Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina 19

Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

Diciannovesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina. Un appuntamento che si rinnova nel segno di una tradizione vincente, un Festival ricco di idee attento a delineare i profili delle cinematografie ospiti, ma anche ad affrontare temi di cogente attualità. Ospite del Festival il regista kazako Darezhan Omirbayev al quale è dedicata una retrospettiva.

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Con la solita curiosità attenta a delineare l’attuale profilo delle cinematografie di riferimento e a ricercare nell’archivio della memoria il filo che lega il cinema del passato con quello del presente, si ripresenta anche quest’anno il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina giunto alla sua 19sima edizione.

Le storiche sezioni del concorso compongono la mappa di questa edizione non scevra da problemi, in tempi di crisi, e organizzata con il lavoro volontario di molte persone, alle quali va reso merito. Ma non soltanto per l’edizione che sta per avviarsi, ma anche per il passato durante il quale il loro apporto è stato determinante ancorché oscuro.

Sono oltre cinquanta le nazioni presenti al festival con le opere dei propri registi. La sezione del Concorso Lungometraggi presenta opere in prima europea o nazionale. Due nomi spiccano per essere conosciuti anche in Italia: l’argentino Pablo Trapero che presenta il suo film Leonera già ospite a Cannes e il palestinese Rashid Masharawi autore di Eid Milad Laila e conosciuto per Ticket to Jerusalem del 2002. Poi tanti altri i nomi che formano la pattuglia degli autori dei nove film in concorso.

A completare il quadro delle proiezioni in competizione la selezione dei documentari, quella per il Miglior Film Africano e i Concorsi per i Migliori Cortometraggi di Fiction e Documentari e Non Fiction.

Il Festival dedicherà un omaggio al regista Darezhan Omirbayev che sarà presente alla manifestazione. Capofila di quella nouvelle vague del cinema kazako esordì nel 1992 don Kaïrat al quale seguì Cardiogramma (1995) che fu ospitato dalla Mostra del Cinema di Venezia, mentre Tueur à gages  è del 1998 e con questo film Omirbayev ha vinto il premio a Cannes nella sezione Un certain regard, seguiranno Jol (2001) e Shuga (2007).

Con uno sguardo sul nostro immediato e stringente presente la sezione Al Jazeera, l’occhio arabo sul mondo nasce con la volontà di interrogarsi sui reali rapporti tra mondo arabo e occidente e sulla visione del mondo occidentale che emerge dai servizi dell’emittente araba, al di fuori di qualsiasi pregiudizio e facile retorica. La tavola rotonda, prevista durante il corso del Festival, alla quale parteciperanno Mohamed Challouf (curatore della rassegna), Donatella Della Ratta (giornalista specializzata in media arabi), Hahmad Mahfouz (Direttore Documentary Channel di Al Jazeera), completerà la riflessione sui temi della rassegna.

Ritorna Extr’a la sezione fuori concorso dedicata al cinema italiano che si occupa, sul versante soprattutto documentaristico, del rapporto tra cittadini dei tre continenti ospiti del Festival e immigrazione in Italia.

Appuntamenti che ripercorrono i temi consueti del Festival e che aprono alla partecipazione anche attiva del pubblico sono costituti da mostre, incontri di poesia, presentazioni di volumi, incontri di racconti di viaggi, improvvisazioni di tango e laboratori artigianali. Tutte iniziative tese a fare diventare questa manifestazione sempre meno accademica e sempre più officina di idee, al di fuori di qualsiasi intento puramente spettacolare, in genetica controtendenza, quindi, rispetto ad un sistema che solitamente ne trascura l’esistenza preferendo a queste l’evento e la sua magniloquenza.

 

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