FILM IN TV: "I figli della violenza" di Luis Buñuel

Los Olvidados o i Figli della violenza sono i ragazzi di strada della periferia di Città del Messico. Piccoli adolescenti sbandati, disperati, ladri per fame e assassini per vendetta. Lasciati liberi come cani randagi alla ricerca di qualche scampolo di affetto
Sabato 14/01, ore 1:10 Fuori Orario RaiTre

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Los Olvidados o i Figli della violenza sono i ragazzi di strada della periferia di Città del Messico. Piccoli adolescenti sbandati, disperati, ladri per fame e assassini per vendetta. Senza padri e abbandonati dalle giovani madri. Lasciati liberi come cani randagi alla ricerca di qualche scampolo di affetto. Malati di quella rabbia giovane e folle che li porta ad uccidere, rapinare, ad usare violenza gratuita contro i più deboli. Il Buñuel messicano, il paese adottivo che lo ospiterà per tutto il lungo esilio dalla Spagna franchista, realizza nel 1950 uno straordinario e lancinante apologo contro la società moderna. Nessuno è innocente. I figli come i padri sono colpevoli, soccombono al peso di una vita passata ai margini della società. Periferie abbandonate, macerie decomposte di uno sviluppo senza progresso eco Pasoliniano dell’aberrazione dell’uomo contro l’uomo. Da questo non luogo, come recita il prologo del film, che è la capitale del Messico ma potrebbe essere qualsiasi paese del mondo, Buñuel spinge il suo realismo più disincantato oltre i limiti di cinema verità in puro stile neorealismo. Se il fatto di cronaca che da spunto al soggetto del film è la fotografia di una società in preda ad allucinanti lacerazioni, l’occhio del regista spagnolo ne sa frantumare l’essenzialità oggettiva trasfigurando ogni protagonista in un antieroe. Il gruppo dei Los Olvidados è tarlato fin dalle prime scene. I ragazzi vengono pescati a giocare alla corrida impersonificando con brutale cattiveria il solo toro pronto a colpire mortalmente chi gli si fronteggia davanti. La violenza è una malattia endemica, l’innocenza un ricordo lontano. La vita di questi figli senza famiglia è un continuo cercare. Mai domi di fronte al pericolo di incappare in punizioni e lunghi digiuni sentono di portare nel loro corpo un grido di vendetta per chi li ha abbandonati. Pedro, El Jaibo, Meche rappresentano con le loro storie milioni di altri giovani sbandati. Chi ha una madre è costretto a supplicarla per una carezza, chi non ha nessuno vagabonda alla ricerca del denaro per sentirsi migliore, chi è stato rifiutato dal padre spera di trovare qualcuno che sappia insegnargli la vita. Buñuel lontano dal suo surrealismo colpisce ancora, il film trionferà a Cannes nel 1951. La violenza delle immagini si mescola ad una storia senza speranza. Pedro e El Jaibo troveranno la morte per aver ucciso un loro coetaneo, solo il piccolo contadino Meche giunto dalla campagna nella grande città riuscirà a trovare un sentiero per uscire dalla torbida periferia in cui si è trovato. Oltrepassato l’onirismo dei suoi primi capolavori  surrealisti Buñuel raggiunge in questo film uno stile narrativo nuovo, mescolando melodramma e realismo, gettando in pasto al nostro sguardo delle immagini dalla forza sconvolgente e lasciandoci senza vincitori ne vinti.

 

 

I figli della violenza di Luis Buñuel

 

con  Alfonso Meija, Estela Inda, Miguel Inclàn, Roberto Cobo, Alma Delia Fuentes, Francisco Jambrina

 

MEX 1950, 85′

 

Sabato 14 gennaio ore 1:10 Fuori Orario RaiTre

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