FILM IN TV: "Basta vincere" di William Friedkin

"Basta vincere" diretto da William Friedkin e scritto da Ron Shelton è, pur nella sua prevedibilità, un film diretto e didattico, aderente ad un necessario realismo tipico dei film di ambiente sportivo. Sabato 23 settembre ore 18 La 7

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A William Friedkin, un paio di anni fa, il Festival di Torino ha dedicato una opportuna retrospettiva ed è stata anche quella l'occasione per una nuova valutazione dell'opera di questo autore che resta un maestro dei generi dentro i quali ha lavorato, talvolta, con esiti innovativi. Il suo cinema non si è mai discostato dalla necessità di operare all'interno dei modelli espressivi imposti dai generi frequentati. Cosicché Friedkin da The French connection (1971) a The exorcist (1973) da To live and die in L.A.(1986), ma arrivando a Jade (1995) e prima a questo Blue chips (1994), pur operando all'interno di forme narrative consolidate, l'ha sempre fatto con un proprio personalissimo tocco che lo portato ad arricchire le caratteristiche del genere. Ciò è accaduto, ad esempio, con The French Connection, con il quale Friedkin era riuscito a svolgere un solido lavoro di innovazione e con The exorcist attraverso il quale aveva imposto le coordinate narrative ed essenziali all'horror che si potrebbe definire mistico, avendo creato un autentico film capostipite al quale avrebbero fatto riferimento in molti dando vita ad un sottogenere che ebbe molta fortuna negli anni successivi. Con Blue chips tutto ciò non accade. Il film non ha lo stesso impatto dei precedenti, adagiandosi su una sceneggiatura di Ron Shelton, pure esperto di film ambientati nel mondo dello sport, (regista, tra l'altro di Bull Durham e White man can't jump [Chi non salta bianco è]) che non ha sussulti e che anzi trova nella sua prevedibilità il difetto maggiore, anche se è proprio questa narrazione senza autentici colpi di scena a rendere il film diretto e didattico, aderente ad una necessità di realismo dal quale il film di ambiente sportivo non è mai riuscito a discostarsi. Di classico impianto narrativo il film vuole essere una denuncia degli intrallazzi sportivi. C'è l'allenatore corretto e integerrimo (Nick Nolte) che alla lunga denuncia l'imbroglio e la corruzione. Una storia non proprio originalissima, eppure all'interno di questo meccanismo, in cui si verifica per l'ennesima volta un oliato congegno spettacolare, è possibile ritrovare qualche elemento di interesse. C'è sempre un fondo di profondissima onestà nel nucleo centrale delle storie elaborate da Friedkin, una moralità sempre spiccata che tradisce le sue semplici origini. Una eticità che tocca, più in generale i suoi personaggi ai quali riesce sempre a conferire, anche nei comportamenti dei più cattivi, una fondamentale integrità d'animo. Friedkin racconta il basket e alcuni suoi meccanismi, ma, apprezzabilmente, si fa  carico di raccontare, nel modo più semplice, anche la coscienza e la verità; nonostante questo, Blue chips, soffre di alcuni dei difetti del cinema che si muove all'interno delle storie sportive.  La presenza dei campioni del tempo Larry Bird e Shaquille O' Neal, vuole essere un omaggio al mondo del basket e non a caso ritroviamo proprio nelle scene di gioco la migliore espressione del film, ma come altri film anche questo appartiene ad un cinema che raramente riesce a discostarsi da una presumibile prevedibilità talmente spiccata da diventare eccessiva, un difetto genetico che intacca anche l'onesta storia del bravo Nolte. Però se la sua presa di coscienza finale, non appare proprio di originalissima fattura è pur vero che spesso le cose vanno proprio nel modo più prevedibile e forse la vera sorpresa è proprio questa.BASTA VINCERE
Regia: William Friedkin
Interpreti: Nick Nolte, Anfernee Hardaway, Mary Mcdonnell, Matt Nover, Shaquille O'neal, Ed O'neill, J.t. Walsh, Alfre Woodard
Origine: USA, 1994
Durata: 105'
Sabato 23 settembre ore 18 La 7

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