God’s not Dead, di Harold Cronk

Il cinema come macchina di propaganda (o di proselitismo?) cristiano sembra un discorso anacronistico. Ma il successo al botteghino del film negli Usa lascia il segno

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E’ doverosa una premessa, per pura casualità il sottoscritto ha visto God’s Not Dead dopo Spotlight e Il club. Questi ultimi due film affrontano in modo decisamente diverso uno stesso tema: gli scandali sessuali del clero. Il primo è invece un film (a tesi) sulla forza della fede, sulla speranza della misericordia divina e su quanto la scienza (quegli odiosi darwinisti) cerchi a tutti i costi di negare il (saggio e buono) creazionismo. Insomma nell’Italia politica dell’acceso scontro sulle Unioni civili, la maternità surrogata e la possibilità per i gay di poter adottare un figlio, nelle sale ci sono tre film che sotto diversi e distanti aspetti mettono in discussione il potere: della religione e di chi l’amministra, nel caso di Spotlight e Il club; del pensiero scientifico, dell’amoralità e della disillusione verso il prossimo di una parte della società in God’s Not Dead.

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Ma veniamo a God’s Not Dead (è del 2014 ma è già pronto per uscire un sequel il primo aprile), il motore del film è la sfida (realmente accaduta sottolinea

godsnotdead la produzione) tra uno studente universitario Josh Wheaton (Shane Harper – Il mio nome è Khan) che al primo giorno di lezione non si sottomette alla richiesta del professore di filosofia Radisson (Kevin Sorbo – Hercules)  di sottoscrivere che Dio è morto. La fede contro la scienza, il coraggioso Josh (come molti eroi biblici) dovrà dimostrare all’intera classe/società che Dio esiste e sconfiggere così l’ateismo del docente. Attorno a questa atavica ‘guerra’ si muovono altri personaggi, la ragazza musulmana che nasconde al padre la sua conversione al cristianesimo, una rampante blogger socialista che scopre di essere malata di cancro e un parroco di strada pronto a salvare le anime perse. Non va dimenticato che nel film, dignitosamente televisivo ma nulla di più, compaiono anche la star della tv americana Willie Robertson (su Discovery Channel Italia è andato in onda il suo programma Duck Dynasty) fervente cristiano e il concerto del gruppo pop-rock-cristiano Newsboys. Infine la produzione è della Pure Flix Entertainment, nel catalogo dei titoli troviamo God’s greatest hits, In the name of God, Do you belive? e altri. Il cinema come macchina di propaganda (o di proselitismo?) cristiano in un’epoca di informazione liquida come quella attuale sembra un discorso anacronistico, fuori tempo massimo. Ma il successo al botteghino e non solo di God’s Not Dead in Usa, proprio nell’anno delle elezioni presidenziali, lascia il segno. C’è bisogno di speranza e qualcuno lassù da amare e da cui essere ricambiati.

 

Titolo originale: id.

Regia: Harnold Cronk

Interpreti: Kevin Sorbo, Shane Harper, David A. R. White, Dean Cain, Michael Tait

Distribuzione: Dominus Production

Durata: 113′

Origine: Usa 2014

 

 

 

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    Un commento

    • Non male come articolo, mi ha fatto venire voglia di andarlo a vedere