Filmare il mistero. Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont, due trailer

Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont - trailer

Camille Claudel "si è slanciata ai confini di se stessa, attraverso l'elevazione dell'arte e dell'amore". Bruno Dumont l'ha immaginata nel corpo e nel volto di Juliette Binoche, affiancata dalle pazienti di una clinica psichiatrica

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Con l'uscita di Camille Claudel 1915 in  vari paesi europei, arrivano online due trailer, dopo il teaser e le foto ufficiali: l'utima fatica di Bruno Dumont, presentata in concorso alla 63° Berlinale (la recensione), in cui il cineasta francese lavora per la prima volta con Juliette Binoche, affiancata dalle pazienti della clinica di Saint-Paul de Mausole (a Saint-Rémy-de-Provence, prima monastero costruito dai monaci benedettini, poi ospedale psichiatrico, noto per aver ospitato Vincent Van Gogh).

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Filmare il mistero. Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont, due trailerDumont sostituisce ai deserti desolati delle Fiandre lo splendore paesaggistico di un luogo scelto per aumentare il contrasto con l'isolamento e la "veglia senza fine" di Camille Claudel: la storia della sfortunata scultrice, internata dalla famiglia per trent'anni, è stata cointerpretata dalle pazienti – Alexandra, Rachel, Myriam, Florence, Carmen – e dal personale della casa di cura; quasi senza distinguere tra persona e personaggio. Nel report dal set pubblicato da Libération, una delle pazienti, Christiane, parla della Binoche come di una presenza dolorosa, piccola, magra, capace di far piangere.

"A un certo punto delle riprese, il problema di di capire se queste donne comprendessero che la Binoche è un personaggio di un film, ha cessato di porsi. Abbiamo lasciato che fossero quello che sono, e loro sono state se stesse." racconta Dumont. "Hanno mostrato chiaramente i loro desideri e ciò che rifiutavano. Quando sono in scena è solo perchè lo hanno voluto." Sono state consultate le famiglie, concentrandosi sulle questioni della sicurezza e del rispetto verso le pazienti, affrontando anche il problema di come pagare le attrici improvvisate (con un sussidio per la casa di cura, dedicato alle attività culturali).

Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont - trailer"Abbiamo fatto un passo verso queste persone, e ogni preconcetto che tutti noi abbiamo sulla follia, è caduto rapidamente. Così, al tempo stesso, il film è anche quasi un documentario sulla vera natura dei loro mali. Ho accettato i loro dolori in modo da agire su ciò che sono, il minimo per accogliere il mistero e l'oscurità della follia, la miseria, la tristezza, il degrado e la tragedia della vita di Camille." Così Dumont  intervistato da Cineuropa.

Se tutti gli eroi dei film di Bruno Dumont sono esseri che la società ignora o respinge, creature fuori dal mondo: "sono esseri di cinema, figure simboliche di ciascuno di noi. Quanto a Camille Claudel, si è slanciata ai confini di se stessa, attraverso l'elevazione dell'arte e dell'amore". Nell'interessante conversazione con Philippe Lagouche, Dumont racconta che anche se l'internamento di Camille Claudel suscita tante domande e dubbi, soprattutto sulle ragioni del suo lungo internamento da parte dei familiari, non ha voluto dare giudizi. "Io, perlopiù, ho voluto filmare il mistero": un mistero che appartiene tanto a Camille quanto alle reali pazienti della casa che ha ospitato il set.

Juliette Binoche in Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont - trailerDalle ricerche effettuate, spiega, Camille Claudel si trovava in un ambiente abbastanza decoroso, una sorta di collegio, ben vestita e pulita, con una stanza a disposizione: la violenza della sua esperienza non risiede quindi tanto nella sua prigionia fisica, quanto nella vicenda della sua prigionia interiore. Da La Binoche aveva chiarito questo punto dichiarando: "Bruno mi ha presentato il personaggio come una donna che non fa nulla, neutra. Ho cercato di rendere la sua 'rienté', se così si può dire. Ma come attrice, dovevo rendere tutta la sua intensa, enorme vita interiore, condensata in eventi che possono sembrare banali".

A parte alcune indicazioni,  Dumont ha lasciato che le attrici si esprimessero liberamente: "abbiamo bisogno di incidenti, di imprevisto, per individuare l'essenza della vita". Lavorare con la Binoche, che ha passato quindici giorni nella casa prima delle riprese per stabilire dei legami, non è stato molto diverso dal rapporto con gli attori non professionisti che il regista privilegia: "Ho trovato Camille Claudel nella Binoche esattamente come ho trovato lo straniero di Hors Satan in David Dewaele", racconta. Ad affiancarla nei panni di Paul Claudel, il fratello che ebbe tanta importanza nella sua vita, c'è Jean-Luc Vincent, attore proveniente dal teatro.

Dumont cita anche le sue ultime passioni filmiche (la riscoperta di lavori meno conosciuti di Jean-Daniel Pollet Pourvu qu’on ait l’ivresse, L’Acrobate, L’Amour c’est gai, l’amour c’est triste – e Jean EustacheMes petites amoureuses e Le Cochon) e dei registi per i quali nutre rispetto (Béla Tarr, Jean-Marie Straub, che considera "guardiani del cinema").

Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont - trailerCamille Claudel 1915 continua il suo giro nei festival internazionali (tra cui il 57° BFI London Film Festival) ed uscirà anche negli Stati Uniti per Kino Lorber, in UK per Soda Pictures e in Australia per Rialto. Per ora non abbiamo notizie su una eventuale distribuzione in Italia. Nella nostra gallery, tutte le foto.

 

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