FILM IN TV – Incontri ravvicinati del terzo tipo, di Steven Spielberg

incontri ravvicinati del terzo tipo

Close Encounters è uno dei film più personali di Steven Spielberg ed è anche una delle sue poche sceneggiature. La storia del contatto con gli alieni è il remake di un suo film giovanile del 1964 e nel corso degli anni si è sviluppato in tre differenti versioni. La sua necessità di ritoccare il montaggio finale ha una forte analogia con il protagonista: la sua insoddisfazione verso l'edizione definitiva è quella di Richard Dreyfuss che fa e disfa le sue sculture di purea per visualizzare l'idea fissa della Devil's Tower. Mercoledì 2 aprile, ore 21.00, Sky Cult

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Devo assolutamente farti vedere una cosa! Richard Dreyfuss è appena tornato a casa dopo un imprevisto inseguimento notturno tra un UFO e il suo pick-up. La sua eccitazione non basta per convincere la moglie ad alzarsi dal letto perchè le sue parole non riescono a stare dietro alla rappresentazione del suo racconto. Gli sforzi del protagonista di superare la riluttanza della sua famiglia sono una efficace sintesi programmatica del cinema di Steven Spielberg. L’uomo e il cineasta condividono la necessità di mettere in scena la loro immaginazione: l’eroe ha bisogno di trovare una spiegazione per la sua bizzarra esperienza ma il suo vero movente è soprattutto l’ossessione di una visione.

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La lunga gestazione di Close Encounters ha prodotto il terzo lungometraggio per il grande schermo di Steven Spielberg. Il successo internazionale di Jaws del 1975 gli ha offerto la chance di avere una maggiore autonomia creativa: la sua scelta è caduta sul remake di un suo film giovanile. La storia del contatto con gli alieni non è soltanto una versione moderna di Firelight del 1964 ma è anche un caso quasi unico nella sua filmografia: lo script è una delle poche sceneggiature che Steven Spielberg ha elaborato in prima persona. È sicuramente significativo che l’altra occasione risalga a A. I. del 2001: entrambi i copioni hanno dei riferimenti espliciti alla lettura cinematografica di Pinocchio. Il primo conflitto tra Richard Dreyfuss e la moglie si consuma sulla possibilità di andare a vedere il film di Walt Disney oppure andare a giocare a minigolf. L’uomo perora la causa del burattino e sostiene che se i ragazzi sono ancora ragazzi ne andranno pazzi ma la votazione dei figli lo mette in minoranza. Il suo anacronismo è una caratteristica dei personaggi spielberghiani: l’eroe è un goonie ante litteram e la sua ostinazione sognatrice è un motivo di esclusione anche all’interno della sua realtà domestica. Richard Dreyfuss passa il suo tempo libero a giocare con i trenini e non può fare a meno di inseguire ad ogni costo la sua inspiegabile premonizione della Devil’s Tower.

Il vezzo del regista di inserire dei riferimenti autobiografici non si limita alla

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passione comune per Pinocchio: la somiglianza più avvincente è quella che li lega nel vincolo della visualizzazione. Close Encounters ha accumulato tre versioni nel corso degli anni e questo istinto a ritoccare mostra un’insofferenza di Steven Spielberg verso una soluzione definitiva. Il suo costante ritorno sulle differenti edizioni del film è la stessa condanna del protagonista che fa e disfa le sue sculture di purea o di schiuma da barba fino a distruggere la sua stessa casa.

L’insoddisfazione verso il montaggio finale è un’esclusiva di Close Encounters: il regista non ha mai avuto questo atteggiamento verso gli altri suoi film. Questo sentimento è un ulteriore indice della forte relazione che c’è tra di loro: la prima stesura risale addirittura al ricordo infantile di una notte passata all’aperto con il padre a studiare le costellazioni. Steven Spielberg ha inseguito la sua realizzazione per tutta la sua carriera e l’ha completata non appena ha avuto la possibilità di farlo: il contributo di due mostri sacri degli effetti speciali come Douglas Trumbull e Carlo Rambaldi non è bastato per dare una forma a quello che aveva in mente da tutta la vita. Close Encounters ha proseguito la strada di 2001 di Stanley Kubrick e ha dato agli extra-terrestri una verosimiglianza scientifica: la soluzione della comunicazione con gli alieni attraverso la scala pentatonica ha fatto scuola e molti elementi del film sono stati ripetutamente imitati. Steven Spielberg ha persino ottenuto l’illustre partecipazione di un altro eterno bambino del cinema come François Truffaut ma la certezza di aver centrato tutte le scelte fondamentali non è mai stata sufficiente perchè il suo obbiettivo non era quello di fare un altro grande film. La tecnologia potrebbe offirgli delle risorse per giustificare una quarta edizione ma forse niente potrebbe rendere giustizia alla sua emozione lontana di una notte stellata e all’idea fissa delle luci che si muovevano nel cielo.

 


Titolo originale: Close Encounters of the Third Kind

Regia: Steven Spielberg

Interpreti: Richard Dreyfuss, François Truffaut, Melinda Dillon, Teri Garr, Bob Balaban, Cary Guffey, Shawn Bishop

Origine: USA, 1977

Durata: 138′

 

 

 

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