Femen – L'Ucraina non è in vendita, di Kitty Green

Femen
Il documentario di Kitty Green ha il merito di raccontare questo fenomeno con partecipazione e allo stesso tempo complessità critica. Veloce, lucido, a tratti divertente: riflette sulle ambiguità e sulla forza mediatica del movimento

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Fondate nel 2008 da Anna Hutsol, il gruppo di protesta ucraino delle Femen si è contraddistinto per una serie di battaglie sociali in difesa del ruolo e dell’immagine della donna contemporanea. Il movimento ha avuto sin dall’inizio come bersaglio principale la società patriarcale e maschilista del paese d’origine. È composto da sole donne che nelle loro manifestazioni pubbliche ha attirato l’attenzione mediatica di tutto il mondo anche grazie a una predisposizione al marketing e all’esibizione performativa indiscutibili. Oltre che ai contenuti delle loro battaglie, una delle particolarità delle femen consiste soprattutto nel fatto di esibirsi in topless, ricorrendo spesso a gesti estremi e provocatori (come urinare sulle foto del presidente Yanuckocivh).

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Il documentario di Kitty Green ha il merito di raccontare questo fenomeno con partecipazione e allo stesso tempo complessità critica. Alterna giornalismo cronachistico con vampate pop e intimiste. La regista non si fa condizionare dalle tematiche femministe – in buona parte condivisibili – riesce con leggerezza ad andare oltre il velo di Maya del brand femen per evidenziare le ambiguità estetiche e concettuali del movimento. È lecito criticare l’immagine contemporanea della donna intesa come merce e corpo ricorrendo esplicitamente proprio a questi elementi? Quanto di maschilista e culturalmente commerciale c’è nel fenomeno mediatico che accompagna le battaglie di Anna e le sue compagne? Kitty Green intervista i protagonisti alternando le loro confessioni davanti alla macchina da presa con un montaggio convulso e rockettaro che racconta le manifestazioni e gli arresti del movimento. Non mancano momenti memorabili in questo documentario veloce, lucido, a tratti divertente e presentato con successo allo scorso Festival di Venezia: la sezione drammatica in Biellorussia – dove le manifestanti vengono arrestate e maltrattate in carcere dalle forze dell’ordine – viene risolta nel fuori campo di uno schermo nero estremamente potente, l’intervista allamente maschile del gruppo Victor Svyatski con le sue contraddizioni dialettiche e implicitamente grottesche.
 
Titolo originale: Ukraina ne Bordel
Regia: Kitty Green
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 78'
Origine: Australia 2013
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