FEUD: Ryan Murphy e l’ossessione per il tempo passato

In lavorazione la nuova serie del creatore di “American Crime Story: OJ Simpson” (che debutta stasera su Rai4) sulla rivalità tra Joan Crawford e Bette Davis. Nel cast Jessica Lange e Susan Sarandon

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Ryan Murphy, classe ’65, originario di Indianapolis (Indiana) è considerato un rivoluzionario del panorama televisivo made in USA. Un bagaglio personale che annovera film (Mangia, Prega, Ama, The Normal Heart), serie tv (Glee) e serial antologici (American Horror Story, American Crime Story) più o meno apprezzati, ma che in ogni caso hanno riconosciuto una voce personale e contemporanea. La maggiore abilità del regista è forse quella di accogliere un apparato visivo di genere, con codici ben definiti, per poi contaminarlo con una geometria glam, vintage, insomma una collezione da settimana della moda innervata da ossessioni per un tempo ormai svanito. L’ultimo progetto di Murphy è la serie Feud: otto episodi targati Fox sulla lavorazione del cult di Robert Aldrich Che fine ha fatto baby Jane? Protagoniste Jessica Lange e Susan Sarandon, rispettivamente nei panni di Joan Crawford e Bette Davis. Oltre alla Lange, premio Oscar per Tootsie e Blue Sky, che ha collaborato alle prime quattro stagione di AHS nei ruoli più controversi e sacrificati, ritroviamo performer amati dal cineasta e più volte presenti nei suoi lavori come: Sarah Paulson e Kathy Bates. Non mancano però altri nomi importanti del calibro di: Alfred Molina, nel ruolo di Aldrich, Stanley Tucci, Catherine Zeta-Jones e Judy Davis.
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Murphy ha confermato all’Hollywood Reporter che la sua sarà un’esplorazione profonda delle due dive e non si limiterà al mero citazionismo o all’omaggio involutivo. “Credo ci sia qualcosa di molto più delicato e toccante. Ciò che amo dello show è che i problemi evidenziati sono moderni e appartengono alle donne di oggi. Niente è cambiato per davvero. Volevamo concentrarci proprio su quest’aspetto.” Feud sarà in il racconto di due donne e due carriere indubbiamente vivaci. Vedremo il loro incontro/scontro con l’insorgenza/insolenza delle rughe, nonché l’importanza di instaurare un legame stabile per sopravvivere alla giungla della città che mente per vivere. Il regista non è nuovo a tali tematiche. La Lange, in tutti i suoi ruoli in American Horror Story, con il rischio di immedesimarsi in un loop figurativo, interpretava proprio donne terrorizzate dal ticchettio dell’orologio, incapaci di apprezzare il proprio talento, punitive nei confronti di nuove generazioni considerate il nervo della loro disfatta. Sarà interessante vedere come Murphy si confronterà con due icone del cinema internazionale e con il significato che il film di Aldrich ha assunto negl’ambiti cinematografici, anche i più snob.

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Jessica Lange ha confermato che il passare del tempo e la presenza delle donne a Hollywood sono due tematiche quanto mai attuali, citando Last F-able Day in Hollywood: un contributo quanto mai satirico e dissacrante dell’attrice e comica Amy Shumer. Continuando a riferirsi alla serie, l’interprete premio Oscar ha commentato: Joan era dieci anni più giovane di me quando girò Che fine ha fatto Baby Jane?, tuttavia la sua carriera era già bella che andata. Ciò di cui discutevamo, in special modo con Joan, conosciuta per la sua straordinaria bellezza, era proprio questo: cosa accade quando quella bellezza non è più un biglietto da visita adeguato? Susan Sarandon, proprio su questa scia, ha aggiunto: “Una parte importante dello show è ciò che succede alle donne quando invecchiano, a Hollywood come ovunque, sia che tu dica che diventano invisibili, sia che ci si riferisca a loro come non attraenti o indesiderabili“.

Discutendo sul futuro di Feud, Ryan Murphy ha confermato che ambientazione e trama saranno totalmente innovativi. Due le opzioni: genere storico, XVI secolo in particolare, oppure il racconto di un’altra famosa faida tra uomini cui potrebbero partecipare i suoi amici più cari come Mark Ruffalo.

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