolare, dove lui era straordinario, può anche assumere lati patetici. Con Tomas, Carlo, non ha mai lavorato. Io ho scritto la sceneggiatura di un suo film " Il lupo e l'agnello", diretto da Francesco Massaro, dove Tomas faceva il protagonista insieme a Michel Serrault.

Il vostro Monnezza sarà tendente più a quello truffaldino ma vendicativo
di Lenzi o a quello parolacciaro e disilluso di Corbucci?

In questo film abbiamo cercato di essere spiritosi, politicamente scorretti, ma rendendo il personaggio di Rocky Giraldi un piccolo eroe dei diseredati. Rocky è un personaggio simpatico, leale, una specie di Robin Hood dei nostri tempi.

Secondo lei perchè la genesi di questo personaggio è passata da quello di
ladro ad atipico poliziotto? Quali sono le tendeze che Rocky Giraldi ha
inevitabilmente ereditato dal padre?

La verità è che Monnezza e Giraldi sono totalmente diversi. Il primo Monnezza fu creato da Dardano Sacchetti. Era un delinquente. Corbucci e Amendola inventarono il poliziotto Giraldi. Ma visto che a doppiarli tutti e due era Ferruccio Amendola, i due personaggi, ladro e poliziotto, finirono per confluire idealmente in una cosa unica. Quanto a Rocky, è come suo padre. Diretto, senza peli sulla lingua, amico dei poveracci. E' sempre in lotta con i suoi superiori. Gli piacciono le donne.

Enrico_Vanzina

Come ha reagito Claudio Amendola quando lo avete scelto per interpretare
il ruolo del Monnezza?  



Claudio ha dichiarato che il ruolo del Monnezza lo stava aspettando da tutta la vita.  Era il suo sogno, sin da bambino. Oltretutto, con la scomparsa di Ferruccio, Claudio dedica questo film a suo padre.

Brevemente, può riassumerci un po' la trama del film e sopratutto se avrà
a che fare con un plot (o subplot) giallo come le fortunate pellicole di Corbucci?

Non amo raccontare le trame dei film. Ma naturalmente questo film è un action movie con dentro un piccolo giallo.

La realizzazione di questo film è stata innescata anche dalla rivalutazione del cinema italiano definito ingiustamente di serie "B"? Sull'onda di Tarantino?

Tarantino ha messo in moto un meccanismo di rivalutazione. Ma la rivisitazione del cinema di serie "B", come viene chiamato, era già avvenuta. La aveva fatta, senza puzze sotto al naso, il pubblico.

Quali sono le difficoltà che incontra oggi uno sceneggiatore nel riadattare un personaggio tipico di un dato periodo? Nella fattispecie del Monnezza quali sono state le cose da eliminare e da attualizzare nel nuovo contesto urbano in cui il personaggio si muove?

L'unica differenza è che Rocky Giraldi, il figlio di Nico, vive in una Roma di trent'anni dopo. Il resto è molto simile.

Come si è svolta la procedura per reperire i diritti d'autore che c'erano sul personaggio?

Abbiamo chiesto la liberatoria agli eredi di Corbucci e Amendola e a Dardano Sacchetti.

Come hanno reagito, questi, all'annuncio della realizzazione del film?

Molto bene. Sono tutti felici che quel genere sia stato resuscitato. Se avesse successo si potranno rifare molte operazioni del genere. A vantaggio di tutti. Pubblico compreso.

Monnezza è entrato nella Treccani. Secondo lei come si spiega questa rivalutazione culturale?

L'Italia ci mette sempre un po' a capire…

Pensa che farete un altro film dedicato al Monnezza?

Come si dice: mai dire mai.

Cosa avranno in serbo, per il futuro, i terribili fratelli Vanzina?

Un'altra rivisitazione del cinema comico del passato. Stavolta ci ispiriamo a noi stessi. Faremo "Eccezziunale veramente – Capitolo secondo (me)" sempre con Diego Abatantuono. Un grande film sul calcio, oggi.

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    "Er Monnezza ci ha permesso di proseguire quel lavoro di rivisitazione dei grandi topos comici di trent'anni fa". Intervista ad Enrico Vanzina.

    Lo sceneggiatore e produttore romano, dopo il successo de "Le Barzellette" e il rilancio, con "In Questo Mondo di Ladri", delle produzioni di Vittorio Cecchi Gori, ci racconta la coraggiosa scelta di riportare sul grande schermo l'antieroe romano, parolacciaro e proletario, per eccellenza: Er Monnezza.

