FILM IN TV – Cronaca di un amore, di Michelangelo Antonioni

Maturo esordio del regista ferrarese con temi, ossessioni, forme e ricorrenze sisseminate lungo il racconto noir di un triangolo amoroso altoborghese. Domenica 22 novembre, ore 1.00, LA7D

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Vista a posteriori, dalla fine dell’opera (e della vita) di Michelangelo Antonioni, Cronaca di un amore, maturo esordio dietro la macchina da presa del regista ferrarese, è tutta nel segno del déjà vu. Molteplici sono infatti i temi, ossessioni, forme e ricorrenze che la pellicola, racconto noir di un triangolo amoroso altoborghese, inaugura e dissemina lungo il corpo filmico come indizi di un altro corpo, quello – investigato – del delitto e quello dell’opera omnia dell’autore a venire.

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luca bosé in cronaca di un amoreFerrara anzitutto, visto che l’indagine – commissionata per gelosia da un ricco imprenditore milanese ad un investigatore privato sul conto della moglie (l’esordiente Lucia Bosè) – parte proprio dalla città natale del regista e diventa ammissione di scacco artistico ed esistenziale. La volontà di ricercare una verità coniugale diversa da quella finora vissuta, e con essa metaforicamente il viaggio sulle/dalle proprie radici di Antonioni già giornalista di cronaca per un quotidiano ferrarese, non scopre un delitto ma lo crea esitando in morte: è proprio l’investigazione avviata dal marito a causare di fatto l’incontro tra la moglie e l’ amante (Massimo Girotti) (re)innescando – da noir che si rispetti – passione sensuale e omicida. Senonché, per una di quelle coincidenze su cui volutamente si interroga l’opera di Antonioni e che disturbò la critica davanti al suo debutto, la morte del terzo incomodo sulla strada dei due amanti avviene per due volte per caso. Mentre l’omicidio è una colpa tutta interiore prefigurata dalla suggestione di un incidente stradale sfiorato. Si misura qui la maggiore distanza da un altro esordio d’autore che ha fatto spesso da pietra di paragone: in Ossessione, Visconti aveva già svolto anni prima l’ analoga trama di Un postino suona sempre due volte con protagonista maschile lo stesso Girotti e ambientazione in larga parte ferrarese, ma con delitto concretamente compiuto superando il limine del puro desiderio dei protagonisti della “cronaca”.

massimo girotti e lucia bosé incronaca di un amorePrimaria per la poetica d’autore anche la coppia di amanti, prototipo oltre le convenzioni di genere dell’impossibilità della relazione maschio-femmina nel cinema di Antonioni. Da un lato – da Bosè/Paola Molon a Alida Valli de Il grido a Monica Vitti de L’eclisse -, una donna forte e libera che in Cronaca di una amore assume la forma tragica di una Lady Machbeth fallita. Dall’altro, una galleria di personaggi maschili soggiogati dalla seduzione femminile fino al degrado (Guido/Girotti di Cronaca di un amore come il partner lasciato all’inizio de L’eclissi) e alla morte (il marito come l’amante suicida de Il grido). Una crisi che non è, per Antonioni, esclusivamente di classe (borghese) se ne Il grido corrode a morte la vita di un operaio e Guido/Girotti è uno sfaccendato senza soldi, ma senz’altro si amplifica sin da Cronaca di un amore nella contrapposizione tra gli esterni dechirichiani da alienazione urbana qualunque e gli interni colti – in primissimo piano – dentro dettagli di lusso o battute sulla futilità/vacuità del ménage agiato. L’ironia resta estrema riserva di dialogo tra uomo e donna (il botta e risposta tra moglie e marito all’inizio di Cronaca di un amore sulla possibilità di vendere la consorte), in un paesaggio dove le parole pagano in anticipo con lunghi silenzi il rischio, implicito, della didascalia.

All’esterno di fatto l’incontro non si compie e assomiglia a una fuga, spesso a piedi, depistando l’altro: la posta è una questione di ruoli legati alle classi, al denaro e ai tempi (se il presente – giocato in lentezza nei piani sequenza tipici dell’autore – non è spezzato da flashback ma raggiunto e cambiato dal passato attraverso la narrazione, cronaca appunto, dell’investigatore).

A innescare la sconfitta dei protagonisti è qui come altrove un furto (casuale) di identità: la scomparsa improvvisa di un personaggio offre ad un altro la chance di sostituirlo, dalla morte accidentale della prima fidanzata in Cronaca di un amore alla sparizione dell’amica ne L’avventura a Professione: reporter.

lucia bosé e massimo girotti in cronaca di un amoreE ad un furto, pirandelliano, in vita altrui assomiglia in fondo la stessa attività dell’investigatore, su cui Antonioni non a caso inaugura le sue prime riprese di spalle: operazione che un po’ come quella registica è un racconto – neorealistico di frontiera – dopo il quale nulla è più come prima, se l’indagine invece di svelare la realtà la modifica. Dall’investigatore di Cronaca di un amore, che per trovare la colpa (in quel momento inesistente) la determina, a Jack Nicholson di Professione: reporter che, prendendo l’identità di un morto, finisce assassinato.

L’indagine sul passato – e sulle radici, in quel di Ferrara con cui simbolicamente si apre e si chiude (nel primo episodio di Al di là delle nuvole) il cinema di Antonioni, – mette l’investigazione (del detective e del cinema) in un vicolo cieco costringendola ad ammettere l’impossibilità di attingere alla verità attraverso la rappresentazione: all’inizio la “cronaca” parte dalle foto di una donna, Paola, che non ha ancora tradito il marito, alla fine chiude sulla solitudine della stessa donna che l’indagine non ha perciò rivelato ma trasformato in fedifraga. Analoga conclusione in Blow up, di cui Cronaca di un amore ci regala forse il più importante dei suoi déjà vu da grande opera prima: mentre un uomo gioca solo a tennis contro un muro, un vecchietto dice all’investigatore sul conto di Paola: “giocava leggera senza lasciare un segno nel campo, come una piuma…”. Sedici anni prima di Blow-up, possiamo sentire già il rumore della partita da tennis mimata, senza racchette, sul campo del delitto/immaginario.

Regia: Michelangelo Antonioni

Interpreti: Lucia Bosé, Massimo Girotti, Ferdinando Sarmi, Gino Rossi, Marika Rowsky

Durata: 110′

Origine: Italia 1950

Domenica 22 novembre, ore 1.00, LA7D

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