FANO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2005 – Il corto come crescita

Si è conclusa con successo la 17ma edizione del Fano International Film Festival. Diretto da Fiorangelo Pucci, il festival di cortometraggi della città marchigiana è costantemente cresciuto negli anni, diventando un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati.

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Nella splendida cornice del settecentesco Teatro della Fortuna, dal 24 al 29 ottobre si è svolta la 17ma edizione del Fano International Film Festival, rassegna di cinema corto che ha visto la partecipazione di 330 opere provenienti da 22 paesi tra i quali Algeria, Libano, Iran e USA. Il festival diretto da Fiorangelo Pucci è cresciuto negli anni, sia dal punto di vista della quantità che della qualità dei lavori presentati, tanto da diventare oggi una delle più importanti rassegne di cortometraggio a livello internazionale.

Nelle sei serate del festival sono state proiettate opere interessanti ed eterogenee, a partire dall'omaggio a Pier Paolo Pasolini – La ricotta – nel trentennale della sua morte, per continuare con il cinema di animazione delle scuole di Parigi, Urbino e Zagabria e la nuove cinematografie svedesi e tedesche, in particolare di Malmoe e Amburgo.

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Quattro i premi principali: sezione video, 16 e 35 mm, miglior attore e miglior attrice.


La sezione video ha visto come vincitore il corto Photomateurs del peruviano trapiantato a Parigi, Pascal Tosi. Storia di una macchina fotografica che cattura – letteralmente – i volti delle persone fotografate. Opera visivamente ricchissima, barocca ed eccessiva, fotografata con colori accesi che però non impediscono alle immagini di regalare un tocco nostalgico per un'epoca – gli anni '50 – lontanissima dal nostro caotico quotidiano contemporaneo.


Da sottolineare il corto del secondo classificato, Un inguaribile amore di Giovanni Covini. Marito e moglie: lui immobilizzato a letto, incapace di comunicare se non attraverso il movimento degli occhi su una lastra trasparente con impresse le lettere dell'alfabeto; lei che si prende cura del proprio uomo con una pazienza ed un amore infiniti. L'intensità drammatica della difficile esistenza dei due coniugi viene qui amplificata e resa tangibile dai continui primi piani, dagli spazi ristretti delle inquadrature sui volti e soprattutto sugli sguardi, che sottolineano il rapporto d'amore coraggioso, complice e profondo dei due coniugi, malgrado la vita sia stata avversa nei loro confronti.


La sezione 16 e 35 mm ha premiato il corto Le tramway d'Andréa del rumeno Alexandre Iordanescu, storia di una giovane conduttrice di tram che perde l'amore ma non la passione per il proprio lavoro.


Il premio per la miglior attrice è andato ex aequo a Paola Pitagora, interprete del film Fine Stagione di Duccio Chiarini e a Barbara Bobulova che, dopo la convincente interpretazione in Cuore Sacro, ha dato prova delle proprie qualità recitative "minimaliste" in Spendo i soldi che non ho di Daniela Casella. Alessandro Haber ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile in La cena di Nanà di Enrico Policardo. L'attore, invitato sul palco a ritirare il premio, ha dato vita ad un gustoso quanto inaspettato fuoriprogramma, parlando di cinema e politica, con attacchi mirati – conditi da turpiloquio – verso Benigni ed il suo ultimo film, reo di aver invaso 900 sale togliendo spazio e visibilità ad altri autori emergenti e verso Berlusconi ed il suo governo. Un finale col botto.

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