FESTIVAL DI ROMA 2012 – "Hollywood non m'interessa". Incontro con Kira Muratova

Kira Muratova sul set di Eterno RitornoPresentato alla stampa il film Eterno ritorno: Provini, diretto dalla grande cineasta ucraina Kira Muratova, Orso d'agento a Berlino nel 1990 con Sindrome astenica. ad accompagnare l'autrice il cast del film e il giovane produttore. Una conferenza stampa scarna ed essenziale, come il cinema della Muratova, che continua a dividere critica e pubblico

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Presentato alla stampa il film Eterno ritorno: Provini, diretto dalla grande cineasta ucraina Kira Muratova, Orso d'agento a Berlino nel 1990 con Sindrome astenica. ad accompagnare l'autrice il cast del film e il giovane produttore. Una conferenza stampa scarna ed essenziale, come il cinema della Muratova, che continua a dividere critica e pubblico.

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Come è nato il progetto di un film così leggero, lieve? sembra quasi un film hollywoodiano, o comunque alla Ophuls.

Con Hollywood non ho niente a che fare. La mia levità è frutto di un percorso personale. Fisicamente e moralmente è stato un film molto complesso, anche perchè per me la leggerezza è raggiunta attraverso una complessità assoluta. Per me è con il lavoro fisico e il continuo esercizio che si riesce a raggiungere la facilità e la leggerezza. Con la ripetizione si arriva al giusto obiettivo e all'uniformità. La molteplicità nell'uniformità e l'uniformità nella molteplicità: è questo il mio segreto.

C'è un legame con il cinema di Fassbinder?

Non ho conosciuto Fassbinder personalmente. Tutto quello che posso dire è che guardo e apprezzo il suo cinema. 

La rivelazione finale del film intende giocare con lo spettatore?

Non intendo prenderlo in giro. Nel mio film lo spettatore è sempre presente nel gioco. L'arte stessa è basata sulla compartecipazione e sul gioco dei sentimenti. Noi stessi quando realizziamo un film giochiamo a fare arte.

Può dirci qualcosa del titolo? Ha a che fare con Nietzsche?

Sicuramente sì. Leggo molto Nieztsche e il suo concetto di eternio ritorno mi ha sempre colpito. E' un concetto che del resto riguarda la storia dell'uomo da sempre e che era presente già nella cultura greca. Mi piacciono queste due parole. credo poi che in ogni titolo debba esserci qualche enigma. Il mio film vuole essere un eterno ritorno nell'arte, nella cultura, nell'emozione.

 

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