Un americano a Roma, di Steno

Costruita sul mito americano e sulla necessità di una ripresa economica, l’opera si dimostra più attuale di quanto si possa immaginare. Con uno scatenato Alberto Sordi

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Alto, forte, massiccio e soprattutto romano. Questo è il profilo del protagonista Nando Moriconi. Il ragazzo è un fanatico cultore dell’America che cerca durante tutta la pellicola qualsiasi escamotage per raggiungere il suo paradiso oltreoceano e stabilirsi nel Kansas City.

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Ambientato nel pieno degli anni Cinquanta questo film si presenta come un ritratto sociale dell’Italia che, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, viene pervasa dal desiderio non solo di raggiungere gli Stati Uniti d’America ma di assorbirne la cultura e diventare parte del popolo americano. Sequenza dopo sequenza il regista Steno (Stefano Vanzina) ci mostra dettagli, parole, abitudini che hanno la funzione di disegnare e descrivere lo scenario culturale italiano dell’epoca. In questo modo la ripresa economica, la speranza in un futuro migliore, la voglia di ricominciare e ricostruire il futuro di un Paese e del suo popolo vengono racchiusi dentro il sogno americano.

La pellicola si sviluppa perseguendo il genere della commedia: diverte il pubblico e lo fa ridere. Questa reazione viene scatenata da un continuo parallelismo tra l’universo semantico del mondo americano e di quello romano. La continua opposizione tra i termini inglesi (o pseudo inglesi) accostati alle tipiche locuzioni romanesche, l’antitesi tra le culture e i simboli come il grattacielo, emblema indiscusso dell’America e il Colosseo, immagine di una Roma verace, crea ilarità, in quanto comprende la figura di Nando come fuori luogo rispetto quelli che sono i suoi sogni.

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alberto sordi e maria pia casilio in un americano a romaMario Monicelli diceva che la commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici. Le serate passate al cinema credendo di essere un cowboy, mangiare popcorn, masticare chewing gum e sognare Broadway infatti fanno del protagonista solamente il Fred Astaire della Garbatella. La drammaticità del personaggio principale risiede in quello che si potrebbe definire un sogno anti-hollywoodiano. Il regista ci pone dinanzi alla consapevolezza che la vita reale non è come la realtà rappresentata nei film. Se il protagonista de La quattordicesima ora (1951) di Henry Hathaway ottiene ciò che vuole arrampicandosi sulla cima di un grattacielo, la stessa sorte non toccherà a Nando. La delusione per il sogno irrealizzato non fa perdere però al ragazzo romano la speranza nel realizzare il suo desiderio. Ad aumentare la tragicità del destino del protagonista è poi il fatto che l’unica persona che avrebbe potuto realizzare la sua aspirazione (l’ambasciatore americano) sia proprio quella a cui il suo fingere di sapere l’inglese aveva fatto rischiare la vita. L’ironia della sorte è evidenziata ulteriormente dalla voce fuori campo che pone l’attenzione sul tema dell’evento fattuale, domandandosi come sarebbe stato il destino del giovane se le cose fossero andate in maniera diversa.

Sessant’anni dopo l’uscita di questo film cosa resta della commedia all’italiana? Rimane una pellicola come Sole a catinelle, dove l’intento si mantiene quello di descrivere sia un’Italia in difficoltà che la bassezza dell’italiano medio. Esistono però notevoli differenze: all’ironia malinconica (di cui era vivo Nando) viene sostituita la comicità grossolana di Checco Zalone; in più, se nella pellicola di Steno era presente la speranza e la convinzione di potere uscire dalla crisi, oggi il messaggio sociale è quello di una rassegnazione ed accettazione di questa situazione. Che fine ha fatto invece oggi il sogno americano di Nando? E’ esploso nel fenomeno della globalizzazione che ha appianato le differenze socio-culturali tra i Paesi. Oggi ci piace mangiare il cibo dei fast food che non sostituiamo più con un maccherone provocante, parliamo una lingua quasi ibrida tra l’italiano e l’inglese e abbiamo assimilato sistemi aziendali ed industriali proveniente da oltreoceano. Possiamo dire che oggi, nel 2014, Nando ha avuto la sua vittoria, Nando aveva ragione.

 

Regia: Steno
Interpreti: Alberto Sordi, Maria Pia Casilio, Ilsa Peterson, Anita Duranti, Giulio Calì, Galezzo Benti, Carlo Delle Piane
Durata: 94′
Origine: Italia 1954
Genere: commedia

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (4 voti)
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