FILM IN TV – Il buio oltre la siepe, di Robert Mulligan

Vincitore di tre Premi Oscar (tra cui Gregory Peck come miglior attore) e tratto dal romanzo Premio Pulitzer di Harper Lee, un solido legal movie e racconto di formazione. Giovedì 7/6, ore 23.30, La7

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Legal movie e racconto di formazione, avventura e thriller, manifesto anti-razzista e poema della diversità: Il buio oltre la siepe ci restituisce, nella forma esemplarmente piana di una narrazione con gli occhi dei bambini, le contraddizioni e la violenza della provincia americana degli anni Trenta allo specchio del pregiudizio razziale. Alle spalle, il caso editoriale To Kill a Mockingbird da cui il film è quasi fedelmente tratto, Premio Pulitzer e opera prima della scrittrice Harper Lee che non pubblicherà altro romanzo salvo il sequel Go Set a Watchman, scritto in anticipo su To kill… e dato alle stampe oltre cinquant’anni dopo. A chiedere all’autrice di romanzare le sue memorie d’infanzia fu l’amico Truman Capote che nel libro (e nel film) è rappresentato dal personaggio di Dill, il buffo compagno di giochi di Jem e la sorellina Scout, voce narrante della vicenda. Pretesto un caso giudiziario risalente all’Alabama del 1931: due donne bianche accusarono falsamente di stupro un gruppo di uomini di colore che furono condannati malgrado le prove scagionanti degli avvocati. Si trattava di una prassi abbastanza diffusa nell’America bianca segregazionista post Grande Depressione per far fuori neri scomodi.

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Ad interpretare, nell film diretto da Robert Mulligan, l’avvocato progressista Atticus Finch un Gregory Peck in grande spolvero che per quel ruolo vinse l’Oscar. Alla sua “misura” l’efficacia drammatica di uno dei momenti più rappresentativi dello spirito del tempo: la scena in cui Atticus rischia il linciaggio per sottrarre il nero in prigione alla vendetta di un gruppo di bianchi. A salvargli la pelle sarà l’abitudine dei suoi figli, Scout in particolare (l’esordiente Mary Badham), a non “farsi i fatti propri”. In sintonia con il ribadito modello educativo paterno fondato sull’empatia: “mettersi nei panni degli altri” è ciò che solo permette di conoscerli veramente, di scoprire che sono “gente e basta” senza discriminazioni, di andare oltre la siepe e illuminare il buio di una casa misteriosa. E di “non uccidere usignoli”, traduzione del titolo originale e metafora del primo comandamento impartito da Atticus: non si fa del male a chi, con la sua innocenza, sparge intorno la bellezza come un canto. Vale per il nero ingiustamente sotto processo (Brock Peters). Come per Boo , il matto che la famiglia tiene chiuso in casa e che si rivelerà per i piccoli vera e propria presenza angelica: a dargli la diafana aurea di un Edward mani di forbice ante litteram Robert Duvall al suo debutto.

Candidato a 8 Oscar Il buio oltre la siepe ne vinse tre:  Gregory Peck (che considererà per sempre Atticus il “ruolo” della sua vita), una sceneggiatura da manuale (Horton Foote) e la perfetta ricostruzione di Monroeville, città natale di Harper Lee, troppo cambiata nella realtà per essere utilizzata come set (la scenografia di Alexander Golitzen, Herny Burnstead, Oliver Emert). Nomination senza podio invece per la fotografia di Russel Harper e il suo bianco e nero di magistrale intensità. Mentre fu battuta da un’altra bambina Mary Badham, la piccola Patty Duke di Anna dei miracoli che si aggiudicò l’Oscar come miglior attrice non protagonista.

Una curiosità cinefila, l’amarcord di oggetti dei titoli di testa su motivetto infantile che sfocia in incipit classico. E soluzione visiva geniale (in linea col romanzo) il vestito da prosciutto di Scout nel colpo di scena dell’epilogo. Nel mezzo, dura il “tempo” di una sola ripresa l’arringa da scuola dell’avvocato Finch. A rimettere le cose a posto alla fine non sarà il processo, ma la giustizia di chi si fa giustizia da sé col doppio risvolto della grande fede nell’individuo (oltre la siepe del vicinato) e del fallimento dei tribunali: sprofondamento cult nell’anima profonda del profondo Sud americano.

Titolo originale: To Kill a Mockingbird

Regia: Robert Mulligan

Interpreti: Gregory Peck, Mary Badham, Philip Alford, John Megna, Brock Peters

Durata: 129′

Origine: Usa 1962

Genere: drammatico

Giovedì 7 giugno, ore 23.30, La7

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