Güeros, di Alonso Ruizpalacios

Figlio diretto del cinema di Inarritu, Güeros è una pellicola che sin dalla confezione esterna si afferma come prodotto elitario e autoriale.

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Tomas è un ragazzino irrequieto che brucia di noia in una cittadina costiera messicana. Dopo l’ennesimo scherzo finito male, viene spedito dalla madre esasperata a Città del Messico, dal fratello maggiore  Fede, studente universitario. La metropoli da triste prigione si trasforma presto nello scenario di un viaggio immaginifico, dove Tomas, suo fratello e i loro amici Santos e Ana, alla ricerca di una rockstar moribonda troveranno se stessi. L’esordio del regista teatrale Alonso Ruizpalacios, accolto dall’enorme successo nei festival internazionali, è un’opera che sfonda i confini rigidi del semplice coming of age per provare ad essere qualcosa di più celebrale e intellettuale. Figlio diretto del cinema di Inarritu (alcune atmosfere e situazioni ricordano Amores Perros e Biutiful) Güeros è una pellicola che sin dalla confezione esterna, dallo splendido bianco e nero alle furbe scelte registiche e di montaggio, si afferma come prodotto elitario e autoriale. Come la maggior parte del cinema messicano nato sulla scia dell’affermazione globale del dittico Inarritu-Cuaron, anche Ruizpalacios cerca più di mettere in mostra le proprie idee visive, il proprio sguardo ossessivamente “giovane” e originale, mettendo spesso in secondo piano il comparto emotivo dei suoi protagonisti, potenzialmente esplosivo.

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Quest’odissea urbana in una Ciudad de Mexico resa perennemente notturna dal b/n, come in un Fuori orario infinito, in cui ogni traiettoria cittadina politica e sociale è messa in bella mostra, i giovani protagonisti ruotano senza una presunta meta o direzione, rimbalzando nelle scene, in un percorso narrativo entusiasticamente situazionista, quasi improvvisato.  La ricerca del cantante Epigmenio Cruz è una metafora evidente del viaggio dei due fratelli in cerca di una figura paterna (o almeno della riconciliazione con essa) ed è una traccia emotiva, anche se appesantita da orpelli scenici, decisamente potente e efficace. Purtroppo, come spesso accade, la storia e la sua forza emotiva sono completamente diluite in un contesto visivo che preferisce schiacciare piuttosto che sostenere, opprimere invece che liberare.

 

Titolo originale: id.

Regia: Alonso Ruizpalacios

Interpreti: Tenoch Huerta, Sebastián Aguirre,Ilse Salas, Leonardo Ortizgris

Distribuzione: Bunker Hill

Durata: 106′

Origine: Messico 2014

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