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    Carlo ed io non avevamo mai pensato di riproporre le avventure del Monnezza. Era un genere che non ci apparteneva. E' stato Vittorio Cecchi Gori, il produttore del film, a segnalarci il grande "boom" ottenuto dai film della serie nelle vendite in DVD. Esiste una nuova generazione di ragazzi che ha riscoperto quei film e li ama moltissimo. Così, confortati dall'esistenza di un pubblico potenziale, abbiamo accettato la sfida di rimettere in scena quel genere. D'altra parte, Carlo ed io avevamo già riproposto "Febbre da cavallo", altro cult degli anni 70. Monnezza ci ha permesso di proseguire quel lavoro di rivisitazione dei grandi topos comici di trent'anni fa.

    E' vero che avreste voluto riportare sullo schermo anche Tomas Milian? Come sono stati i vostri rapporti con quest'attore negli anni '70/'80?

    Abbiamo fatto sapere a Tomas che si stava riprendendo la serie con Claudio Amendola nei panni di suo figlio. Gli abbiamo chiesto se voleva apparire in una scena, al finale del film. Tomas ha rifiutato. E lo capisco. Oggi ha trent'anni di più e misurarsi con una  maschera così popolare, dove lui era straordinario, può anche assumere lati patetici. Con Tomas, Carlo, non ha mai lavorato. Io ho scritto la sceneggiatura di un suo film " Il lupo e l'agnello", diretto da Francesco Massaro, dove Tomas faceva il protagonista insieme a Michel Serrault.

    Il vostro Monnezza sarà tendente più a quello truffaldino ma vendicativo
    di Lenzi o a quello parolacciaro e disilluso di Corbucci?

    In questo film abbiamo cercato di essere spiritosi, politicamente scorretti, ma rendendo il personaggio di Rocky Giraldi un piccolo eroe dei diseredati. Rocky è un personaggio simpatico, leale, una specie di Robin Hood dei nostri tempi.

    Secondo lei perchè la genesi di questo personaggio è passata da quello di
    ladro ad atipico poliziotto? Quali sono le tendeze che Rocky Giraldi ha
    inevitabilmente ereditato dal padre?

    La verità è che Monnezza e Giraldi sono totalmente diversi. Il primo Monnezza fu creato da Dardano Sacchetti. Era un delinquente. Corbucci e Amendola inventarono il poliziotto Giraldi. Ma visto che a doppiarli tutti e due era Ferruccio Amendola, i due personaggi, ladro e poliziotto, finirono per confluire idealmente in una cosa unica. Quanto a Rocky, è come suo padre. Diretto, senza peli sulla lingua, amico dei poveracci. E' sempre in lotta con i suoi superiori. Gli piacciono le donne.

    Come ha reagito Claudio Amendola quando lo avete scelto per interpretare
    il ruolo del Monnezza?  



    Claudio ha dichiarato che il ruolo del Monnezza lo stava aspettando da tutta la vita.  Era il suo sogno, sin da bambino. Oltretutto, con la scomparsa di Ferruccio, Claudio dedica questo film a suo padre.

    Brevemente, può riassumerci un po' la trama del film e sopratutto se avrà
    a che fare con un plot (o subplot) giallo come le fortunate pellicole di Corbucci?

    Non amo raccontare le trame dei film. Ma naturalmente questo film è un action movie con dentro un piccolo giallo.

    La realizzazione di questo film è stata innescata anche dalla rivalutazione del cinema italiano definito ingiustamente di serie "B"? Sull'onda di Tarantino?

    Tarantino ha messo in moto un meccanismo di rivalutazione. Ma la rivisitazione del cinema di serie "B", come viene chiamato, era già avvenuta. La aveva fatta, senza puzze sotto al naso, il pubblico.

    Quali sono le difficoltà che incontra oggi uno sceneggiatore nel riadattare un personaggio tipico di un dato periodo? Nella fattispecie del Monnezza quali sono state le cose da eliminare e da attualizzare nel nuovo contesto urbano in cui il personaggio si muove?

    L'unica differenza è che Rocky Giraldi, il figlio di Nico, vive in una Roma di trent'anni dopo. Il resto è molto simile.

    Come si è svolta la procedura per reperire i diritti d'autore che c'erano sul personaggio?

    Abbiamo chiesto la liberatoria agli eredi di Corbucci e Amendola e a Dardano Sacchetti.

    Come hanno reagito, questi, all'annuncio della realizzazione del film?

    Molto bene. Sono tutti felici che quel genere sia stato resuscitato. Se avesse successo si potranno rifare molte operazioni del genere. A vantaggio di tutti. Pubblico compreso.

    Monnezza è entrato nella Treccani. Secondo lei come si spiega questa rivalutazione culturale?

    L'Italia ci mette sempre un po' a capire…

    Pensa che farete un altro film dedicato al Monnezza?

    Come si dice: mai dire mai.

    Cosa avranno in serbo, per il futuro, i terribili fratelli Vanzina?

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