"Gnomeo e Giulietta", di Kelly Asbury

Gnomeo & GiuliettaGnomeo e Giulietta è solo l'ultimo caso di una continua ri-mediazione di una storia che ormai è diventata un vero e proprio topos, un archetipo alla stregua di Ulisse. Citazionismo post-moderno a parte, il film riesce però a creare un suo meraviglioso universo dalle accese tinte pastello, in grado di far immergere lo spettatore in questo minuscolo e sconfinato giardino-mondo, che fa leva soprattutto sulla fantasia, portando lo spettatore a sognare a occhi aperti e a farsi complice di Gnomeo e Giulietta. Sulle note di Crocodile Rock.

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Gnomeo e GiuliettaRomeo e Giulietta è probabilmente la più famosa storia d'amore di tutti i tempi. Da quando Shakespeare scrisse la tragedia, la storia è stata più e più volte ripresa, rivisitata, riadattata. Solo guardando al cinema, se ne possono ritrovare le tracce in innumerevoli film, da West Side Story a Romeo+Juliet, trasportando la vicenda in lidi ben lontani dall'originaria Verona, in epoche contemporanee, trasformando la rivalità tra Montecchi e Capuleti in una lotta tra bande, spesso a suon di musica. Che sia Sondheim o i versi del rapper ultimo grido poco importa. Gnomeo e Giulietta è solo l'ultimo caso di questa continua ri-mediazione di una storia che ormai è diventata un vero e proprio topos, un archetipo alla stregua di Ulisse. Con tutta probabilità, i nani da giardino neanche esistevano ai tempi del Bardo, ma anche fossero esistiti, mai avrebbe potuto pensare che la sua opera sarebbe un giorno diventata un film d'animazione in 3D, con tanto di zampino di Elton John. In questa ultima trasposizione, a fronteggiarsi sono due gruppi di nanetti: i rossi, che abitano il giardino del signor Capulet, e i blu, guardiani dei fiori della signora Montague. Nel mezzo, una striscia di terra – in realtà solo un vicoletto – in cui le bande rivali si sfidano in sfrenate corse in groppa a tosaerba. Inevitabilmente, però, quando la rossa Giulietta (Emily Blunt) e il blu Gnomeo (James McAvoy) s'incontrano, tra i due scoppia l'amore, che riusciranno a vivere in una sorta di giardino dell'Eden, una vecchia casa abbandonata attorno a cui crescono erbacce e fiori selvatici, custodita da un vecchio fenicottero rosa di plastica, e per di più zoppo. Insomma, già da questa premessa si può ben capire quanto l'originaria storia shakespeariana sia solo uno spunto da cui partire per costruire qualcosa di nuovo, tessendo elementi di varia ispirazione e provenienza. Tant'è che Shakespeare stesso, che appare nel film come una statua nel giardinetto pubblico di Stratford-upon-Avon dove il cartone è ambientato,   si dice interdetto quando Gnomeo gli assicura che lui e la sua Giulietta avranno un lieto fine. “No, muoiono tutti”, insiste la statua con il suo impeccabile accento inglese. Non questa volta, e altrimenti non poteva essere visto che stiamo parlando della Disney e di un cartone che, teoricamente, è indirizzato al pubblico dei più piccoli. Ma, come sempre più spesso accade con i film d'animazione, saranno forse i più grandi ad apprezzare di più il film per le sue citazioni. A partire dalla colonna sonora, firmata da Elton John, che nel film trova il suo corrispettivo nel nano Paride, aspirante fidanzato di Giulietta, dalle non poche velleità canore. Immancabile la risata nel momento in cui canta una versione gnomesca di Your Song, coronata da occhialoni rosa e piume, come vuole la migliore tradizione eltoniana. Altra citazione, ma forse in questo caso è più un omaggio (o autocelebrazione), visto che il regista Kelly Asbury è lo stesso di Shrek 2, si trova nel personaggio di Giulietta che, inevitabilmente, non può non ricordarci la principessa Fiona con la sua squadra di colleghe fiabesche con le abilità di un ninja. Citazionismo post-moderno a parte, il film riesce però a creare un suo meraviglioso universo dalle accese tinte pastello, in grado di far immergere lo spettatore in questo minuscolo e sconfinato giardino-mondo, che può essere minaccioso, ma accogliente al tempo stesso, con le sue regole e logica. Un mondo amplificato dal 3D, ma che riuscirebbe a essere godibile anche con la tradizionale tecnica di animazione, visto che fa leva soprattutto sulla fantasia, portando lo spettatore a sognare a occhi aperti e a farsi complice di Gnomeo e Giulietta. Ci si sente del tutto partecipi in questa favola e il merito, oltre all'ambientazione, va di certo ad alcuni dei personaggi secondari, che più volte rubano la scena ai due protagonisti.

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Gnomeo e GiuliettaSu tutti la rana-balia dalla bocca larga e il fenicottero rosa (qui con la romanissima voce di Francesco Pannofino), facendo entrambi leva  sul doppiaggio dialettale a cui la versione italiana ha costretto il film – i blu sono tutti milanesi-bolognesi mentre i rossi parlano un misto di siculo-napoletano –  che, in questo caso, non stona, ma, anzi, rende ancora più interessanti i personaggi. Sono loro a rendere ancora più reale questo mondo, catturando l'immaginazione e rendendo questa riscrittura di Romeo e Giulietta un'operazione riuscita. E, come vuole da sempre la Disney, alla fine vissero tutti felici e contenti, personaggi e spettatori, in questo fantastico giardino. Sulle note di Crocodile Rock. Ovviamente.

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Titolo originale: Gnomeo and Juliet

Regia: Kelly Asbury

Interpreti: James McAvoy, Emily Blunt, Matt Lucas, Michael Caine, Maggie Smith, Stephen Merchant

Distribuzione: Disney Pictures

Durata: 85'

Origine: USA/UK, 2011

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