FILM IN TV – “Complotto di famiglia”, di Alfred Hitchcock

complotto di famiglia
Nel film che chiude la carriera di Alfred Hitchcock non ritroviamo quell’effetto conturbante prodotto da certe immagini, in capolavori della sua fase più florida. Si scorge lo sforzo di compiacere il pubblico giovane e, persino nella scena ripresa in soggettiva della pericolosissima discesa sui tornanti, l’umorismo prevale sulla suspense. Ma la cifra hitchcockiana, seppure stemperata, si riconosce anche in questo film di addio. Venerdì 29 luglio, Retequattro, 16.15

 

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complotto di famigliaBlanche Tyler, una sedicente medium, viene contattata da un’anziana signora che vorrebbe ritrovare il nipote, abbandonato anni prima, per lasciargli tutti i suoi averi. Spinti dalla promessa di un lauto compenso, Blanche e il suo compagno tassista si mettono alla ricerca dell’uomo, che lavora come gioielliere per nascondere la sua reale attività: compiere sequestri insieme alla partner.
Tratto dal romanzo The Rainbird Pattern di Victor Canning, il film che chiude la carriera di Alfred Hitchcock va inscritto senz’altro nella fase più fiacca del regista. Si scorge lo sforzo di compiacere il pubblico giovane, con quei continui ammiccamenti sessuali e quelle imprecazioni che così poco appartengono al raffinato universo hitchcockiano, popolato da personaggi distinti, amori sofferti, espressioni gravi del volto. Del resto, la stagione del divismo sembra ormai terminata: Cary Grant, Grace Kelly, James Stewart, Ingrid Bergman, Tippi Hedren… Anche quando i personaggi erano ladri o cleptomani, conservavano una regalità che gli attori di Complotto di famiglia non riescono neanche a rasentare. L’umorismo ha il sopravvento su una suspense che non si prende mai tanto sul serio; forse perché a prevalere è la patina comica. Le due coppie del film rispecchiano metaforicamente le anime dell’opera:
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giallo e commedia. Alla coppia di criminali professionisti è delegato il giallo; alla coppia più scalcinata di truffatori – i veri protagonisti che ci prestano il loro punto di vista sulla storia – sono delegate le scene divertenti. E persino nella scena della pericolosissima discesa sui tornanti in una macchina con i freni manomessi, la ripresa in soggettiva non ci fa realmente temere per la sorte di Blanche e George. Forse perché nei film di Hitchcock a spuntarla sono quasi sempre i personaggi simpatici. Ma non solo. Siamo lontani dall’effetto conturbante che suscitavano certe immagini: la lenta discesa sulle scale dei protagonisti in Notorious, l’amante perduta; la scena sul monte Rushmore in Intrigo internazionale, dove i due innamorati tentano di sfuggire agli inseguitori aggrappandosi ai volti scolpiti dei Presidenti degli Stati Uniti; la celebre sequenza, nello stesso film, in cui l’aereo che sembra adibito all’irrorazione dei campi tenta ripetutamente di uccidere il protagonista. E proprio l’ambientazione di questa scena – una strada isolata in piena campagna che si staglia contro un cielo bianco di sole – ricorda quella, in Complotto di famiglia, immediatamente successiva alla corsa sui tornanti. I protagonisti, scampati all’incidente, escono stremati dall’automobile e si incamminano lentamente sul ciglio della strada, finché la macchina dell’ambiguo Joe Maloney non torna per provare a investirli. In entrambi i film la scena di maggiore suspense si svolge in pieno giorno, smentendo – secondo le stesse parole di Hitchcock – la convenzione per cui «un incontro minaccioso, mortale, debba svolgersi di notte, al buio, all’angolo di una strada bagnata di pioggia».
Non è un caso che entrambi i film siano stati sceneggiati da Ernest Lehman. Ma probabilmente dipende dall’età avanzata del regista, che all’epoca in cui girò Complotto di famiglia aveva settantacinque anni e diversi problemi di salute, se la storia presenta alcune ingenuità e soluzioni piuttosto semplicistiche. D’altro canto l’architettura del film, che vede due storie scorrere parallele per poi intrecciarsi e confluire in una sola vicenda, è ben congegnata; alcune trovate – come il nascondere il diamante «dove possono vederlo tutti», secondo le direttive di Edgar Allan Poe ne La lettera rubata – sono accattivanti; e certe inquadrature dall’alto conservano in pieno la cifra hitchcockiana: sorniona, riconoscibilissima, ha funzionato da firma in tanti capolavori, così come in questo poco ambizioso ma godibile film d’addio.
 
 
 
Titolo originale: Family Plot
Regia: Alfred Hitchcock
Interpreti: Karen Black, Bruce Dern, Barbara Harris, William Devane, Ed Lauter
Durata: 121’
Origine: USA, 1976
Venerdì 29 luglio, Retequattro, 16.15
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