"Ex", di Fausto Brizzi

cristiana capotondi in EX di Fausto Brizzi

Tra Vanzina e Garry Marshall, il film di Brizzi è pieno di corrispondenze nascoste, di dialoghi serrati, di momenti comici riusciti. Forse è un altro erede di una tradizione che prende la solidità della scrittura della commedia all’italiana senza però lasciarsi andare a deformazioni grottesche ma facendo avvertire il respiro e il battiti del cuore dei suoi personaggi

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Ex di FaustoBrizziLa quiete prima della tempesta. Ex comincia con i frammenti di un ultimo squarcio di felicità, proprio come Love Actually, vibrante e sottovalutata commedia sentimentale inglese diretta da Richard Curtis in cui c'erano i personaggi che all'inizio del film si abbracciavano e baciavano tra loro. Possiede quindi qualcosa di epidermico, di fisico e sensoriale Ex, qualcosa che è solitamente estraneo alla commedia italiana. Eppure i contatti tra i personaggi, i giochi di sguardi che si cercano, gli slanci tentati e poi rientrati riportano alla mente quelli di Caos calmo dove quei continui abbracci del personaggio di Pietro Paladini/Nanni Moretti, oltrepassano lo schermo e smuovevano a livello sensoriale. Il film di Fausto Brizzi ha quindi, da questo punto di vista, un impatto emotivo notevole. Ha una struttura narrativa propria di un film corale ma è di una linearità di invidiabile semplicità come nel dittico di Notte prima degli esami e non a caso la sceneggiatura è scritta, come i due film precedenti di Brizzi, dallo stesso regista insieme a Marco Martani e Massimiliano Bruno. Ex non è furbo, non è ruffiano ma in ogni inquadratura c'è qualcosa che si smuove, che travalica ciò che è rappresentato sullo schermo e arriva direttamente. Al centro del film ci sono sei diverse variazioni di coppie: Filippo (Vincenzo Salemme) e Caterina (Nancy Brilli) stanno divorziando e nessuno dei due vuole con sé i figli; Luca (Silvio Orlando) e Loredana (Carla Signoris) si stanno lasciando in modo poco amichevole e mettono in atto tra loro una guerra senza esclusione di colpi tanto che alla fine l'uomo va a vivere in casa del figlio alla ricerca di una seconda giovinezza. Sergio (Claudio Bisio) si ritrova ad occuparsi delle due figlie adolescenti dopo l'improvvisa morte dell'ex-moglie (Elena Sofia Ricci). Elisa (Claudia Gerini) sta per sposarsi con Corrado (Gianmarco Tognazzi) ma il sacerdote che deve celebrare le nozze (Flavio Insinna) è l'ex della donna. Giulia (Cristiana Capotondi) vive con Marc (Malik Zidi) a Parigi ma un improvviso trasferimento della ragazza in Nuova Zelanda rischia di compromettere il loro rapporto. Paolo (Fabio De Luigi), fidanzato con Monique (Cécile Cassel) è minacciato dal suo ex Davide (Alessandro Gassman) che non si è ancora rassegnato alla fine della loro storia.

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Il film di Brizzi è piena di corrispondenze nascoste, di dialoghi serrati e momenti comici riusciti come quello dei due figli di Filippo e Caterina che sono completamente diversi dei loro genitori e non vogliono stare con loro, come i pedinamenti ossessivi di Davide che terrorizzano Paolo e pur di stare con lei è costretta a vedere un concerto dei Jalisse o Sergio che chiede al ragazzo della figlia se vuole restare a cena dopo che ha aperto la porta e li ha visti fare sesso insieme. Ex poi, proprio come nel cinema dei Vanzina, si compone anche di residui di film famosi (i litigi tra Luca e Loredana riportano per esempio alla mente l’estremità di La guerra dei Roses) ma possiede anche un’emozionalità diretta, che è spudorata e non si vergogna di mettere in gioco in modo aperto i sentimenti dei propri personaggi. Gli sguardi tra Elisa e il sacerdote in cui le nozze sono una grande anticamera proprio come in Casomai (il miglior film di D’Alatri), tra la ragazzina adolescente e Sergio nel momento in cui gli dice che la madre ha sempre parlato bene di lui o l’incontro tra Giulia e Marc nella scala mobile dell’aereoporto di Hong Kong trascinano dentro le vite dei suoi personaggi in modo impulsivo, senza preavviso ed è forse per questo che ci si trova come trascinati dentro. C’è un momento in cui la macchina da presa si abbandona da sola assieme ai volti dei suoi protagonisti sulle note di Il cielo ha una porta sola di Biagio Antonacci, ripresi nella loro solitudine, come se l’obiettivo fosse il loro provvisorio specchio. Era accaduta la stessa cosa in quella ‘notte senza fine’ di Notte prima degli esami. Inoltre Brizzi ha un tocco anomalo, diretto e aggraziato, degno di Garry Marshall, forse oggi uno dei cineasti americani che hanno ‘classicamente’ un maggiore equilibrio nell’alternanza del comico e del tragico. Quell’improvviso senso di vuoto dopo la morte dell’ex-moglie di Sergio, con l’uomo che va via di casa assieme alle figlie e i residui della memoria che riprendono forma e divampano attraverso le foto sul comodino, è molto simile a quello presente in uno dei più bei film di Marshall, Quando meno te lo aspetti, in cui Kate Hudson si deve occupare delle tre nipoti dopo la morte della sorella e del marito.

