FILM IN TV – L’amore, di Roberto Rossellini

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Il miracolo della voce umana. Due anime in un solo dittico, spirito del nostro tempo. Opera minore? Opera al servizio del proprio amore, Anna Magnani? Ma il mondo ha di nuovo accelerato il suo movimento inconscio, costringendo il cinema a portare i propri lumi in un crepuscolo su cui incombe lo spirito nascosto di Rossellini, che batte ancora alle porte del presente. Lunedì 22 dicembre, ore 6:30, Rai Movie    

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la-voce-umana.jpgIl miracolo della voce umana. Due episodi, due anime in un solo dittico, spirito del nostro tempo. Una serie di telefonate con l’uomo che ama e una pecoraia vittima delle proprie credenze allucinatoire e di un San Giuseppe molestatore (Federico Fellini, allora ventottenne). Disperato monologo frammentato da lancinanti silenzi. Da un soggetto di Federico Fellini, disperata ricerca di umanità, per poi trovare la crudeltà attratta da una fede primitiva. Dalla voce umana alla bestia umana, accorpate per ragioni distributive. Jean Cocteau e Ramòn Maria del Valle-Inclàn sono gli ispiratori, il primo per il suo atto unico “La voix humaine”, il secondo per il romanzo “Flor de Santidad”. Opera minore? Opera con l’unico intento di servire fedelmente il suo amore, Anna Magnani? Gli specchi frantumati in quell’interno o il naturalismo della costiera amalfitana ne Il miracolo, non basterebbero a dimostrare il carico esponenziale che Rossellini ci consegna nella direzione di una pura e ispiratissima sperimentazione visiva? Sperimentare suoni, voci, rumori, mimiche facciali, l’ansimante respiro della vita che così celermente fugge via, l'anatomia di un sentimento tra le pieghe della speranza. “Perché farsi delle illusioni?”. Così dice la voce umana. Rossellini pensa il proprio spazio e soprattutto il proprio tempo. Nessuno quanto Rossellini ha osato tradurre integralmente e consapevolmente lo svolgimento del proprio tempo sul piano di un organico sviluppo di forme del pensiero, di un sistema che avesse l’ardire di raffigurare, nella semplice messa a fuoco dei concetti, l’immagine virtuale dell’epoca.In passato ci si vedeva: si poteva perdere la testa, dimenticare le promesse, rischiare l'impossibile, convincere quelli che adoravamo con i baci, aggrappandoci a loro. Un'occhiata poteva capovolgere tutto. Ma con questo apparecchio, quel che è finito è finito… sta' tranquillo; non ci si suicida due volte..”.

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Pochi hanno dato importanza quanto Rossellini alla Storia e costruito una “rete adamantina” di categorie volta a rappresentare l’orizzonte massimo di intelligibilità di un’epoca che pretende di includere in sé, telescopicamente, i principi delle epoche antecedenti; pochi hanno svuotato il preconcetto che attribuiva alla “natura umana” un’essenza metastorica, mostrando come la natura vivente è eternamente altro che il suo concetto, per cui quello che per il concetto era semplice modificazione, pura accidentalità, qualcosa di superfluo, diviene necessario, vivente, forse ciò che unicamente è naturale e bello. Ti ricordi di Yvonne che si domandava come mai la voce potesse passare attraverso il filo attorcigliato. Ho il filo intorno al collo. Ho la tua voce intorno al mio collo… ”. Il mondo ha di nuovo accelerato il suo movimento inconscio, costringendo il cinema a portare i propri lumi in un crepuscolo su cui incombe lo spirito di Rossellini, che batte sempre più forte alle porte del presente. “Allora, ecco… ecco… stavo per dire meccanicamente: a fra poco… ne dubito… non si sa mai… oh!… è meglio, molto meglio… (Si sdraia sul letto e stringe l'apparecchio fra le braccia) Amore mio… amore mio bello… sono coraggiosa. Sbrigati! Forza. Taglia! Taglia svelto! Taglia! Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…”.   

 

Regia: Roberto Rossellini
Interpreti: Anna Magnani, Sylvia Bataille, Lia Corelli, Gabrielle Fontan, Jucci Kellerman, Federico Fellini
Durata: 78’
Origine: Italia, 1948

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