Lo straniero senza nome, di Clint Eastwood

Il drifter arriva in questo paese-Limbo. E adesso si chiama Inferno, luogo onirico e allucinato che ha a che fare con la memoria, elemento fondante del Cinema di Clint, vessillo dei (nostri) padri.

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E il paese adesso si chiama Inferno. Lo straniero senza nome ci arriva e tutti gli abitanti lo vedono per la prima volta. Lo sceriffo è Buddy van Horn, faceva lo stuntman, dirigerà un paio di film per Eastwood, a tutt’oggi è stunt coordinator di tutte le sue ultime opere. Al cimitero un paio di tombe recitano “Donald Siegel” e “Sergio Leone” (“I buried my directors”). Lo straniero senza nome non l’aveva mai visto prima nessuno in paese, eppure in realtà il suo è un ritorno, perchè è da Lago che era partito anni prima. Il paese si chiama Lago, appunto: dagli scorci tra una costruzione e l’altra sulla main street si possono vedere frammenti azzurri dello specchio d’acqua su cui si affaccia il villaggio: Clint ha fatto realmente costruire le case del set sulle sponde del lago Mono, nelle California Sierras. Quando lo straniero senza nome entra nel paese, a cavallo, a passo lento, la mdp che lo segue ci fa lentamente scoprire questa acquaticità desertica e sospesa su cui si fonda questo villaggio-Limbo. Appena arrivato, lo straniero senza nome afferra una bella ragazza dalla strada, e la porta con sé dentro un fienile: lo straniero senza nome è un cowboy dalle poche parole, spiccio e determinato – è arrivato a Lago per dare una mano agli abitanti del villaggio, che sta per essere visitato da tre terribili outlaws, determinati a raderlo a fuoco. L’idea dello straniero senza nome è quella di addestrare i cittadini di Lago a difendersi da soli, poi metterli di guardia coi fucili sui tetti delle costruzioni del villaggio, ad aspettare l’arrivo dei tre malvagi Cavalieri dell’Apocalisse in paese: convince gli uomini a dipingere tutte le case della main street di rosso, una bella vernice rosso fuoco: adesso da lontano il gruppetto di costruzioni sul lago spicca come un’unica macchia vermiglia: lo straniero senza nome cancella la scritta ‘Lago’ sul cartello all’entrata del paese, e ci aggiunge sopra la parola ‘Hell’. E il paese adesso si chiama Inferno, (Il vero piano dello straniero senza nome, svelato tra parentesi, è far sì che gli abitanti dell’Inferno possano essere maggiormente visibili alle colt dei vandalici fuorilegge perchè stagliatisi contro le mura rosse del paese, in modo che i tre cattivi li possano freddare con maggiore facilità: il paese è infatti colpevole del terribile linciaggio del fratello dello straniero senza nome – è un flashback ma anche un) luogo onirico e allucinato che ha a che fare con l’odio, il ritorno, la vendetta, ma soprattutto con la memoria (del ‘genere’), elemento fondante del Cinema di Clint Eastwood, vessillo dei (nostri) padri.

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Titolo originale: High Plains Drifter
Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Clint Eastwood, Verna Bloom, Marianna Hill, Mitch Ryan, Buddy Van Horn
Durata: 105′
Origine: USA, 1973
Genere: western

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4.2 (5 voti)
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