Vista la solidità del film e il modo in cui riesce a gestire un cast ricchissimo prendendo da ogni attore il meglio, Brizzi appare l’erede di una tradizione che prende la solidità della scrittura della commedia all’italiana senza però lasciarsi andare a deformazioni grottesche ma facendo avvertire il respiro e il battiti del cuore dei suoi personaggi. Forse per questo Ex spacca lo schermo e arriva addosso.

 

Regia: Fausto Brizzi

Interpreti: Claudio Bisio, Fabio De Luigi, Nancy Brilli, Cristiana Capotondi, Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Flavio Insinua, Elena Sofia Ricci, Silvio Orlando, Vincenzo Salemme, Carla Signoros, Gianmarco Tognazzi, Malik Zidi, Cucile Cassel, Martina Pinto, Giorgia Würth

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 120’

Origine: Italia, 2009

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    21 commenti

    • Che film hai visto?<br />E' pieno di piacionaerie dirette ad accallappiare più spetttaori possibili. oggi al cinema Adriano di Roma c'erano una miriade di ultrasessantenni da "medico di famiglia" entusiasti. C'è da meravigliarsi che una testta di cinefili si appassioni a un film così banale. Siamo alla frutta, anzi al dolce.

    • Guarda va bene "de gustibus non disputandum est", ma come si fa a dire che non è un film furbo e ruffiano? "Ex spacca lo schermo e arriva addosso" proprio perché è furbissimo e assai ruffano.

    • Luisa Di Giacomo

      Non sono d'accordo con i commenti. A me il film è piaciuto è vi ho trovato una leggerezza che raramente vedo nei film italiani e ha ragione Emiliani quando lo paragona alle commedie hollywoodiane. Per una volta ho sentito una "struttura" che sosteneva il film, la cura della divisione in tre atti della storia, insomma tutto quello che i cinefili nostrani neppure sanno che cos'e'. Cosa c'è di furbo nell'essere professionali e hollywoodiani? Volete solo i noiosi film d'autore italiani? Teneteveli!

    • Se per te leggero vuol dire vuoto, tieniti pure questo prototipo di banalità.<br />Io credo che si possa pretendere di più da chi può fare il film che vuole. ma le commedie alla Love actually (a cui il regista dice di ispirarsi) le avete viste. Garbo, finezza psicologica, misura e capacità registica nel racconto.<br />Si chiede troppo per un film che costa otto milioni di euro? <br />La scena della francese a fare la prostituta è a questo liveello, o la Gerini sedura (inginocchiata) dentro il confessionale è fine? O la battuta il laziale di infanti riferendosi al matrimonio a Don Lorenzo… per piacere. Almeno virasse verso il demenziale alla Tutti pazzi per Mary. Invece no, senza coraggio (cinema borghese) prosegue verso il nulla, e finisce udite, udite, davanti a una chiesa con un sei, meno, meno.<br />Brizzi non sprecar tempo a cercar compiacenza, si sente che puoi far meglio…

    • Scusa ma perché ci deve essere la contrapposizione fra film d'autore e commedie? Se non mi piace il film di Brizzi non significa che debba per forza appassionarmi ai film "d'autore" italiani. Se proprio vuoi vedere una bella commedia italiana degli ultimi anni guardati Tutta la vita davanti di Virzì, che riesce a unire leggerezza e profondità insieme. Cosa che secondo me non riesce a Brizzi: io non discuto che possa piacere, ma andiamo non puoi dirmi che questa non è un'operazione furba per acchiappare il pubblico…

    • chissà perchè a tutti questi cinefili maschi i film sentimentali non piacciono. Dio ci preservi Brizzi e la sua bravura, uno dei pochi che sanno fare film per il pubblico, e non per i critici. E infatti: "ha realizzato 3.595,846 euro posizionandosi primo in classifica." Tenetevi pure Gomorra e Virzì, io mi godo Ex, e sono in buona compagnia!!!

