FILM IN TV – Una poltrona per due, di John Landis

dan aykroyd ed eddie murphy in una poltrona per due

È la commedia regina del palinsesto Mediaset durante le vacanze di Natale. Eppure di natalizio ha ben poco. La fiaba del principe e del povero, riletta con una sensibilità ironica che diventa chiave di lettura demenziale per scardinare ipocrisie comuni. Mercoledì 24 dicembre, ore 21:10, Italia 1.

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dan aykroyd ed eddie murphy in una poltrona per dueLouis Winthorpe III (Dan Aykroyd) è un broker finanziario presso la società Duke and Duke di Philadelphia. La sua vita trascorre tranquilla tra il lavoro, le partite di tennis al circolo e le serate con la fidanzata. Billie Ray Valentine (Eddie Murphy) è invece uno straccione che mendica elemosina per strada, simulando di aver perso le gambe e la vista durante la guerra del Vietnam. Le vite dei due si incrociano casualmente, quando Billie Ray viene arrestato in seguito ad uno scontro fortuito con Louis. L'episodio alimenta uno scambio di opinioni tra i proprietari della società finanziaria per la quale lavora Louis, i fratelli Mortimer (Don Ameche) e Randolph Duke (Ralph Bellamy), i quali, a fronte di una scommessa, decidono di fare un esperimento: sostituire il proprio manager con lo squattrinato Billie Ray.

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eddie murphy in una poltrona per dueÈ quasi banale, forse deleterio, raccontare una storia che ogni anno si ripete lo stesso giorno alla stessa ora. Come se l'unico metro di giudizio del successo fosse il tempo. Ma questo è innegabile, i film non sono cambiati, il tempo sì. Se non che, per le prime commedie di John Landis, le classiche (che vorrà dire poi?), il tempo sembra essersi fermato. La memoria popolare, noi tutti, il domani che è alle porte, generazioni diverse ma accomunate da quel sorriso irridente ed educato di chi ha riconosciuto in Landis un grande talento. Animal House, le due icone nero vestite, con occhiali da sole e cappello di The Blues Brothers, così come l'accoppiata demenziale di Una poltrona per due, non sono un'istantanea del cinema, ma una grafica del Novecento. Qualcosa che trascende il cinema per diventare arte generale. Ed è davvero di pochissimi registi. È di un Fellini con la sua Anita nella fontana, o di un Welles che gioca con la sua palla di vetro innevata. Estetica che fa parte di noi, cultura che ci accompagna dimenticandosi dei ruoli sociali o di chi li ha decisi. Perché Landis non è sempre quello dei film demenziali. Il suo umorismo, sempre aggressivo ma capace di arrestarsi al momento opportuno, sempre urlato ma pronto a zittirsi per poi riesplodere, sembra un termine scontato, reiterato, ma significa molto nella comicità di ieri e di oggi. All'unisono il buonismo e il riscatto sociale che spesso tratta nei suoi film, sono riflessioni che arrivano dagli anni ’80, cioè nel momento in cui si sentiva la necessità di una lotta contro pregiudizi e impari opportunità. Così da un lato troviamo Obama alla presidenza degli Stati Uniti e dall’altro in televisione ci si interroga sulle differenze genetiche tra razze. Il fenomeno investe di rimbalzo anche i suoi protagonisti, con un Murphy che, al contrario di Aykroyd, rimarrà legato a questo film in un modo tale che non importa quanti Professore Matto o Dr. Dolittle interpreti, ogni risata sarà sempre e comunque collegata a quella notte di Natale.

Senza strafare, senza le suggestioni da abete illuminato, ma con la città di Philadelphia come ideale cornice per una fiaba tutt’altro che accomodante, Landis firma così un'opera che tratta con più astuzia che intelligenza, un tema che nel periodo natalizio viene messo sotto i riflettori per poi esser dimenticato una volta smantellati albero, addobbi e buoni propositi. È il John Landis più puro, quello non ancora sprofondato ai margini delle classifiche degli incassi, l'altra faccia del positivismo cinico e arrembante, ma soprattutto la limpida metafora di un prototipo di società nella quale il mercato è talmente libero da non fermarsi di fronte a nulla, commediando la sacralità della vita e della persona, in un genere attraverso cui filtrare tutti gli altri.

 

Titolo originale: Trading Places

Regia: John Landis

Interpreti: Dan Aykroyd, Eddie Murphy, Ralph Bellamy, Don Ameche, Denholm Elliott, Jamie Lee Curtis, Paul Gleason, Frank Oz, James Belushi, Bo Diddley

Durata: 117'

Origine: USA, 1983

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