Nella doppia veste di protagonista e regista, Fabio De Luigi ha presentato oggi la commedia Tiramisù, assieme a Vittoria Puccini (la paziente moglie Aurora nel film), Angelo Duro, Alberto Farina e Giulia Bevilacqua. Nel film De Luigi interpreta un rappresentante di materiale sanitario che svolge il suo lavoro con scarsissimo successo, almeno fino all’intervento di sua moglie Aurora, che gli svolta la carriera grazie ai suoi tiramisù. Angelo Duro nei panni del cinico suocero Franco, donnaiolo e senza scrupoli.

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Nel ritratto della mala sanità fatto nel film, ti sei ispirato al Sordi de Il medico della mutua? De Luigi dice: “Volevo mostrare uno stagno dove il mio personaggio riesce a nuotare anche senza avere particolari capacità, ma il mio film non è contro il sistema sanitario, e l’accostamento a Sordi viene naturale, ma non era quello il mio intento. Il mio film pesca nella società contemporanea”. 

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Cosa succederebbe se non ci fossero le donne? A rispondere si danno il cambio Fabio De Luigi e Vittoria Puccini. “L’idea di partenza del film era proprio che un’uomo di scarse qualità come Antonio, il mio personaggio, riuscisse a fare una scalata incredibile solo grazie a sua moglie, una donna che mi sostiene e che è meglio di me”, dice De Luigi. “Sono partito dal detto dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, e l’ho ribaltato, perchè se nel film fosse stata avanti Aurora sarebbe stato meglio”. Mentre la Puccini afferma che “nella coppia funziona così, o almeno dovrebbe funzionare così. Ci si deve aiutare. E Aurora sostiene il marito come può, finchè non scopre di essere stata utilizzata per i suoi scopi. Inoltre il mio personaggio ci ricorda che la felicità non si ottiene con i soldi e il successo”.

Voi aiutate i vostri compagni, li sostenete? In cucina come ve la cavate? E i vostri personaggi vi assomigliano? Risponde per prima l’attrice Giulia Bevilacqua, che nel film veste i panni di una sexy collega di Antonio. “Se le persone si amano è una condizione necessaria”, mentre Angelo Duro ironizza sulla domanda: “Ma cosa sei uno psicanalista?” chiede a sua volta al giornalista. Poi prosegue “Comunque no, nella realtà non sono così. Ma mi piace raccontare il cinismo delle cose, basta buonismo. Con la mia ragazza va tutto bene, e mi piace cucinare”. A concludere la conferenza, l’attore Alberto Farina, che nel film è Marco, il gestore un pò depresso di un locale a rischio fallimento. “Io aiuto sempre la mia compagna tranne che in cucina. Lì non ho il permesso di entrare. Il mio personaggio mi assomiglia moltissimo, Fabio appena mi ha visto ha capito che ero identico a Marco. Come lui sono un nostalgico degli anni ’80 e ’90, e ho scarsa attenzione per l’igiene. Non mi lavo più di una volta a settimana”.

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