    • Le cifre del botteghino la dcono lunga sulla tua poca lucidità cinematografica. Sbandierare un incasso è degno della qualità del film. Anche Boldi e De Sica fanno soldi ma non si può parlar di cinema di qualità. Cosa vuol dire buona compagnia, più siete e più vi sentite di esser nel giusto?<br />Anche il Grande fratello fa un ascolto record, cosa vuol dire che è bello?<br />la critica che si fa è sulla mancata occasione di fare un prodotto di qualità ed EX purtroppo pur con buone intenzioni non lo è. Se per te cinema è vedere Insinna che parla con il crocifisso alla Don Camillo 50 anni dopo, tieniti pure questo cinema. Qui si copia Crash a titolo gratuito e Love actually a titolo di bestemmia.<br />Per me commedia vuol dire intelligenza e capacità di racconto:<br />Bridget Jones, Love actually (quello vero non questa patacca di EX) Scrivimi una canzone, About a boy, Se mi lasci ti cancello, ti ricordano qualcosa? Buon cinema (vero) a tutti.<br /><br /><br />

    • Bridget Jones è il parametro di cinema di qualita'? Benvenuti nel regno delle libere opinioni… ma non eri quello che sosteneva che gli incassi al botteghino non sono sinonimi di qualità? Confondere i film di Boldi e De Sica (nel loro genere peraltro rispettabilissimi) con Ex significa guardare i film con i paraocchi culturali. Chiedi al pubblico che esce dalle sale per conferma. E poi perchè se un autore copia è citazione mentre se una commedia romantica cita è rifare un cinema vecchio? E poi io ho sempre preferito la trasgressione di Coppi e la Dama Bianca al corpo militante di Bartali 🙂

    • Cara Valeria 74, chi è lei lo sceneggiatore del film per essere così arrabbiato? Attacca un soprannome e un parere senza motivazioni valide. l'inquadratura della Ricci morta chiede vendetta allo spettatore, altro che andare fuori dalle sale e parlare di cinema romantico. Io difendo Bartali almeno ha le idee chiare. I film che cita sono esempi di commedie di qualità, gli paicerebbe ai produttori e la regista e forse anche a lei che EX raggiunga il pubblico di Bridget jones.

    • Ex fa schifo

    • sono un vecchio lettore di sentieri selvaggi (dagli anni '90) e mi fa piacere che avete aperto questi spazi per i lettori. Vorrei però rivolgere un appello a tutti di mantenere il tono in linea con quello che è lo spirito della rivista, ovvero serio e approfondito, mai volgare, anche se non sempre, ahimè, condivisibile. Ho visto Ex e non mi ha convinto del tutto, anche se non l'ho trovato brutto, ma credo che sul "mio" giornale" vorrei leggere opinioni e riflessioni e non invettive e denigrazioni, soprattutto visto che avete scelto questa strada, certo non facile, dei commenti liberi e senza filtri. Quindi cari amici che leggete Sentieri selvaggi come me, diciamo pure le nostre opinioni, anche con forza, ma non denigriamo gli altri. Perchè chi ha opinioni diverse dalle mie deve essere insultato? frasi come "chi è lei lo sceneggiatore del film per essere così arrabbiato?" rivolte poi a una donna le trovo offensive e nocive alla discussione. grazie della comprensione. Saverio P.

    • per rispondere al lettore "ghostbusters" il nostro sito permete ai lettori di segnalarci, con apposito rapido modulo, eventuali commenti provocatori o scorretti. Finora non ne abbiamo riscontrati e, pur condividendo il suo invito ad un tono corretto, va sempre fatta la dovuta differenza tra un'invettiva, magari con una battuta ironica, e un insulto vero e proprio. La frase da lei citata "chi è lei lo sceneggiatore del film per essere così arrabbiato?" è un modo di esprimersi forse discutibile, ma certamente non offensivo. Quindi buona discussione a tutti, in attesa della prossima apertura del Forum e dei Blog redazionali.

