FILM IN TV – Contact, di Robert Zemeckis

Un grandioso film di Zemeckis, forse il suo testamento filosofico, sul filo tra scienza e fede dove l’elemento sonoro assume un’importanza primaria

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Robert Zemeckis è da sempre un regista sonoro. Basti pensare all’incipit di Ritorno al futuro, con Marty McFly che esegue un power chord alla chitarra elettrica neanche fosse Pete Townshend dei Who e viene spazzato via dall’onda d’urto del maxi amplificatore di Doc. Oppure al suo primo film, 1964: Allarme a New York arrivano i Beatles (il titolo originale è migliore, I Wanna Hold Your Hand), o ancora al suo ultimo, La leggenda di Beowulf, in cui la macchina da presa compie un travelling impossibile che unisce temporalmente (e quindi cinematograficamente) i festeggiamenti per una vittoria e la sofferenza di un troll, spingendosi fin dove il suono (e quindi la parola) non può arrivare. Questa carrellata ci ricorda quella iniziale di Contact, film del 1997 che ben può essere considerato il testamento filosofico del regista (la storia del contatto tra una scienziata alla ricerca di messaggi extraterrestri e un alieno dalle sembianze paterne, con ovvie implicazioni psicoanalitiche, che diventa l’ennesimo contrasto fra scienza e religione): l’obiettivo indietreggia sempre più verso l’alto, nello spazio, incontrando suoni di ogni sorta: brani pop come Wannabe delle Spice Girls, Funkytown e addirittura Nel blu dipinto di blu, nonché discorsi di Nixon, Luther King, F.D. Roosevelt e Hitler, l’annuncio della morte di J.F.K. e il primo messaggio radio in codice Morse. Ma quello di Zemeckis è anche un cinema molto meno pacifico di quanto si pensi, dalla visione spesso cupa e violenta (la sequenza dell’attentato al teletrasporto da parte del fanatico religioso o la liquefazione finale del Giudice Morton in Chi ha incastrato Roger Rabbit?), come se Chuck Noland di Cast Away non fosse mai tornato a casa; in cui i viaggi nel tempo (e nello spazio, come in Contact) non servono ad altro che a eludere “la mestizia, la tristezza e la morte del presente” (l’ultimo, immenso Anthony Hopkins di Beowulf); in cui la morte ti fa bella ma sempre morte rimane, da coprire grazie al “trucco” degli effetti speciali.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Titolo originale: id.
Regia: Robert Zemeckis
Interpreti: Jodie Foster, Jena Malone, David Morse, William Fichtner, Matthew McConaughey, Tom Skerritt
Durata: 153’
Genere: fantascienza

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

Sending
Il voto dei lettori
3.67 (3 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array