FILM IN TV – “La mortadella”, di Mario Monicelli

La mortadella Commedia considerata uno dei film minori di Monicelli, tra i meno conosciuti e amati dagli adetti ai lavori, La mortadella ha aspirazioni di riflessione sociale. Sorta di critica alle imposizioni sociali e bassezze umane, ma anche – neanche troppo velatamente – al movimento operaio dei primissimi anni Settanta. Venerdì 11 maggio ore 21.00, Sky Cinema Classics

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La mortadelladi Riccardo Melito

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Perdere un aereo o non passare la dogana a causa di una mortadella – cambiate l’insaccato con qualsiasi altro genere alimentare caratteristico per avere infinite varianti – può sembrare un episodio risibile, di poco conto, degno di una barzelletta o della testardaggine di un poveretto, un disturbato. Nonostante la sua cretineria, una situazione tale rivela allo stesso tempo l’assurdità di alcune norme, fa risaltare la rigidità delle leggi che pretendono di ricondurre sotto la loro protezione tutta l’intera, irriducibile e complessa realtà fattuale. Questo sostiene Maddalena Ciarrapico, interpretata da Sophia Loren, nella pellicola La mortadella di Mario Monicelli del 1971.

Commedia considerata uno dei film minori di Monicelli, se non forse una delle sue "cantonate", La mortadella ha aspirazioni di critica sociale, lo si intuisce sin dalle prime scene in cui si vedono due ragazzi che fumano uno spinello nel bagno dell’aereo che conduce la protagonista a New York, città archetipo degli Stati Uniti e del sogno americano. Questa critica non si limita al governo americano, simbolo delle Leggi e degli Stati, è più affilata, si rivolge allo stesso movimento operaio. L’indomita Maddalena, quasi un Sigfrido al femminile, eroina senza paura, neanche fosse Isadora Duncan, si scaglia infatti anche contro il “futuro marito” Michele Bruni, ovvero Gigi Proietti, che da operaio militante di sinistra si è trasformato in migrante servile. Il giornalista del Daily News, Jock Fenner sarà l’unico in grado di affascinare la scatenata operaia napoletana per portarla a conoscere la città e i suoi lati oscuri, ma anche lui finirà scaricato, vecchia vestigia di un potere patriarcale che si credeva stesse facendo i suoi ultimi passi agonizzanti. Maddalena dal canto suo si sarà così liberata di tutte le costrizioni impostale dalla società, dalle bassezze umane, rappresentate dai vari uomini che tenteranno goffamente di conquistarla, pronta per affrontare una nuova vita. La storia, basata sul racconto La pizza di Renato W. Spera e firmata da Leonard Melfi, Suso Cecchi D'Amico e Don Carlos Dunaway, è piena di cliché, con la stessa Loren a tratti in balia della scena e non perfettamente a suo agio nel personaggio. Nonostante ciò La mortadella rimane una commedia godibile e dal messaggio condivisibile.

L’accostamento tra genuinità dell’insaccato e della protagonista è piuttosto volgare, ma non dobbiamo scordare che Monicelli era un avversatore della prosopopea e del mito dell’autore con la A maiuscola. Se poi si osserva la pellicola con una rinnovata prospettiva temporale, si assiste a un vero e proprio trionfo dell’assurdo: non è un caso che sanzioni del genere, nonostante la tanto sbandierata corsa al progresso, alla civiltà, siano diventate più severe e restrittive, anche grazie alle norme anti terrorismo post 11 settembre, lo può dire chi è stato fermato per mezzo chilo di peperoncini messicani habanegro. E allora forse il severo giudizio verso questo film andrebbe lievemente rivisto.

Titolo originale: La mortadella
Regia: Mario Monicelli
Interpreti: Sophia Loren; Gigi Proietti; William Devane; Beeson Carroll; Danny DeVito; Susan Sarandon; Robert Glaudini; David Doyle
Origine: Italia/Francia, 1971
Durata: 109'
Venerdì 11 maggio ore 21.00, Sky Cinema Classics

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