    • Mi scuso se ho esagerato nella metafora ma mi pareva chiaro che non volevo in nessun modo offendere Valeria74. Era solo una battuta che se ha avuto un esito così stravolgente ritiro subito. Quello che volevo esprimere era solo semplicemente un adesione al pensiero di bartali che trovo più aderente a un desiderio di confronto e di critica su un film che mi ha veramente poco divertito e anch'io ho trovato molto scontato. Mi riscuso con lei Valeria74 e con tutti. Viva il cinema abbasso la fiction tv.

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      (mi scuso preliminarmente per la lunghezza del commento, diviso in tre parti, ma la carne al fuoco è tanta)<br />Caro Bartali, il tuo discorso forse è un po' troppo assiomatico. Che Boldi & De Sica e il Grande fratello non siano belli l'hai deciso tu. Lungi da me ogni atteggiamento di tipo cattedratico o professorale, ma forse bisognerebbe studiare le cose prima di giudicarle, altrimenti si corre il rischio di emettere solo pregiudizi. Perché sarà anche vero che i numeri del botteghino non fanno fede del valore del film, ma allo stesso tempo sarebbe un errore snobbarli. Non sempre gli autori di nicchia sono migliori dei loro colleghi più blasonati: certo, Straub & Huillet fanno un cinema sicuramente migliore di quello di un Bryan Singer o (che ne so) di un Doug Liman, ma contemporaneamente Steven Spielberg o Michael Bay non hanno nulla da invidiare a cineasti del calibro di Sokurov o Kitano (specialmente, per quanto riguarda quest'ultimo, dopo le sue ultime – discutibilissime – opere).

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      Evitiamo di cadere nel tipico atteggiamento dell'intellettuale italiano che guarda con sufficienza e cinismo a ogni fenomeno che riscuote successo: i cinepanettoni fanno schifo, il Grande Fratello fa schifo, Maria De Filippi fa schifo, Tiziano Ferro fa schifo ecc…. Anche perché l'unico risultato possibile di una simile argomentazione sarebbe: “l'Italia fa schifo, il pubblico italiano fa schifo”. Ritrovandoci quindi a fare gli stessi discorsi di un Santoro o (per rimanere in ambito cinematografico) di un Mereghetti. <br />L'atteggiamento che si registra oggi nei confronti della triade Brizzi/Bruno/Martani mi sembra lo stesso (fatte le debite proporzioni) che circa sei anni fa si aveva nei confronti di Gabriele Muccino: mentre tutti in Italia lo denigravano (forse anche a ragione), produttori americani dall'occhio lungo se lo accaparravano, inserendolo nell'industria-Hollywood (come se fosse un insulto…) e facendogli girare quel film davvero notevole de La ricerca della felicità (con meriti che si ripartono fra lo stesso Muccino, Will Smith e il bravo sceneggiatore Steve Conrad di The weather man). Quindi poi non lamentiamoci della fuga dei cervelli… o meglio, degli occhi.

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      Quindi sto con Ghostbusters (anche solo per il nickname! :-)) e Valeria74, soprattutto quando dice le cose come stanno riguardo a Virzì e Gomorra: non se ne può più! Non è possibile che certa critica (quotidianista e on-line) si sia svegliata adesso e si sia accorta che il cinema italiano è vivo e vegeto! Specialmente considerando che prima dei fatidici e sopravvalutatissimi Il divo, Gomorra (leggendaria la risposta di Enrico Ghezzi alla domanda su quale fosse il peggior film dell'anno: “Senza dubbio Gomorra di Matteo Garrone”) e Tutta la vita davanti, sono usciti capolavori come Romanzo criminale di Michele Placido, L'ora di religione, Buongiorno, notte e Il regista di matrimoni (!!!) di Marco Bellocchio, Il cartaio e La terza madre di Dario Argento; per non parlare di Arrivederci amore, ciao di Michele Soavi o dei tanto vituperati Manuale d'amore/Notte prima degli esami. E invece qui tutti a indignarsi per la mancata nomination di Gomorra, come se fosse obbligatoria, poi… Mah.

