FILM IN TV: "Lorna" di Russ Meyer

Meyer al suo secondo film, gira in un bianco e nero stupefacente, merito anche della lunga esperienza dello stesso regista come fotografo della rivista Playboy; un bianco e nero che esalta il corpo della giunonica Lorna Maitland ma capace anche di dare risalto agli ambienti scenografici narrati nella storia. Venerdì 4 maggio a Fuori Orario Rai Tre

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I primi anni '60 sono stati per il cinema americano terreno fertile per un sottogenere chiamato sexploitation, film il cui centro portante era la donna, in cerca di una sorta di emancipazione dal punto di vista sessuale: corpo che (ri)scopre la propria femminilità e sessualità, pretendendo le gioie del sesso fino ad allora appannaggio dei soli uomini. Due sono i principali fautori di questa nuova rivoluzione (cinematografica) sessuale, per certi versi anticipatrice del femminismo sessantottino (del quale Simone De Beauvoir con il suo "testo sacro", Il secondo sesso, sarà una delle principali artefici) che di lì a poco si riverserà in tutte le piazze europee e americane: Joe Sarno e Russ Meyer. Il primo è stato omaggiato di recente al Torino Film Festival con una retrospettiva completa dei suoi lavori, il secondo, è il regista di Lorna, diventato ormai un cult movie con ammiratori ai quattro angoli del globo. Lorna (Lorna Maitland) è una moglie infelice e insoddisfatta: odia il posto in cui vive, una baracca ai piedi del fiume, il marito (James Rucker) non riesce a soddisfarla sessualmente e questo le provoca una grande frustrazione. Troverà il piacere in un galeotto (Mark Bradley) evaso di prigione, ma sarà una gioia breve ed effimera perché la morte è in agguato. Meyer al suo secondo film, gira in un bianco e nero stupefacente, merito anche della lunga esperienza dello stesso regista come fotografo della rivista Playboy; un bianco e nero che esalta il corpo della giunonica Lorna Maitland (indimenticabile la scena in cui la protagonista fa il bagno nello stagno, con un gioco di luci ed ombre che a distanza di oltre quarant'anni, meraviglia ancora lo sguardo) ma capace anche di dare risalto agli ambienti scenografici narrati nella storia: uno su tutti, la salina luogo di lavoro del marito di Lorna, dove il bianco del sale sembra prendere vita dando una luminosità alle immagini di rara intensità. Meyer non si limita però ai contenuti formali rivolgendo anche una pesante accusa nei confronti della sonnolenta provincia americana, teatro di ipocrisie, invidie ed incomunicabilità: (non) luogo in cui i desideri vengono mortificati lasciando spazio solo all'amarezza ed al senso di sconfitta. Non a caso l'elemento scatenante della serie di eventi che porteranno ad una conclusione tragica della vicenda è un galeotto, al di fuori quindi della comunità chiusa ed ipocrita, divenuta però  facile bersaglio del nuovo destabilizzante corpo estraneo. Splendida colonna sonora di James Griffith e Hal Hopper, divisa per temi, uno per ogni personaggio, enfatizzando in tal modo il lato caratteriale ed intimo dello stesso. Unico – incolpevole – neo del lungometraggio di Meyer è il doppiaggio, veramente grossolano e "alieno", ma Fuori Orario presenterà il film in versione originale sottotitolata.

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Regia: Russ Meyer


Interpreti: Lorna Maitland, James Rucker, Mark Breadley, Hal Hopper, Don Scortt


Origine: USA, 1964


Durata: 79'


Venerdì 4 maggio a Fuori Orario Rai Tre


 

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