FILM IN TV – Viaggio in Italia, di Roberto Rossellini

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Viaggio in Italia è ancora realismo, un film "tutto cose", che inquadra spazi e persone senza la mediazione di una retorica dimostrativa o di una cosmetica artificiale. Ma è poggiato su una superficie fluida, lavica o argillosa. Avverte la realtà come una specie di smottamento permanente, un bradisismo che ha leggi fisiche, certo, ma resta pur sempre un mistero. Sabato 21 marzo, ore 1:45, Rai3

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viaggio in italiaIn questo paese si dorme benissimo“… E se fosse tutto un sogno? Se questa crisi e questa voragine non avessero motivi concreti, ponderabili, ma fossero solo il frutto di un leggero stato di alterazione della coscienza, che fa vedere altri fantasmi, altre ipotesi, altre connessioni? Tutte le figure perdono i loro contorni, mentre i fumi si innalzano dalla terra in uno strano “fenomeno di ionizzazione” del reale: e da un momento all’altro potrebbe avvenire la resa dei conti tra Faust e il demonio. Del resto qui si viaggia, per quel che vedo, su un terreno vulcanico, un campo flegreo, una solfatara. E Napoli è come un’immensa Stromboli, terra di Dio e del demonio, bellezza celeste e fuoco che viene fuori dalle viscere dell’inferno, con tutta la sua potenza che non può essere imbrigliata. Viaggio in Italia è ancora realismo, un film “tutto cose”, avrebbe magari detto Francesco De Sanctis, che inquadra spazi e persone senza la mediazione di una retorica dimostrativa o di una cosmetica artificiale. Ma è poggiato su una superficie fluida, lavica o argillosa. Avverte la realtà come una specie di smottamento permanente, un bradisismo che ha leggi fisiche, certo, ma resta pur sempre un mistero, un fenomeno che testimonia la presenza di altri mondi più profondi.

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Quello della “coppia” Kate e Alex è un problema di risveglio. Credo sia stato detto, ovvio. Nasce nel momento in cui la coscienza cerca di ridestarsi dal torpore ingannevole del sonno, da quell’indolenza che sembra avvolgere tutto e tutti, per abituarsi nuovamente alla luce, alla forma delle cose. Ma le nebbie permangono, il sonno è destinato a tornare. E la coscienza, per quanto capace di distinguere il suo nuovo stato di veglia, non riesce a inquadrare mai perfettamente le cose.

Dove siamo? – Non te lo so dire”. Kate e Alex non arrivano certo a capire, o carpire, la realtà. Si rendono conto, lei per prima, anima sensibile, che la vita è infinitamente più complessa e sfuggente della tranquilla certezza del vincolo contrattuale di un matrimonio, della normale economia delle convenzioni quotidiane. In fondo, finora hanno creduto ciecamente al gioco a cui giochiamo tutti: creare un sistema di riferimenti certi, di punti fissi, di ripetizioni che ci consentano di non perderci. Un sistema di giudizi, insomma.

viaggio in italiaDov’è il tempio di Apollo? – È lassù, ma io non vengo, c’è troppo vento, arrivederla – Tutti gli uomini sono uguali, cinici e crudeli”. Ma davvero? Non proprio: gli uomini non sono tutti uguali e il mondo ha milioni di forme, così come i corpi, le persone, i sentimenti, le storie che si stratificano nella terra, sotto le ceneri del Tempo e della Storia. Ed è proprio di fronte a questa mutevole e infinta varietà che si apre l’abisso e si produce la crisi. Napoli resta un segreto, la cui vera anima, se esiste, si nasconde nei cunicoli dei cimiteri, tra le catacombe e i sotterranei, per risalire, come vapore, al suolo e disperdersi nella babele delle voci, delle urla incomprensibili, delle canzoni che confondono di nuovo la realtà col gioco. “È un’usanza che non riesco a comprendere“. In questa città si è condannati a non annoiarsi mai.

Tutte le visioni di Kate, la turista, hanno in qualche modo a che fare con la morte, l’oltretomba, il mistero di divinità ctonie o di una natura bellissima e terribile. Rossellini trasforma l’icona della diva in una devota smarrita. E il viaggio in Italia finisce per assomigliare sempre più a un pellegrinaggio, che non può che culminare in una processione, trovare la sua epifania decisiva e la grazia (fatemi la grazia…) ai margini di un rito collettivo. La speranza, dopo tutto.

viaggio in italiaEcco, per Rossellini il fatto che il mondo non abbia definizioni a priori, il fatto che non possa essere gestito a pieno dall’intelligenza e dalla volontà, non è una tragedia. Semmai è un dramma, nel senso è che proprio nel tortuoso percorso tra coscienza e smarrimento, conoscenza e dubbio, azione e impotenza, che si forma il tessuto delle storie individuali e collettive. Ed è forse proprio questo ad aver mandato in bestia i “compagni”. Non aver potuto riconoscere una griglia analitica certa, un sistema chiaro di strutture e sovrastrutture che potessero imbrigliare il mondo e la storia in un’interpretazione, aprirne tutte le porte con una sola chiave di lettura.

È vero, il mondo è cambiato, direbbe Dieutre. Ma il reale resta una virtualità infinita che mescola le ombre con la luce. Resta lo spettro di tutte le immagini possibili, quelle più chiare e quelle più oscure, le astratte e le concrete, quelle del cuore e quelle della mente. E il cinema non può che provare a coglierne alcune, accettando la precarietà delle forme che incontra, della sua stessa forma. E il pericolo vertiginoso di un set che è ovunque, tra la materia delle cose e i segreti dell’anima.

Regia: Roberto Rossellini

Interpreti: Ingrid Bergman, George Sanders, Leslie Daniels, Anna Proclemer

Durata: 79′

Origine: Italia, 1953

 

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