    • Il cinema, come tutte le altri arti visive sono soggettive nel gusto e nella possibilità di identificazione ed è giusto aver punti di vista diversi. <br />Se Brizzi va in America a far altri soldi io sono contento per lui ma non posso con tutta onestà esser dispiaciuto di questa fuga di cervello. perché vedi Fabrizio per quanto è costato EX, cosa del tutto diversa da L'ultimo bacio, ha l'obbligo di incassare tantissimo e se vai a ben vedere il film è stato prodotto anche con "l'interesse culturale nazionale" con un milione di euro dei cittadini italiani senza contare il sontuoso finanziamento di Raicinema. Questo vuol dire che dovrebbe essere un prodotto italiano di cinema di qualità. Fai un esame di coscienza critica visto che hai snocciolato una serie di capolavori ( alcuni per me discutibili tanto quanto Gomorra) Si puoi paragonare la polpetta di sceneggiatura e di regia di EX a quella de L'ULTIMO BACIO? Dalla commedia all'italiana continuo ad aspettarmi qualità, sarò un illuso…

    • Fabrizio, se per te la qualità sono il cartaio e la terza madre allora siamo a posto…ed eviterei di citare ghezzi che non sempre quello che dice è oro colato, anzi. Personalmente non ho fatto classifiche fra cinema "d'autore" o di "genere", quindi le citazioni tue e di valeria 74 sono fuori luogo per quanto mi riguarda.<br />Insisto che il problema non è la qualità del film in sé, anche passabile per quelle che sono le sue ambizioni, ma l'osservazione del critico "selvaggio" che afferma che questo non è un film furbo: se non lo è questo mi sapreste dire quali sono allora? Per favore…

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      @chico: Scusami “chico” (sembra un dialogo uscito da Miami Vice! :-)), ma francamente non intendevo riferirmi al tuo commento, se non alla parte in cui portavi Tutta la vita davanti di Virzì come esempio di commedia “che riesce a unire leggerezza e profondità insieme”, poiché credo che parlare di “profondità”, a fronte della riflessione che da tempo il cinema della modernità sta svolgendo sul concetto di “superficie” (si vedano ad esempio i film di Renny Harlin), sia alquanto anacronistico, anche se tu sei liberissimo di farlo. Io, solamente, non me la sento.

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      @Bartali: Vedi, il mio discorso era più generale. Nel senso di decidersi una volta per tutte sul concetto di “qualità” del cinema. Nonché su quale tipo di cinema (se mai ne esistesse uno) sia più utile per i cittadini italiani che lo producono indirettamente: se il cinema di qualità o quello cosiddetto di “intrattenimento” (come se poi ogni film – anche “d'autore” – non servisse da intrattenimento: non penso che chi sceglie di vedere un film di Theodoros Angelopoulos, spenda 7,5€ per annoiarsi, come se andasse a lezione all'università o a scuola). Per quanto riguarda il primo quesito, preferirei piuttosto distinguere ciò che è cinema da ciò che non lo è, o da ciò che lo è di meno. Mentre riguardo al secondo, forse il cittadino italiano preferirebbe “mettere i soldi” per un film che poi andrà a vedere, piuttosto che per un film che non vedrà mai (penso al cinema di Paolo Benvenuti o allo stesso Bellocchio). A meno di non credere in uno Stato che decida quale arte sia migliore per il popolo.

    • Fabrizio Attisani (JerryGarcia85)

      …E ancora, in relazione alla tua prima frase: la condivido solo in parte. È vero che è giusto avere punti di vista diversi (il critico “omnibus”, per quanto auspicabile, è rarissimo) e che il cinema è “soggettivo nel gusto”, solamente credo che il gusto non dovrebbe interessare a nessuno (se non al “proprietario” – passami il termine – di quel gusto): sicuramente non a chi spende il proprio tempo o anche il proprio denaro per leggere una recensione di un film. Sinceramente mi arrabbio quando leggo un Mereghetti che stronca Von Trier senza un minimo di motivazione (per quanto Von Trier meriti di essere stroncato) o un Mazzarella che dà dell'inetto a John Williams; o, per rimanere in ambito di “selvaggisti” vecchi e nuovi, un pur bravo Michele Moccia che però smonta inspiegabilmente il Guillermo del Toro de Il labirinto del fauno o ancora Giona Antonio Nazzaro che su Rumore liquida Disturbia di Daniel John Caruso con un “questo è davvero il peggior cinema del mondo”.