I nuovi mostri, di Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola

I nuovi mostri metteva in scena la mediocrità italiana con il pregio di porsi in posizione dialettica rispetto ad una realtà riconoscibile.

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Confessiamo un certo distacco dalla tipologia dei film ad episodi. A meno che non abbiano, infatti, un comune denominatore molto forte, si risolvono in un collage, spesso solo appetitoso, ma poco soddisfacente. Accade che firme prestigiose si alternino senza riflettere sull’unità finale del progetto dando vita a film acefali, disuniti, senza capo e senza coda.
I nuovi mostri, del 1977 con la regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola, costituisce una appendice aggiornata e a colori del precedente film I mostri (1963), per la regia del solo Risi.
Pienamente calato nell’Italia di quegli anni, tra minacce di I nuovi mostri, Autostopterrorismo e strade delle città deserte durante le ore della sera, sospetti e voglia di libertà, in questo film che non appartiene alla categoria degli acefali, ma che è solo parzialmente riuscito, c’è qualcosa di già visto, qua e là un pò di retorica e molto sarcasmo e cattiveria che servono a dare visibilità in negativo ai vizi e alle negligenze degli italiani, da sempre inclini ad uno scarso senso civico, ad un sottile egoismo che si traduce in miseranda meschinità, ma anche capaci di un certa imprevedibile genialità che illumina anche le vite altrui.

I nuovi mostri, L'uccellino della Val PadanaAge, Scarpelli, Zapponi e Maccari, che hanno scritto gli episodi, hanno frugato tra questa congerie di vizi e virtù, tra le macerie dell’egoismo e tra le tracce di qualcosa che stava mutando. Come sempre in questi film in cui al centro vi è un esame del costume italiano, i nostri storici sceneggiatori nella maggior parte dei casi centravano il bersaglio e in altre occasioni si lasciavano andare al chiacchiericcio un po’ qualunquistico, tipico atteggiamento che purtroppo, in quegli anni di piombo, segnava i prodotto cinetelevisivi più in generale.
I nuovi mostri, pur senza eccellere e nella maggior parteI nuovi mostri, Mammina e mammonedegli episodi, fa risaltare le doti dei registi coinvolti e degli scrittori che hanno fornito soggetti e sceneggiature. Ma a parte qualche caduta nella retorica un poco scontata, il film raggiunge il risultato di intrattenere per quasi due ore con la sua infinita galleria di personaggi mostruosi, caratteri di un’umanità più diffusa e quotidiana di quanto pensiamo, ma altrettanto universale da valicare i confini nazionali.
La paura di quegli anni e quel certo qualunquismo diffuso, preparatorio della stagione del riflusso, ha fatto lavorare la I nuovi mostri, Tantum ergocensura. Il film – e speriamo sia uno degli ultimi che gira nei circuiti in varie versioni – a causa di tagli di censura è stato largamente menomato per i suoi passaggi televisivi, tanto da mancare di ben cinque episodi (Il sospetto, Mammina e mammone, Cittadino esemplare, Sequestro di persona cara e Pornodiva); quindi la versione integrale di 108 minuti è pressoché difficile da vedere e le durate delle copie in circolazione variano dalla versione breve di 82 minuti a quella più lunga prima ricordata. Esiste del film, infine, una ulteriore versione, distribuita in Francia, dove è stato censurato soltanto Il sospetto e la durata di questa versione è di 102 minuti.
Mario Monicelli ha diretto solo due episodi: Autostop le paure di un uomo meschino portano alla tragedia con Eros Pagni e Ornella Muti; Pronto soccorso, un episodio tutto in mano ad Alberto Sordi con l’indimenticabile personaggio di Giovan Maria Catelan Belmonte, ricco debosciato, tinto di biondo, privo di qualsiasi sensibilità.
Dino Risi firma: Con i saluti degli amici, forse l’episodio piùI nuovi mostri, Hostaria! retorico e telefonato, ma breve, quasi una scheggia, che ironizza sulla mafia e l’omertà, con Gianfranco Barra; Tantum ergo con un Gassman cardinale tanto aristocratico quanto furbo; Mammina e mammone divagazione surreale sulla vita felice e non compresa di due barboni interpretati da Ugo Tognazzi e Nerina Montagnani; Pornodiva, sull’avidità umana di due genitori, Eros Pagni e Fiona Florence che si riflette sui figli incipienti mostri a loro volta; Senza parole in cui la bella Ornella Muti interpreta una hostess che si trasforma in inconsapevole portatrice di disgrazie, un breve film amaro, mascherato da storia d’amore, forse la storia più aliena dal contesto generale.
Ettore Scola ha diretto: L’uccellino della Val Padana che vede una casalinga Orietta Berti, cantante popolare e di successo I nuovi mostri, Come una reginaalle prese con un marito, Ugo Tognazzi, che la ama solo perché fa i soldi; Il sospetto episodio totalmente censurato per una certa cattiveria contro le forze di polizia con Vittorio Gassman; Hostaria! In cui Gassman e Tognazzi sono due improbabili titolari di una trattoria popolare, vedremo come nascono i loro sapori di una volta, ma il loro rapporto all’apparenza così difficile maschera una relazione d’amore insospettabile; Come una regina è uno sguardo sulla vecchiaia e sull’ingombrante peso dell’esistenza per i più giovani nei confronti degli anziani con un Alberto Sordi cinico e baro nei confronti della madre lasciata in un ospizio con la scusa di una passeggiata e una coppa di gelato. Sempre con la regia di Scola e l’interpretazione di Gassman, Cittadino esemplare e Sequestro di persona cara, due brevi film, un po’ didascalici il primo sull’egoismo che lascia fuori dalla porta di casa propria qualsiasi problema altrui, il secondo su una forma di cinico egoismo che si trasforma in opposta rappresentazione pubblica dell’amore coniugale. L’elogio funebre, sempre di Scola, con l’interpretazione di Alberto Sordi, chiude il film conI nuovi mostri, Sequestro di persona cara un carosello felliniano e dissacrante, in occasione del funerale di un capocomico.
I nuovi mostri è il cinema che mette in scena la mediocrità italiana e costituiva nulla di più che l’intrattenimento domenicale per famiglie o poco meno. Ma aveva il piccolo pregio di porsi in posizione dialettica rispetto ad una realtà riconoscibile, all’equivalente prodotto odierno questa riconoscibilità immediata manca, le vicende dei personaggi di oggi sono pensate e scritte per costituire, originariamente, una realtà alterata senza alcun rimando al vero quotidiano ed è questa forse la ragione per la quale restano puro prodotto di consumo, usa e getta, senza passato e senza futuro, consumando la loro scarsa forza espressiva nella brevità settimanale del primo week end.

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Regia: Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola
Interpreti: Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Eros Pagni, Ornella Muti, Nerina Montagnani, Luigi Diberti
Durata: 108’ (versione integrale); 102’ (versione francese); 87’ (versione tv)
Origine: Italia, 1977
Genere: commedia grottesca

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (2 voti)
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